BARTOLOZZI, Francesco
Nacque a Firenze il 25 sett. 1728 da Gaetano, pistoiese, e da Maddalena Pieri. Suo padre, che aveva bottega di orefice sul Ponte Vecchio, pensava di fame senz'altro il suo erede e continuatore; ma il ragazzo, crescendo, manifestò altro animo e altre ambizioni, e all'età di otto anni intagliava già piccole lastre di rame per la stampa, ora copiando da Stefano Della Bella e da G. G. Frey, ora liberamente inventando. Più tardi, ammesso all'Accademia di Belle Arti, vi studiò disegno e pittura con Ignazio Hugford, avendo a compagno Giovan Battista Cipriani. Perfezionatosi quindi nell'esercizio del bulino e nella pratica dell'acquaforte, collaborò fra l'altro, con sorprendenti incisioni in facsimile, alla Raccolta di cento pensieri diversi del Gabbiani che I. Hugford andava preparando e che avrebbe poi visto la luce nel 1782. Il 24 ag. 1748 partì per Venezia, centro fra i più reputati d'Europa di produzione e di diffusione della stampa incisa. Giuseppe Wagner lo ospitò nella sua casa e gli diede subito lavoro nella sua bottega. Qui il B. rimase per sei anni, fratemizzando con un altro incisore suo coetaneo, Fabio Berardi da Siena. Sono di quel periodo, oltre a molti rami anonimi, quelli firmati "Bartolozzi appo Wagner". Ma la sua forza e la sua personalità si affermarono a tal segno che lo stesso maestro lo incoraggiò a metter su bottega per conto proprio, e quando il giovane si sposò con Lucia Ferri, figlia del medico veneziano Francesco Domenico, gli fece da testimone.
La figura del B. incisore, per quanto suscettibile di ulteriori sviluppi, era ormai formata. Wintuizione ch'egli aveva della forma sotto la specie del rame inciso si fondava sulla tradizione dei tratteggio modellante in senso prospettico, ottenuto sia con il bulino sia con l'acquaforte, o con l'uno e l'altra associati, ma appariva subito agli occhi di tutti nuova nel modo e nel tono. Ciò che di meglio era stato prodotto in quel secolo a Venezia risommava in lui. La interpretazione bartolozziana dell'Annunciazione del Piazzetta è, in questo senso, un'opera di effetto irresistibile. Ed ecco, interpretati con lo stesso sentimento, gli affreschi di I. Guarana, i paesaggi mitologici di F. ZuccareW, le vedute di fantasia di Marco Ricci, fra cui il B. inserisce, come per prova di bravura, qualche rame intagliato all'acquaforte e a tratto libero. Tale, appunto, il suo Oro di Brenno (Camillo e i GaW), desunto da un dipinto di Sebastiano Ricci in casa Zanetti e da lui stesso definito nella didascalia "alla pittoresca".
Le stampe del B. erano ormai apprezzate e ricercate dappertutto e la sua fama si andava sempre più allargando. Nel 1760 monsignor Bottari lo chiamava a Roma per assicurarsi la sua collaborazione nella edizione delle Vite del Vasari e in altre imprese. Ma Richard Dalton, bibliotecario e consigliere del re Giorgio III, trovandosi in Italia, lo persuase a recarsi a Londra, dov'egli, dopo aver ceduto a G. B. Piranesi i dodici disegni incisi dal Guercino ed il gran rame del Camillo, si trasferiva nel 1764, accompagnato non dalla moglie, che non volle seguirlo, né dal figliuolo, ma da quel suo allievo, "Zanetto intagliatore", di cui parla il Baretti in una lettera londinese del 12 ag. 1769.
A Londra il B. ritrovò l'amico G. B. Cipriani, il quale si era stabilito in Inghilterra fin dal 1755. Iniziata la riproduzione in facsimile di sessantaquattro disegni del Guercino, conservati nella collezione reale di Windsor Castle, il B. si piegò subito a sperimentare la tecnica del "crayon", da poco introdotta dalla Francia ed adottata specialmente dal Ryland, e già nel '65 pubblicava il S. Giovanni Battista disegnato dal Domenichino per il dipinto di S. Andrea della Valle in Roma, cui seguivano il Fauno e l'Ermafrodito ed altri disegni del Cipriani. Quindi, dalle rotelline dentate, simulanti il segno sgranato del lapis, passava alla maniera apparentemente affine, ma in sostanza diversa, del "punteggiato" o "granito", che si è soliti chiamare "inglese".
