FLORIDA BLANCA, José Moñino conte di
Figlio di un notaio, nacque in Murcia il 21 ottobre 1728. Seguì i corsi di giurisprudenza nell'università di Salamanca; poi, dal marchese di Squillace ottenne la nomina a fiscale del Consiglio di Castiglia. Fu questo l'inizio della sua fortuna. Per la carica che ricopriva ebbe parte notevole nelle deliberazioni che portarono all'espulsione dei gesuiti dalla Spagna; e poi nel 1772 fu nominato ambasciatore presso la Santa Sede, con l'incarico di condurre a termine le trattative per ottenere la soppressione della Compagnia. Qui lo raggiunse nel 1773 la nomina a conte di Florida Blanca, in ricompensa della sua fatica coronata da successo; e alla fine del 1776 la nomina a ministro in sostituzione del marchese Grimaldi. Da allora in poi il F. fu il vero dominatore della Spagna. Gravi accuse a più riprese gli fumno mosse, e specialmente nel 1781 e nel 1788, ma Carlo III ebbe sempre in lui fiducia sconfinata; e allorché, fattasi più accanita la lotta contro la sua persona, il F. gli domandò di ritirarsi e gli presentò un'ampia relazione giustificativa, egli non solamente non volle separarsi da lui, ma, vicino a morire, consigliò al figlio Carlo di aver fiducia nell'opera del proprio consigliere. E in effetti, il F. restò al potere anche sotto Carlo IV, e cadde soltanto nel 1792, quando, avendo tentato di aprire gli occhi del monarca sui pericolosi intrighi della regina, fu sacrificato a quest'ultima. Sottoposto a processo sotto l'accusa di malversazioni, ebbe restituiti gli onori e i beni soltanto nel settembre 1795, con l'obbligo di non scegliere come propria dimora Madrid. Poi, tale limitazione gli fu tolta nel marzo 1808, allorché Ferdinando VII salì sul trono. Era ormai vecchio; ma fu pronto a riprendere la lotta allo scoppio della rivolta contro le truppe napoleoniche, che avevano invaso la Spagna, dapprima come capo della Giunta di Murcia, e poi come capo supremo della Giunta centrale; e lottando morì in Siviglia il 28 dicembre 1808.
Per la sua origine stessa legato al partito degli uomini di legge, detto della golilla, del quale fu uno dei maggiori esponenti, fu seguace delle teorie illuministiche del Settecento. Durante il suo ministero l'assolutismo giunse al massimo dello sviluppo. Ed il governo rivolse tutta la sua attenzione a migliorare la vita economica del paese. lnfatti, appartiene a quest'epoca la costruzione di molte grandi strade spagnole di comunicazione; e saggia fu la politica finanziaria, nella quale il F. fu aiutato da Don Pedro Rodriguez conte di Campomanes, perché, sebbene le spese militari e della corte facessero crescere enormemente il debito pubblico, pur tuttavia con abilità si riuscì a migliorare il sistema tributario. Finalmente, subordinata a tali direttive fu la politica verso la Turchia ed i Barbareschi, nella quale si raggiunsero risultati di notevole importanza. Infatti, è del 1780 il trattato di alleanza della Spagna con il Marocco, del 1782 quello di pace, commercio ed amicizia con la Turchia, del 1784 la pace con Tripoli, del 1785 quella con Algeri. E così il Mediterraneo fu solcato liberamente dalla bandiera spagnola; e poterono essere popolate e coltivate enormi distese di territorî, fra i più fertili del mondo, sulle coste del Mediterraneo. In politica estera i risultati dell'opera del F. furono meno appariscenti e sono anche sembrati dubbî, ché al tempo suo risale la partecipazione spagnola alla guerra tra la Francia e l'Inghilterra per l'indipendenza degli Stati Uniti: partecipazione che non soltanto non raggiunse lo scopo di cacciare da Gibilterra gl'Inglesi, ma, sostenendo il principio di autonomia per le colonie inglesi, contribuì al trionfo di un ideale che non era quello accarezzato dalla Spagna come potenza coloniale. In realtà il F. ebbe le mani legate dal Patto di famiglia; e, ciò nonostante, si sforzò sempre di dare alla Spagna una politica indipendente dalla Francia per impedire che la prima divenisse uno strumento nelle mani della vicina alleata, pur rimanendo sempre legato ad essa per ricavarne aiuto nella lotta contro l'Inghilterra. In tal modo riuscì a conservare intatto, o quasi, il dominio coloniale della propria patria, e sembra che la rinunzia a Gibilterra nelle trattative con l'Inghilterra fosse un atto arbitrario dell'Aranda. Poi, a sovvertire la politica estera di tutta l'Europa, giunse la Rivoluzione francese.
Bibl.: Obras originales del conde de Floridablanca, y escritos referentes a su persona, ed. A. Ferrer del Río, in Biblioteca de autores españoles desde la formación del lenguaje hasta nuestros dias, LIX (1867); J. Pérez de Guzman y Gallo, Las relaciones políticas de España con las demas potencias de Europa al caer el conde de F., Madrid 1906; A. Baquero, F., Murcia 1909; M. Conrotte, España y los payses musulmanes durante el ministerio de F., Madrid 1909; E. Pacheco y de Leyva, La intervención de F. en la redacción del Breve para la supresión de los jesuitas, in Publ. de la Escuela esp. de arqueol. e historia en Roma, III, pp. 37-198.