FLORIDA (A. T., 145-146)
È lo stato più sud-orientale della Confederazione nord-americana, che occupa per intero la penisola omonima e una sottile striscia di territorio prospiciente la sezione NE. del Golfo del Messico; confina a N. con la Georgia e la Alabama, mentre dalle altre parti è circondato dal mare. La superficie dello stato è di 151.939 kmq., di cui oltre 13.000 kmq. occupati da bacini lacustri.
Esplorazione. - Benché la Florida fosse probabilmente nota agli Spagnoli occupatori delle Indie Occidentali anche prima del 1513, si attribuisce la scoperta della penisola a Juan Ponce de León che, partito in quell'anno da Haiti per cercare l'isola di Bimini, descritta dagl'isolani delle Lucaie, e la "fontana di giovinezza" che doveva trovarvisi, approdava alla spiaggia orientale della nuova terra, probabilmente il giorno di Pasqua di fiori: donde la denominazione di Florida. Nel 1521 il Ponce de León vi ritornò sbarcando, pare, nella baia di Tampa, ma fu ricacciato alle navi dalla fiera resistenza degl'indigeni. Non ebbero miglior successo la spedizione di Panfilo de Narváez, sbarcato negli stessi paraggi con grande apparato di forze nel 1528, e quella di Hernando de Soto internatosi di qui verso il corso del Mississippi (1539-42). Un forte eretto a Pensacola dal Velasco nel 1559 fu ben presto abbandonato; e poco più a lungo durò il forte Carolina, fondato sulla sponda atlantica alla radice della penisola da profughi ugonotti francesi nel 1562. Distrusse questa colonia nel 1565 Pedro Menéndez de Avilés, che fondò cinquanta km. più a sud S. Agostino e fu il vero occupatore della penisola per la Spagna. L'occupazione però e l'esplorazione dell'interno, malagevole per paludi, fiumi, laghi e foreste, non fu compiuta che nel sec. XIX dopo l'annessione della penisola agli Stati Uniti.
Morfologia e geologia. - Dal punto di vista altimetrico la Florida si presenta essenzialmente pianeggiante: nella sezione nord-occidentale alcune colline superano di poco i 100 metri; nel complesso circa metà della superficie si trova fra 0 e 30 metri. Geologicamente i terreni che affiorano appartengono alle epoche più recenti, al Terziario e al Quaternario. Essi poggiano su uno zoccolo piu antico calcareo, ricoperto da arenarie, da argille e da sabbie, nel quale è sviluppata una fittissima rete idrografica a natura carsica. In relazione con questo fenomeno numerose sono le sorgenti e i laghi, sparsi per tutta la regione, ma principalmente nel centro della penisola, che è appunto chiamato "the Lake region", mentre una vastissima massa acquitrinosa si estende nella parte meridionale (the Everglades), ricoprendo una superficie di ben 10.400 kmq. Molti di questi laghi occupano il fondo di doline, numerosissime in tutto lo stato. La costa atlantica è orlata, per quasi tutta la sua lunghezza, da dune sabbiose, che chiudono verso l'interno lagune e stagni. L'arco costiero atlantico continua nell'arco insulare, che va sotto il nome di Florida Keys.
Clima e idrografia. - Il clima della Florida è essenzialmente subtropicale e tropicale, con temperature medie annuali oscillanti fra 20° e 25° (Jacksonville 20°; Tallahassee 19°,5; Tampa 21°; Miami 24°; Key West 25°). Le piogge sono molto abbondanti (Jacksonville 1330 mm. all'anno con 126 giorni piovosi; Pensacola 1450 mm. e 115 giorni piovosi; Tampa 1320 mm. e 121 giorni piovosi; Miami 1590 mm. e 74 giorni piovosi; Key West 960 mm. e 110 giorni piovosi). Tutti i mesi dell'anno presentano precipitazioni, ma queste cadono tuttavia di preferenza nel periodo estivo. La neve caade nella sezione settentrionale e a intervalli di anni. Cicloni e turbini non sono infrequenti e spesso disastrosi (si ricordi quello di Miami del settembre 1926). Il fiume più lungo, interamente entro i confini dello stato, è il St. Johns, di circa 400 chilometri. Nella sezione settentrionale scorre il corso inferiore di numerosi fiumi, quali l'Escambia, il Choctawhatchee, l'Apalachicola e il Suwanee, che nascono negli stati di Alabama e Georgia.