Di questa maniera, che ha in realtà origíni italiane, culminando, tra la fine del '400 e i primi ael '500, in Giulio Campagnola, e che si ricollegava peraltro al punteggiato parziale e sussidiario di tutta la scuola veneziana del secolo, il B. divenne padrone assoluto e la impose a tutta Londra intellettuale e mondana, che nell'ideale di bellezza propagato per suo mezzo sembrava in quel momento riconoscersi. Egli aveva una preparazione formidabile ed era difficile che con quel tipo d'incisione, apparentemente inconsistente, cadesse nel vuoto e nel molle. Nei rami del B., infatti, anche dove sembrano eliminate del tutto le tracce dell'ago o delle rotelline giranti nel senso del modellato, si sente che questo èsorretto da una scienza della linea non comune.
Il successo fu rapido e completo, e ad un anno di distanza dal suo arrivo a Londra il B. fu chiamato a far parte della Incorporated Society of Artists. Il Boydell divenne il suo editore ufficiale e i maggiori pittori presero a contenderselo per la riproduzione delle loro opere. A potenziare questo stato di cose giungeva dalla Svizzera Angelica Kauffinann con l'eroismo patetico del suo mondo pittorico. Anche la tragedia diveniva un'estasi, così nelle concezioni del Cipriani e della Kauffmann, come nelle incisioni del Bartolozzi. Si può dire anzi che queste influissero sempre più su quelle e che in ciò consistesse il proprio dell'arte del B., là dov'egli non voleva essere inventore, ma traduttore soltanto. I disegni del Cipriani e della Kauffmann, i ritratti infantili di Maria Cosway, le scenette familiari di Bunbury e di Hamilton, erano in un certo senso come li voleva il B., o come li richiedeva il suo genere d'incisione, che egli rivestiva anche di colori, ove lo ritenesse opportuno, nel modo più sobrio e signorile. A un dato punto le commissioni che gli arrivavano erano tante, che non meno di cinquanta allievi lo coadiuvavano nella sola preparazione delle lastre da intagliare. Perfino il diploma della Royal Academy, che lo aveva nominato suo socio fondatore, fu inciso, su disegno del Cipriani, dal B., e quando a Parigi fu progettata l'edizione delle Opere di Pietro Metastasio (1778-80), egli fu chiamato a collaborarvi.
A bulino, e nei modi tradizionali, sono incisi alcuni dei suoi più importanti rami, quali la Clizia abbandonata da Apollo di Annibale Carracci, il Temporale di Woollett e la Morte in Parlamento di William Pitt. Quest'ultimo rame, desunto da John Singleton Copley, toccò il cuore di tutti gli Inglesi, che idolatravano il grande statista, e fu pubblicato per sottoscrizione, raccogliendo immediatamente 1720 firme, di cui 320 per prove avanti lettera. Né al B. mancò, con la vena comica e caricaturale, il linguaggio per esprimerla, come dimostrano alcune stampe di sua o di altrui invenzione, quali il Maestro cromatico, il cosiddetto Ecce Homo, I ghiottoni (Il pranzo d'Aldermann da N. Dance), la Frascatana per l'opera di Paisiello. Ma è nel ritratto specialmente che il B., dopo l'esperienza compiuta sui disegni dei principali personaggi della corte di Enrico VIII di Hans Holbein il Giovane delle collezioni reali, da lui incisi uno per uno, dà la piena misura della sua forza.
Egli vede più addentro degli stessi pittori che a lui si rivolgono, e di ciò il più grande ritrattista del tempo, J. Reynolds, gli dà lode. I ritratti da Lawrence, da Reynolds, da A. Roslin, da Diana Beauclerk, da J. Russel, da Gainsborough, da J. Dowman, i due ritratti dell'ammiraglio Acton, di cui uno dipinto da J. Trombuld e l'altro disegnato dallo stesso B., possono considerarsi, per rendimento di carattere e robustezza e proprietà di linguaggio, fra le più belle stampe della seconda metà del sec. XVIII, anche se eseguite a "crayon" o a granito e perfìno, talvolta, con l'ausilio dell'acquatinta. Così anche i volti dei bambini, divelti dal raccontino e dall'ahegoria e riportati nella realtà, prendono a differenziarsi e a vivere di vera vita, come nel ritratti della principessina Amelia da Lawrence, delle principessine Sofia e Amelia da Copley, di lord Burghersh, di L. Stanhope, di Luisa Gautherot da Reynolds.
