FLEMMONE (dal gr. ϕλεγμονή "calore ardente, infiammazione")
È l'infiammazione acuta dei tessuti cellulari lassi e celluloadiposi interposti fra i varî piani anatomici o attorno ai vari organi. Si hanno quindi flemmoni superficiali, cioè del tessuto sottocutaneo, e flemmoni profondi, sottoaponeurotici, intermuscolari. peritendinei, paraosteali, perighiandolari, pararenali, properitoneali, pelvici, parauterini, ecc. Secondo il tipo della flogosi si distinguono flemmoni suppurativi e flemmoni necrotici o cancrenosi. I f. suppurativi sono causati dai germi piogeni (specialmente da stafilococchi) che possono raggiungere i detti tessuti connettivali o per ferite infette o per diffusione da focolai microbici esistenti nell'organismo. I f. cancrenosi sono provocati o da germi (p. es. streptococchi, talune forme spirillari, ecc.) che per il loro alto potere tossico e per gl'intensi fatti di compressione che l'essudato siero-leucocitario esercita sui vasi provocano asfissia e necrosi dei tessuti, oppure da microrganismi anaerobi (p. es. il Bac. perfringens, il Bac. oedematis maligni, il Bac. Novyi), che alterano profondamente i tessuti e determinano formazione di gas, per cui i flemmoni cancrenosi sono quasi sempre gassosi. A seconda della maggiore o minore virulenza dei germi, dell'esistenza o meno d'associazioni microbiche che possono esaltare questa virulenza, della coesistenza di cause che indeboliscono la resistenza locale dei tessuti (infiltrazione di urina, di materiale intestinale, di secreti o escreti varî, pregresse applicazioni di raggi X, ecc.) o generale dell'organismo (diabete, iperglicemia, albuminuria, alcoolismo, ecc.), il processo infiammatorio può essere bene circoscritto dalla reazione dei tessuti, oppure assumere carattere invadente. Tanto i flemmoni suppurativi quanto i cancrenosi possono essere quindi circoscritti o diffusi. Taluni flemmoni provocati da germi anaerobî possono presentare altissima tendenza diffusiva, culminando in quella forma osservata specialmente in guerra e definita come "cancrena gassosa".
Tutti questi varî tipi di flemmoni s'iniziano con essudazione sierosa e corpuscolare e intensa reazione dei tessuti. È la fase del cosiddetto ingorgo o infiltrazione infiammatoria, la quale, salvo casi eccezionali di regressione, non tarda a essere seguita o dalla colliquazione purulenta o dalla necrosi dei tessuti. Se si tratta di flemmone suppurativo circoscritto, si formerà una raccolta bene delimitata di pus, cioè l'ascesso (v.); se il flemmone suppurativo è diffuso, il pus s'infiltrerà nel cellulare lasso, sia sottocutaneo sia sottoaponeurotico e interstiziale, invadendo i tessuti vicini, non solo in superficie, ma anche in profondità, e l'intensa compressione esercitata dall'infiltrazione essudativa diffusa sarà causa d'asfissia e di necrosi più o meno estesa dei tessuti (muscoli, aponeurosi, talvolta anche delle ossa). Nei tipici flemmoni cancrenosi non s'ha produzione alcuna di pus, ma rammollimento dei tessuti, che può giungere sino allo sfacelo e alla formazione di una poltiglia o liquame simile a feccia di vino, d'odore acre, talora fetido, con più o meno intensa formazione di bollicine gassose, specialmente accentuata nei flemmoni da germi anaerobî.
