BARBARO, Francesco
Francesco di Candiano Barbaro, patrizio veneziano, nacque a Venezia verso il 1395, e ivi morì nel 1454. Frequentò a Venezia la scuola di Giovanni da Ravenna, nel 1408 passò a Padova alle lezioni del Barzizza, e ivi si addottorò il 5 ottobre 1412. Trasferitosi nel 1414 il Guarino a Venezia, sotto la sua direzione il B. diede opera anche al greco, con tanto frutto, che nel 1416 pubblicò tradotti l'Aristide e il Catone maggiore di Plutarco. Nell'estate del 1415, visitò il circolo umanistico di Firenze, riportandone codici e contraendo amicizie: tra l'altre quella di Lorenzo di Giovanni de' Medici, cui dedicò l'anno dopo, per le sue nozze, il De re uxona (nuova ediz. per cura di A. Gnesotto, Padova 1915), grazioso trattatello, dove in un latino scorrevole e forbito espose precetti pratici attinti ai libri antichi e all'esperienza della colta società veneziana.
Qui hanno fine gli studî e principia la brillante carriera amministrativa e politica del Barbaro. Sostenne varie ambascerie: a Roma (1426 e 1428), a Ferrara (1433 e 1435), a Firenze (1436); governò come podestà Treviso (1422-23), Vicenza (1425-26), Bergamo (1430-32), Verona (1434-35), Brescia (1437-40), nella quale ultima città diede prova anche di destrezza militare, resistendo per alcuni mesi vittoriosamente all'assedio del Piccinino.
Lasciò un copioso epistolario, uno dei più ragguardevoli epistolarî umanistici, ricco di notizie storiche e letterarie, singolar monumento di equilibrio politico e di compostezza di dettato, dove formano pieno accordo la signorilità veneziana e il garbo dello stile appreso alla scuola del Barzizza e del Guarino.
Bibl.: [A. M. Quirini], Francisci Barbari et aliorum ad ipsum epistolae, Brescia 1743; R. Sabbadini, Centotrenta lettere inedite di Francesco Barbaro, Salerno 1884 (cfr. A. Wilmanns, in Gelehrte Anzeigen, XXI, 1884, pp. 849-85); id., Epistolario di Guarino Veronese, Venezia 1915-19 (cfr. l'indice); id., Storia e critica di testi latini, Catania 1914, pp. 29-43.