FISIOLOGO
. È l'opera di un alessandrino del sec. II, giuntaci in varie redazioni e traduzioni - greche, etiopiche, siriache, armene e numerose latine - che, pur attribuendola a diversi autori, si riportano sempre all'autorità d'un ipotetico naturalista Physiologus (Φυσιολόγος). Attraverso gli esempi del regno animale il Fisiologo illustra e divulga in forma allegorica le dottrine dogmatiche e morali del cristianesimo; e l'autore si mostra più esperto di testi sacri che di scienza naturale. Il libro fu per tempo utilizzato dalla patristica (Epifanio, Basilio, Crisostomo, ecc.), e nel sec. VI era perfino attribuito ad Ambrogio: il che prova che già correva in una traduzione latina. Per tutto il Medioevo subì varie interpolazioni attinte soprattutto a Isidoro di Siviglia; e i riadattamenti erano attribuiti a Enrico di Gand, Alano di Lilla, Ugo di S. Vittore, ecc. Per la diffusione nel mondo latino e romanzo, v. bestiario.
Bibl.: Per le ediz. e la bibl. v. bestiario. Cfr. M. Goldstaub, Der Phisiologus u. seine Weiterbildung, in Philologus, Suppl. VIII (1899-1901), pp. 399-404; P. Meyer, Les bestiaires, in Hist. litt. de la France, XXXIV (1914), 362 segg.; e v. M. Manitius, Gesch. d. leit. Liter. des Mittel., III, Monaco 1931, pp. 730-1.