ARAIA, Francesco
Compositore, nato a Napoli verso il 1700, morto a Bologna verso il 1770. La sua prima opera, Berenice, fu data alla corte di Toscana nel 1730; la seconda, Amore per regnare, rappresentata a Roma, richiamò l'attenzione dell'ambasciatore russo in Italia, e nel '35 l'A. fu invitato a recarsi a Pietroburgo come direttore della nuova compagnia d'opera italiana. Colà Tredjakovskij tradusse la Forza dell'amore e dell'odio, opera che fu ripetuta due anni dopo in italiano col titolo di Abizaré. Altre opere in russo furono Mitridate (1747), L'incoronazione di Eudosia, Teodosia seconda (1751) e Didone abbandonata, sul dramma del Metastasio (1758), replicata l'anno seguente a Mosca. L'opera russa ebbe un decisivo progresso con lo spartito dell'A., La clemenza di Tito, su testo russo di Volkov. I cantanti, che fino allora erano stati in parte italiani, in parte russi, furono in seguito scelti fra i russi. A cantanti russi fu affidata l'opera Cefalo e Proci, su libretto di Sumarakov, estratto dalle Metamorfosi di Ovidio. Forse quest'opera fu la prima stampata in Russia. Le scene furono dipinte dal Valeriani, professore di prospettiva e ingegnere di corte. Il successo fu grande. Nel 1755 l'A. tornò in Italia, e visse gli ultimi suoi anni a Bologna.
Bibl.: O. v. Riesemann, Monographien zur russischen Musik, I, 1922.