FORI (XV, p. 672)
Accanto agli antichi, è sorto in Roma un grande foro modernissimo, con caratteristiche tutte proprie che, riguardo alla destinazione, lo differenziano e nello stesso tempo lo riavvicinano ai grandi fori della classicità.
Il Foro Mussolini.
Il progetto di creare in Roma, tra le pendici di Monte Mario da Villa Madama al Ponte Milvio e delimitato verso il Tevere dal Viale Angelico, un grande centro sportivo, che fin dal primo momento venne chiamato Foro Mussolini, risale a poco dopo il febbraio 1928, allorché s'iniziarono in quella zona i lavori per la costruzione della Scuola superiore fascista di educazione fisica, patrocinata dall'Opera nazionale Balilla e dal suo presidente Renato Ricci. Assorbita l'Opera nazionale Balilla dalla Gioventù italiana del Littorio di nuova istituzione, i lavori attualmente in corso si svolgono sotto il patrocinio del ministro segretario del Partito A. Starace. Il progetto iniziale venne poi sviluppato, fino a concedere al nuovo foro un'estensione di circa 2 milioni di mq. di superficie, su terreni quasi totalmente liberi da costruzioni e sottoposti all'esproprio per pubblica utilità. Scopo principale della creazione di questo grande organismo è stato di istituire un centro vivo di cultura fisica di importanza nazionale, che facesse parte del complesso organizzativo dell'Opera nazionale Balilla (v. balilla, V, p. 966 segg.) e desse modo di attuare praticamente, in una sede degna e con attrezzatura adeguata, il programma della Scuola di educazione fisica. Altro scopo importante fu quello di conservare alla città di Roma un magnifico parco, preservando una zona ancora periferica ma già minacciata dalle invadenti costruzioni.
La località prescelta si dimostrava la più adatta ai due scopi, così per la sua estensione come per la bellezza paesistica, nonostante che la parte bassa in pianura fosse di continuo allagata dalle piene del Tevere (in quel tratto non ancora provvisto d'arginature) e si dovesse quindi provvedere al totale rialzamento del livello di essa mediante riporti di terra per un'estensione di circa 800.000 mq. per 5 m. d'altezza.
La cornice suggestiva delle colline di Monte Mario con la villa Madama a mezza costa, solitaria fra il giardino e i boschi della macchia omonima, e la maestosità del luogo portavano a pensare a una sistemazione totalmente rispettosa dell'ambiente e nello stesso tempo a ideare edifici, stadî e palestre, che, pur adeguati alla modernità del loro ufficio, ricordassero in qualche modo nel loro aspetto architettonico la romanità classica. A tali criterî si attenne il progettista, architetto Enrico Del Debbio, che attese anche alla direzione dei lavori.
Il piano generale, che, pur attraverso i suoi continui sviluppi e perfezionamenti, conserva l'impostazione primitiva determinata principalmente dal centro della composizione architettonica, costituito dal Piazzale dell'Impero dove s'alza il monolito Mussolini (v. sotto), e si ammirano il pavimento a musaico di G. Rosso e la fontana della sfera (arch. Paniconi e Pediconi), comprende un vasto insieme di edifici, viali, campi e stadî. Degli edifici il più importante sarà la Casa Littoria. Essa è opera degli architetti Del Debbio-Foschini-Morpurgo, vincitori del concorso nazionale e accoglierà, col sacrario dei caduti della Rivoluzione, gli uffici di tutte le organizzazioni del Partito. Sarà dotata di un arengario prospiciente una piazza di 120.000 mq., capace di mezzo milione di persone.
Sulla destra dell'asse centrale, che per un nuovo ponte allaccerà la Via Flaminia al Foro, sono ubicate le costruzioni dell'edificio dell'Accademia con il monumentale Stadio dei marmi, e, simmetricamente sulla sinistra dello stesso asse, l'edificio della piscina coperta e le piscine scoperte con spiaggia. Nel fondo, in prosecuzione del Piazzale dell'Impero, a ridosso delle colline delle quali sfrutta in parte l'andamento naturale per ricavarne le gradinate per i centomila spettatori, è situato lo Stadio olimpionico. I terreni per il tennis, con gradinate marmoree a somiglianza dello Stadio dei marmi, e quelli per gli allenamenti, ubicati in prossimità delle piscine, l'edificio della foresteria e alloggi per gli atleti olimpionici con la Casa delle armi (arch. Moretti) nell'estremo limite a ovest del Foro, il teatro all'aperto per la ginnastica ritmica e il canto corale, anch'esso con gradinate in marmo e appartato in un angolo tranquillo e suggestivo, i campi di rugby, pallacanestro e tiro a volo, il collegio scuola per avanguardisti-capicenturia, infine un vasto autoparco per 3000 vetture situato in vicinanza degli stadî e uno scalo ferroviario tra le stazioni di S. Pietro, Valle dell'Inferno e Flaminia, sono le opere che, in parte già realizzate e in parte in corso di costruzione, completeranno il vasto insieme progettato.
La rete stradale interna del Foro, che parte dal viale assiale del monolito, formata da ampî viali alberati di lecci, pini e cipressi, raccorda agilmente tra loro i diversi edifici e stadî, disimpegna i traffici interni collegandoli direttamente con quelli esterni.
Nelle particolarità esecutive e in tutti gli impianti le tecniche più moderne hanno avuto la loro più larga applicazione nelle costruzioni, sia nei riguardi delle ardite strutture di cemento armato (calcolate da A. Giannelli), sia in quelli dell'attrezzatura non comune delle installazioni igienico-sanitarie, per cui i 400 allievi dell'Accademia sono dotati giornalmente di 500 litri d'acqua per ognuno.
Così è stato per le apparecchiature dei gabinetti e laboratorî scientifici di radiologia, antropologia, antropometria, terapia fisica, fisiologia, anatomia e chimica e per i servizî in genere, da quello di riscaldamento che fornisce 1.550.000 calorie distribuite nei 150.000 metri cubi di volume degli ambienti, a quello d'illuminazione, della potenza di 150 kW di energia-luce e 100 kW di forza motrice, agli altri della produzione di acqua calda per 400 docce giornaliere, di aerazione, cucina e lavanderia, montacarichi, ecc.
Nell'applicazione dei marmi di Carrara, per la mole dei blocchi massicci, pesanti talvolta perfino 40 tonn. ognuno, con un totale di 18.000 tonnellate, si frapposero difficoltà non lievi specialmente per i trasporti; ma i maggiori ardimenti furono richiesti e le più ardue difficoltà vennero superate nell'impresa dell'escavazione, del trasporto e dell'elevazione del monolito Mussolini, progettato dall'arch. C. Costantini: blocco gigantesco, con la sua mole di 18 m. di lunghezza e 3 m. per lato, col suo peso di circa 300 tonnellate, che da un'altitudine di 800 m. s. m. alle cave di Carrara, raggiunse, per le vie del mare e quelle del Tevere, la sua definitiva destinazione.
Le opere principali, dall'edificio dell'Accademia caratteristico per la sua compostezza architettonica e per il suo tono rosseggiante di pozzolana romana accompagnato al candore dei marmi di Carrara in semplici ricorsi lineari e sobrie niquadrature, alla nitida ellisse dello Stadio dei marmi con i suoi 10 ordini di gradinate a blocchi quadrati, coronato da 60 statue di 4 m. ognuna (donate dalle provincie italiane), dal vasto catino verdeggiante dello Stadio dei cipressi alla stele marmorea del monolito Mussolini (alta sul piano 37 m.), vennero inaugurate da B. Mussolini il 4 novembre 1932.