Condizioni demografiche. - Il primo censimento, eseguito nello stato nell'anno 1830, dava presenti 34.730 individui, saliti a 87.445 nel 1850: alla fine del secolo XIX si superava il mezzo milione di abitanti, e questi salirono a 752.619 nel 1910, a 968.470 nel 1920 e a 1.468.211 nel 1930. Gli aumenti percentuali più elevati si sono avuti nel decennio 1840-50 e nell'ultimo periodo 1920-30. La popolazione vive divisa in 67 contee. Le contee con maggiore popolazione assoluta risultano essere quelle di Dade (142.955 ab.), di Hillsborough (153.519 ab.), di Duval (155.503 ab.). La densità media dello stato è di 9-10 ab. per kmq.; le massime si hanno nelle tre precedenti contee e in quella di Pinellas: tutte e quattro si affacciano al mare e vedono sorgere, entro i loro confini, i nuclei abitati più popolosi dello stato. Dal punto di vista etnico il censimento del 1920 dava le seguenti cifre: Bianchi 65,9% Negri 34%; Indiani, Cinesi, ecc., 0,1%; quello statale del 1925 rispettivamente 68%, 31,9%, 0,1%. L'elemento negro è numeroso, specialmente nelle contee settentrionali, ove maggiormente è sviluppata l'agricoltura. Nel 1925 il 5,5% della popolazione bianca risultava nata all'estero. Le nazionalità più rappresentate erano quelle di Cuba, Canada, Inghilterra, Italia (4780 individui), Spagna, Germania, tutte con 4000 e più individui ciascuna.
Anche nella Florida la popolazione urbana è in continuo aumento: rappresentava il 20,3% nel 1900: salì a 29,1% nel 1910; a 36,7% nel 1920. Il censimento del 1930 dà 14 città con 10.000 e più abitanti. Tre di queste superano i 100.000 ab., e cioè: Tampa nella contea di Hillsborough, allo sbocco del fiume Hillsborough nella Tampa Bay, con 101.161 abitanti; Miami, nella contea di Dade con 110.637 ab. (nel 1900 non contava che 1681 ab.), finalmente Jacksonville nella contea di Duval, nell'ampio estuario del fiume St. Johns, a breve distanza dall'Oceano Atlantico, che, con i suoi 129.549 ab., risulta la più popolosa città della Florida. Tutti gli altri centri contano meno di 50.000 ab. ciascuno: tra i più notevoli ricorderemo West Palm Beach, nella contea di Palm Beach, con 26.610 ab., Orlando, nella contea di Orange, con 27.330 individui, Pensacola, nella contea di Escambia, con 31.579 e in fine St. Petersburg, nella contea di Pinellas, con 40.425 ab. Tranne Orlando, tutti gli altri centri sorgono sul mare o a immediato contatto con esso.
Istruzione. - Secondo il censimento del 1920, il 9,6% della popolazione superiore ai 10 anni non sapeva né leggere né scrivere; l'elemento bianco presentava il valore minimo di 3,1%; quello negro il massimo con 21,5%. Nella Florida, come negli altri stati del SE., l'insegnamento ai Bianchi è tenuto distinto da quello impartito ai Negri. L'istruzione superiore è impartita nella University of Florida a Gainesville con circa 2300 alunni; nello State College for Women a Tallahassee; nel Rollins College (325 alunni) a Winter Park; nella Stetson University a Dehand, ecc. Per i Negri esiste un State Agricultural and Mechanical College a Tallahassee. Tutta l'istruzione superiore è stata riordinata sulle attuali basi nel 1905.
Condizioni economiche. - Dal punto di vista economico la Florida, secondo il censimento del 1920, su una popolazione di 751.787 individui con 10 e più anni di età, presentava 385.312 individui impiegati nelle varie occupazioni. Di questi il 32,2% attende all'agricoltura (nel 1910 il 43,4%), che (per quanto il censimento del 1920 abbia denunciato un notevole aumento rispetto a quello del 1910, sul numero delle persone occupate in attività a carattere essenzialmente urbanistico) resta pur sempre l'attività fondamentale della Florida. Secondo dati del 1925, si hanno in Florida 59.217 farms che occupano il 16,7% dell'area totale dello stato per un valore di 513,9 milioni di dollari.
