ADORNO, Francesco
Nacque a Genova il 13 sett. 1533 da Vincenzo (m. 1576) e da Giroloma di Oberto Castiglioni. Secondo il Peragallo, sarebbe stato figlio di uno dei tre fratelli Adorno (Giuseppe, Francesco e Paolo), che emigrarono in Brasile verso la metà del sec. XVI. Andato in Portogallo, probabilmente insieme col padre, che vi avrebbe avuto interessi commerciali, entrò nella Compagnia di Gesù a Coimbra, in età di sedici anni, il 10 giugno 1549. Ritornato in Italia, nel 1560 a Padova fece la professione dei voti solenni. Ebbe incarichi direttivi: rettore del collegio di Padova (1560-64), primo rettore del collegio di Milano, ch'egli insediò in S. Maria di Brera (1564-67), vice-provinciale di Lombardia (1567-70) e provinciale (1573-78). In quest'ultima carica aggregò alla Compagnia una comunità di pii e zelanti sacerdoti, dimoranti in S. Antonio di Brescia sotto la direzione di Angelo Paradisi; ed ivi istituì un collegio di nobili. Promosse la fabbrica delle chiese di Forlì, di Ferrara, di S. Fedele a Milano e di Modena.
Elevato il collegio di Brera da s. Carlo al grado di università, l'A. ne fu fatto rettore la seconda volta (1581-84).
Di s. Carlo fu intimo confidente, confessore, direttore spirituale. Nel 1573, sull'elezione del generale della Compagnia riferì al Borromeo con lettera riservata (24 aprile) circa l'intromissione del papa, respinta rispettosamente ma con fermezza (pubblicata dal Tacchi-Venturi, pp. 479-481). Nel 1578 accompagnò il Borromeo nel pellegrinaggio fatto a piedi da Milano a Torino, in quattro giorni, fissandone le modalità e l'itinerario; ne scrisse poi ad un amico romano (23 ott. 1578). Collaborò col Borromeo nell'opera riformatrice della diocesi secondo lo spirito tridentino, fedele suo interprete in non poche delicate occasioni (nella controversia dei pubblici spettacoli, nella missione del 1581 presso Carlo Emanuele di Savoia, in Valtellina nel 1584). Avendo il Borromeo abbozzato un metodo per gli esercizi spirituali, volle che l'A. l'elaborasse e gli desse l'ultima mano.
Il Gioberti nel Gesuita moderno afferma che l'A., al tempo della peste di Milano (1576), si alienò l'animo di s. Carlo per aver negato tutti i religiosi che gli erano chiesti per l'assistenza degli appestati. Il Boero dimostra invece che la stima del Borromeo per l'A. non venne mai meno e che anzi più volte lo difese, come nel 1578, nel corso di vertenze giurisdizionali col governatore spagnolo d'Ayamonte, quando il gesuita siciliano Giulio Mazzarino, che predicava a Milano, si fece portavoce dal pulpito delle richieste avanzate dal governatore. Il Borromeo reagì contro il Mazzarino, deferendolo al Sant'Uffizio. Il Mazzarino allora accusò l'A. al generale d'aver aggravata la sua situazione presso s. Carlo. L'A. assicurò il superiore con lettere, che si conservano nell'archivio della Compagnia, ch'egli aveva più volte perorata la causa del Mazzarino, ma aveva trovato s. Carlo sempre irremovibile. Fu allora che questi scrisse a C. Speciano il 17 marzo 1579, confermando l'intervento dell'A. a favore del confratello e dichiarando la sua particolare stima per la Compagnia (cfr. le Lettere di s. Carlo Borromeo, Venezia 1762, pp. 14-15, e in G. Boero, Risposta..., p. 92).
Nel 1581, al tempo della congregazione che elesse a superiore della Compagnia il p. C. Acquaviva, il Borromeo lo propose a Gregorio XIII come generale; nell'ultimo ritiro spirituale (novembre 1584)a Varallo Sesia lo volle presso di sé, e lo ebbe vicino nel momento della morte a Milano.
Scomparso il Borromeo, l'A. si ritirò a Genova, dove morì il 13 genn. 1586. Dotato di senso pratico e capacità organizzativa, ebbe anche doti di scrittore e di verseggiatore. Si interessò di scienza economica, della quale studiò i fondamenti morali nel trattato De Cambiis (ms. nella Biblioteca Ambrosiana di Milano). Su richiesta del Borromeo scrisse due libri De Ecclesiastica Disciplina (ms. nella Biblioteca Ambrosiana).
Curò l'edizione delle operette spirituali del gesuita Fulvio Androzio e i sermoni religiosi di un suo zio carmelitano, Angelo Castiglione.
Singolare vicenda editoriale ebbe la sua lettera che riferiva in tono familiare sul pellegrinaggio a Torino con s. Carlo. Scritta pochi giorni dopo il ritorno a Milano, essa si trova fra gli atti della segreteria pontificia (in un codice di politicorum varia).Fu tradotta in latino dal canonico G. A. Guarnieri con amplificazioni encomiastiche di casa Savoia e inserita in un volume sulla S. Sindone. Il testo genuino è stato ritrovato e pubblicato da P. Savio.
Tra gli altri scritti inediti dell'A, sono quattro prediche tenute a Torino nel 1578 e un Discorso intorno all'historia di Genova mandato a mons. Uberto Foglietta (ms. forse autografo in Biblioteca Ambrosiana di Milano), posteriore all'opera dell'amico Foglietta (1581), per la quale compose anche un distico latino.