Sintomatologicamente, mentre nel flemmone circoscritto le note infiammatorie, cioè la tumefazione, il rossore, l'aumento di temperatura locale e il vivo dolore, non oltrepassano la regione nella quale la flogosi si è iniziata, nel flemmone diffuso, invece, queste note s'estendono a mano a mano alle regioni vicine, e le manifestazioni generali tossiche (febbre continua, talora delirio, cefalea, lingua secca, disappetenza) sono più accentuate. Nella fase suppurativa, che si può delineare verso la 4ª-5ª giornata, o anche dopo una settimana, nel flemmone circoscritto s'avranno i sintomi caratteristici dell'ascesso, mentre nel flemmone diffuso persisterà l'indurimento diffuso dato dall'ingorgo infiammatorio e dalla forte tensione dei tessuti e si potranno solo qua e là constatare punti o aree di rammollimento. La febbre poi, pur presentando delle remittenze, non assume quasi mai nel flemmone diffuso quel tipo fortemente remittente o intermittente caratteristico della febbre suppurativa. Nei flemmoni cancrenosi, prevalendo i fenomeni di asfissia locale dei tessuti, il colorito sarà rosso fosco, tendente, nei giorni consecutivi, al bluastro o violaceo, e perfino verdastro, se, coinvolgendo il processo cancrenoso anche la cute, si stabiliscono in essa fatti putrefattivi; la tumefazione e la tensione dei tessuti potranno essere accentuatissime per la presenza di gas; l'aumento locale di temperatura è minore che nelle forme suppurative, e, in caso di cancrena avanzata, può mancare, anzi la pelle può presentarsi più fredda di quella delle parti vicine; modico e talora anche mancante può essere il dolore alla pressione. Nelle forme gassose si potrà apprezzare alla palpazione un caratteristico crepitio (crepitio enfisematoso) e l'esame radiologico potrà dimostrare la presenza d'aree trasparenti ai raggi X dovute alle bolle gassose. Notevoli le manifestazioni tossiche generali, non tanto per la temperatura, che spesso è meno accentuata che nelle forme suppurative diffuse, quanto per l'alterazione del sensorio, per la notevole frequenza del polso, per l'insorgenza talora d'ittero, specialmente in talune forme di cancrena gassosa (v. cancrena).
La cura nei flemmoni suppurativi circoscritti consiste nell'affrettare mercé impacchi caldi la colliquazione di tutto l'infiltrato infiammatorio e incidere l'ascesso quando esso s'è perfettamente costituito. Nei flemmoni suppurativi diffusi e in quelli cancrenosi bisogna intervenire precocemente con ampie incisioni per decomprimere i tessuti ed evitare l'estendersi del processo infettivo e della necrosi. Nelle forme di cancrena gassosa bisogna aprire sistematicamente e quanto più precocemente possibile le singole guaine aponeurotiche, dando esito agli essudati e ai prodotti di colliquazione, cauterizzando estesamente i tessuti e zaffando con garza imbevuta di sostanze antisettiche (ipoclorito di calcio).
Sono utilissime le iniezioni di sieri immunizzanti antistafilococcici, antistreptococcici e contro i varî microrganismi anaerobî delle forme cancrenose, oltre a tutte le altre cure disintossicanti. In taluni casi di cancrena gassosa è necessaria l'amputazione.
Flemmone ligneo. Viene chiamata con questo nome l'infiammazione subacuta o cronica del connettivo sottocutaneo o dei connettivi profondi, caratterizzata da ispessimento e indurimento di essi per formazione di tessuto sclerotico. Trattasi d'infiammazione da germi attenuati, che spesso si stabilisce attorno a corpi estranei, quali schegge metalliche rimaste annidate nei tessuti, fili di seta da pregressi atti operativi, olî minerali iniettati nei tessuti e non assorbiti (olio di vaselina), tessuti necrotici (liponecrosi), ecc. Può insorgere spontaneamente nel collo, talvolta, probabilmente, in seguito a tonsilliti, stomatiti, faringiti subacute o croniche; oppure in regioni che sono state sedi d'interventi chirurgici o d'iniezioni di sostanze medicamentose. Simili flemmoni spesso si prolungano per parecchi mesi con fasi d'attenuazione e d'esacerbazione, dando talora luogo a formazione di qualche focolaio di rammollimento, spesso seguito da ulcerazione fistolosa che persiste sino all'eliminazione dell'eventuale corpo estraneo. Possono guarire spontaneamente o in seguito a incisione.