Il mais è coltivato su una media di 250.000 ettari con una produzione di circa 300 milioni di litri, per il periodo 1926-29. Le contee che presentano le maggiori produzioni sono quelle settentrionali, quali Jackson, Gadsden, Jefferson, Madison, Suwannee, Alachua, ecc. Notevole è la produzione di patate nella sezione di NE. e nelle contee settentrionali. La Florida rientra anche tra i paesi produttori di tabacco, concentrato quasi interamente nella contea di Gadsden, di cotone (contee settentrionali) e di canna da zucchero. Date le condizioni climatiche la Florida è grande produttrice di frutta tropicali, di agrumi, di prodotti orticoli, che trovano largo smercio verso gli stati settentrionali della Confederazione. Tra i principali prodotti agrumarî ricorderemo gli aranci, per cui la Florida occupa attualmente il 2° posto negli Stati Uniti, venendo dopo la California. La coltivazione degli aranci prese piede intorno al 1875 ed è andata continuamente aumentando, salendo dalle 273.000 cassette nel 1899 a 14.500.000 nel 1930. Le contee di maggior produzione sono quelle del centro. Importantissima la produzione dei grapefruits, per cui la Florida tiene il primato: dalle 12.000 cassette del 1899 la produzione è salita a 12 milioni nel 1930, specialità delle contee centro-meridionali. Notevole è pure la produzione di ananassi, principalmente nelle contee meridionali che si affacciano all'Atlantico.
Il patrimonio zootecnico delle farms presentava nel 1930 i seguenti valori: cavalli 24.000; muli 41.000; bovini 480.000; ovini 50.000; suini 490.000. Si avverte una generale diminuzione di questi valori, su quelli corrispondenti del 1900.
Dal punto di vista industriale la Florida è ben lontana dal presentare lo sviluppo di molti altri stati della Confederazione. Nel 1927 vi erano 1851 stabilimenti con 61.219 operai. Il valore della produzione raggiungeva alla stessa data i 219 milioni di dollari. Le principali industrie sono quelle connesse con la silvicoltura e l'agricoltura, come segherie, manifatture di tabacchi, stabilimenti per la produzione della trementina, ecc. Tampa, Pensacola, Jacksonville e Key West sono i principali centri industriali.
Comunicazioni. - Accanto ai fiumi e ai laghi navigabili, vi è in Florida una notevole rete ferrata che si sviluppa (1928) per ben 9300 km. Le più importanti compagnie, che esercitano il traffico nello stato, sono l'Atlantic Coast Line e la Florida East Coast Railway: a Key West termina la grande linea atlantica che proviene da New York. Per mezzo di ferry-boats è stato reso possibile un allacciamento celerissimo con l'isola di Cuba. Sviluppatissimo è l'automobilismo (350.000 vetture nel 1929, cioè un'automobile per ogni famiglia in media). Miami è divenuta recentemente uno degli scali aviatorî d'importanza internazionale.
Costituzione e divisione amministrativa. - La presente costituzione della Florida data dal 1886. L'assemblea consiste in un senato di 38 membri e in una Camera di 95; le sessioni hanno luogo ogni due anni, e non durano più di 60 giorni. La Florida manda 2 senatori e 4 rappresentanti al Congresso federale. La capitale è Tallahassee. La Florida è popolarmente chiamata lo "Stato degli Everglades", e anche "Stato peninsulare" o "Terra dei fiori". Il fiore dello stato è quello dell'arancio. Il sigillo dello stato porta il motto In God We Trust.
Storia. - Si è visto (v. sopra: Esplorazioni) come con la fondazione di S. Agostino (1565) Pedro Menéndez de Avilés possa considerarsi il vero occupatore della penisola da parte della Spagna. Nel 1584 S. Agostino fu distrutta dal Drake e da allora fino al 1763 la storia della penisola non offre che una lunga serie di guerriglie e di rapine tra coloni inglesi del nord e Spagnoli, i quali, del resto, erano scarsissimi. Questi ultimi avevano sparso la voce - e, forse, era un cattivo scherzo - che il paese era tra i più ricchi del mondo. Ma a questa ricchezza ormai nessuno credeva più, e alla regione si dava, per dispregio, l'epiteto di Stolida o Sordida. In Francia, basse avventure d'amore si chiamavano aventures de Floride. Con la pace di Parigi del 1763 la Spagna, che cedé pure la Luisiana alla Francia, diede agl'Inglesi la Florida, per avere da essi la restituzione dell'Avana (Cuba). Nell'ottobre, un decreto reale creò i governi della Florida Orientale e Occidentale, attribuendo pieni poteri ai governatori, con la promessa di concedere in seguito i privilegi delle altre colonie. Non fu possibile, tuttavia, convocare assemblee, poiché gli stranieri erano in grande maggioranza. E nel 1780, gli Spagnoli, accorsi per aiutare gli Americani, cacciarono dalla Florida gl'Inglesi. Su di essa gettò poi gli occhi Napoleone che fece vani sforzi per acquistarla dalla Spagna. Tre anni dopo il presidente Jefferson arrivò sino a minacciare guerra alla Spagna, per procacciarsi almeno una parte di quella regione. In mezzo a così numerosi aspiranti, i governatori spagnoli non sapevano più se dovevano obbedienza a Napoleone, al re di Spagna, alla marina inglese, sebbene, col trattato del 1795, la Spagna avesse promesso a Washington di non dare ospitalità ai nemici degli Stati Uniti. Al 1810 appartiene il tentativo, non riuscito, di creare uno stato indipendente di West Feliciana, sul Mississippi.