È stampata a Venezia (1829) una sua lettera al vescovo di Verona A. Valier intorno al libro di lui De rhetorica ecclesiastica, insieme con la risposta del Valier; l'opera era stata composta appunto per suggerimento dell'A. e del Borromeo. Dell'A. è la prefazione all'opuscolo dello stesso Valier, De acolitorum disciplina (Veronae 1583).
Nei Monumenta hist. Soc. Iesu, Litterae quadrimestres, IV, 207-218, è una sua relazione in data 30 apr. 1556 sulle opere della provincia di Portogallo; ibid., Lainii Monumenta, VII, 711-713, un suo voto, scritto a Padova il 14 febbr. 1561 sulla durata triennale del generale della Compagnia. Una sua lettera al p. Perpignano è in P. I. Perpiniani aliquot Epistolae, Parisiis 1683, pp. 130-132.
Fonti e Bibl.: Arch. Rom. Soc. Iesu, Ital. 66-69, 111-158 (carteggi); Vitae 85 (notizia biogr.); Monumenta hist. Soc. Iesu: Monumenta Ignatiana, ser. 1, Epistolae et instructiones, XI, 266; Lainii Monumenta, III-VIII; Litterae quadrimestres, IV, VI, VII; Polanci Chronicon, VI; Polanci Complementa, passim; Directoria, II, 30; Lettere del glorioso arcivescovo di Milano S. Carlo Borromeo, Venezia 1762, pp. 14-15, 37, 43 s., 58 s., 72; P. Giussani, Vita di S. Carlo Borrorneo, Roma 1610, pp. 335, 339, 345, 419 e passim; F. Sacchini, Historiae Soc. Iesu pars secunda sive Lainius,Antuerpiae 1620, p. 310; Ph. Alegambe, Bibliotheca Scriptorum Soc. Iesu, Antuerpiae 1643, p. 58 (notiz. biogr. e bibliogr.); F. Sacchini, Historia Soc. Iesu, IV, Romae 1651, pp. 1-8; F. Sacchini P. Possino, Historiae Soc. Iesu pars V sive Claudius, I, Romae 1661, pp. 280-281 (notiz. necrol.); B. De Rossi, Istoria genealogica e cronologica delle due nobilissime case Adorna e Botta, Firenze 1719, pp. 36, 198-200; G. B. Spotorno, Storia letteraria della Liguria, III, Genova 1825, pp. 161-165; IV, ibid. 1826, p. 232; G. Boero, Risposta a V. Gioberti sopra le lettere di S. Carlo Borromeo, Milano 1850 (specialm. Ii §§ IV-VIII); Id., Menologio della Compagnia di Gesù, Roma 1859, pp. 242-244 (sfrutta Arch. Rom. Soc. Iesu: Vitae 85, f. 1-4); C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, I, Bruxelles-Paris 1890, coll. 54 s.; VIII, ibid. 1898, col. 1671; XII (Rivière), Tolouse 1911-30, col. 48; P. Peragallo, Cenni intorno alla colonia italiana in Portogallo, in Miscell. di storia ital., XL (1904), p. 388 n. 4; A. Astrain, Historia de la Compañia de Jesús en la Asistencia de España, II-IV, Madrid 1905-31, cfr. Indice dei nomi; P. Tacchi-Venturi, Storia della Compagnia di Gesù in Italia, I, Roma 1910, pp. 236, 410, 479, 481; C. Pellegrini, S. Carlo e i Gesuiti, in S. Carlo Borromeo nel terzo centenario della Canonizzazione, Milano 1910, pp. 164-166; C. Gorla, Il p. F. A., ibid.,pp. 529-531; A. Ratti, S. Carlo e gli Esercizi spirituali di S. Ignazio, ibid.,pp. 482-488, poi in A. Ratti (Pio XI), Scritti storici, Firenze 1932, pp. 292-300; L. v. Pastor, Storia dei Papi,XI, Roma 1929, p. 443; F. Rodrigues, Hisroria de la Companhia de Jesus na Assistencia de Portugal,Porto 1931, I e II, cfr. Indici; D. Mondrone, L'opera dei gesuiti nella peste milanese 1576-1630,in La Civiltà Cattolica,LXXXII (1931), fase. 4, pp. 501-516 (attinge a Boero, cit.); P. Savio, Pellegrinaggio di S. Carlo Borromeo alla S. Sindone in Torino, in Aevum, VII (1933), pp. 423-454 (pubblica il testo autentico della relazione dell'A.); G. Castellani, La fondazione del Collegio di Brera di Milano, in La Civiltà Cattolica, LXXXV (1934), fase. 2, pp. 509-522; fasc. 3, pp. 28-40, 589-597; J. De Guibert, La spiritualité de la Compagnie de Jésus, Roma 1952, pp. 200, 372; A. Cistellini, Il P. Angelo Paradisi e i primi Gesuiti in Brescia, Brescia 1955, passim (dell'amicizia col venerabile Luzzago, p. 52); P. Pirri, Giovanni Tristano e i primordi della architettura gesuitica, Roma 1955, cfr. Indice dei nomi; L. Castano, Gregorio XIV (Sfondrato) 1535-1591, Torino [1957] (dell'amicizia con l'A., p. 155); Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., I, col. 591; Encicl. Cattolica, I, col. 325.