Frattanto la popolazione diveniva sempre più anglo-sassone: già alla fine della rivoluzione americana, molti tories vi s'erano rifugiati. Perciò, nel 1819, la Spagna fu quasi felice di cedere la Florida, dietro la rinuncia americana al Texas e a tutta l'America occidentale fra il Rio Grande e il Sabine River, e al sud del 42° parallelo. Il trattato non fu ratificato prima del 1821. La sua applicazione diede luogo a molte difficoltà soprattutto per gli archivi, che erano stati portati a Cuba. A. Jackson fu nominato governatore con poteri illimitati, e suscitò tanto malcontento che dovette presto essere richiamato. Subito dopo il 1819 cominciò un'onda d'immigranti da tutte le parti dell'Unione; e nel marzo del 1822 la Florida fu riconosciuta come territorio dell'Unione. Non solo le discordie continue tra la regione orientale e l'occidentale, ma pure gl'indigeni furono causa di grandi inquietudini, che culminarono con la guerra dei Seminole, 1835-42: nobile lotta, finita tragicamente, poiché il capo indiano Osceola cadde per tradimento nelle mani dei Bianchi, e gl'indiani rimasti in vita vennero deportati oltre il Mississippi. Nel marzo 1845 la Florida fu ammessa nell'Unione come stato schiavista, accoppiata con l'Iowa, stato libero. Il 10 gennaio 1861 la Florida votò la secessione dalla Federazione, 62 contro 7, e si unì al Congresso confederato, prendendo parte validamente alla guerra civile. L'atto di secessione venne revocato a Tallahassee, nell'ottobre del 1865; il governo riorganizzato l'anno seguente; un nuovo statuto adottato e ratificato nel 1868, per cui lo stato poté riprendere il suo posto nell'Unione. Nel 1876 l'elezione di Hayes come presidente degli Stati Uniti fu decisa dai voti della Florida e della Luisiana.
V. tavv. CXIX e CXX.
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Per la storia dello stato, v.: per le origini: Histoire de la conqueête de la Floride par les Espagnols, Évora 1556, Parigi 1685, Lisbona 1844; P. Gaffarel, Histoire de la Floride française, Parigi 1876; E. Ruidíaz y Caravia, La Florida, Madrid 1893-94; Ch. de La Roncière, La Floride française, Parigi 1928; G. R. Fairbanks, Spaniards in Florida, Jacksonville 1868; F. Parkman, Pioneers of France in the New World, Boston 1865-92. - Periodo rivoluzionario: R. L. Campbell, Hist. sketch of colonial f., Cleveland 1892; J. G. Forbes, Sketches histor. and topographical of the F., New York 1821; Th. Hutchins, Hist. narrative, Filadelfia 1784. - Cessione agli Stati Uniti: Treaties and Conventions, ed. 1873; gli scritti di J. Q. Adams, specialmente Memoirs; Magazine of Amer. History; H. B. Fuller, Purchase of Florida, Cleveland, 1906. - Guerra indiana, civile e storia recente: J. T. Sprague, Origin, progress and conclusion of the F. war, New York 1848; W. W. Davis, Civil war and reconstruction in Florida, New York 1913; J. Wallace, Carpet-bag rule in Florida, Jacksonville 1888; W. F. Yokum, Civil gov. in Florida, Deland 1904. - Manca una storia complessiva ed esauriente, tuttavia si possono consultare non senza profitto: C. M. Brevard, Hist. of Florida from 1763 to 1925, Deland 1924-25; id. e H. E. Bennett, Hist. of Florida, New York 1919; G. R. Fairbanks, Hist. of Florida, Filadelfia 1904; K. L. Roberts, Florida, Londra 1926. - Per più ampia bibliografia, Channing, History of U. S., I (1917), pp. 112-113; Winsor, America, II, pp. 292-298; e Parkman, op. cit.