Il B. aveva quasi settant'anni quando incise alcuni fra i più poderosi di questi ritratti; né a quell'età la capacità d'inventare, come quella d'interpretare, gli faceva difetto: del 1793 è il suo delizioso Mercato dell'Amore;del 1796 è il bel Bacco bambino, e di quello stesso tornoi di tempo sono su per giù le illustrazioni del Paradiso perduto di Milton, da cui più tardi sarebbe partito lo Stubbs per le piu complesse realizzazioni dei suoi animali incisi.
Il 2 nov. 1801, a causa di una crisi finanziaria in cui era stato travolto dalla sua incredibile generosità e dai disordini del figlio Gaetano, lasciò all'improvviso Londra, sordo alle insistenze di quanti volevano trattenerlo ed aiutarlo, e si trasferì a Lisbona, dove assunse la carica di dìrettore dell'Accademia di Belle Arti. Ma non smise mai di lavorare. Aveva già 80 anni quando intagliò da L'Evéque, nei modi tradizionali dell'acquaforte e del bulino, L'imbarco per il Brasile di Giovanni VII Principe Reggente del Portogallo, la cui protezione e quella di sua madre, Maria I, gli sarebbero venute a mancare, per lo spazio di sei anni, dopo l'occupazione francese del 1807. Il 2 marzo 1815, a 87 anni di età, stava lavorando intorno al S. Girolamo del Correggio, quando chinò il capo sul rame e morì. Due domestici avidi e senza scrupoli lo spogliarono di tutto e ne gettarono il cadavere nella fossa comune di S. Isabella.
Il rame di S. Girolamo,completato nel 1821 da Hendrich Karl Muller, si conserva al Louvre. Nel Catalogo Baudi di Vesme-Calabi vengono assegnate al B. 2553 stampe; ma noi ne conosciamo ancora altre, specie del periodo veneziano. Nel Gabinetto degli Uffizi si conserva un gruppo di stampe del B., fra le più belle, com'egli stesso conferma mi un autografo, uscite dal suo studio londinese. Esso fu donato alla città nativa dell'incisore dal violinista Luigi Borghi che, vivendo a Londra dal 1774 al 1788, si era legato al B. di strettissima amicizia.
Il figlio del B., GAETANO STEFANO, nato a Venezia nel 1757, quivi visse con la madre, che non aveva mai voluto raggiungere il marito a Londra, fino all'età di 17 anni, e solo nel 1774 raggiunse il padre. Gli ultimi viaggi a Venezia di Gaetano, che frattanto si era dedicato saltuariamente all'incisione, sotto la guida patema, e, in qualità di dilettante, alla musica, sono del 1787, 1793 e 1799. A quest'ultima data egli si trovava già da due anni a Parigi, dopo il fallimento a cui aveva condotto una bottega di stampe che il padre gli aveva messa su a Londra, per aiutarlo ad uscire dagl'imbrogli in cui s'era cacciato, specie per colpa della donna a cui si era unito, la cantante Teresa Jansen, da cui ebbe una figlia, Lucia Elisabeth, la futura famosa Madame Vestris. Quíndi, anche dopo la partenza del padre per Lisbona, seguitò a far spola fra Parigi e Londra, dando in luce ancora qualche stampa paterna- Il Napoleone di Andrea Appiani risulta pubblicato da lui a Londra il 10 genn. 1802. Stabilitosi definitivamente a Parigi, vi conduceva per un'altra ventina d'anni vita mediocre e vi moriva il 25 febbr. 1821.
Gaetano incise, mentre era a Londra, imitando la maniera vaporosa di suo padre e utilizzando probabilmente qualche rame da questo già incominciato o approntato, un ritratto di Madame Recamier da un dipinto di Maria Cosway. Un'altra sua incisione si trova nell'opera The Italian School of Design di W. Y. Ottley, pubblicata a Londra nel 1823, cioè due anni dopo la sua morte, e riproduce un nudo muliebre a sanguigna di Annibale Carracci. Un altro disegno da lui ricavato, per essere inciso, da un ritratto del visconte George Mac Artney di W. Edridge, ma rimasto inedito, sì conserva al British Museum.
Bibl.: Vastissima è la bibliografia sul B.; di lui e della sua opera trattano tutte le storie generali dell'incisione. E così i dizionari degli artisti in genere e degli incisori in specie: G. K. Nagler, Neues allgemeines Künstler-Lexikon, I, München 1835, DI). 298-301; M. Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, I, Paris 1850, D. 167 (anche per Gaetano); U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, II, pp.580-582 (anche per Gaetano). Numerosissimi inoltre sono gli articoli d'occasione, dedicati al B. dal sec. XIX in poi, come quello di E. B. Nash, in Magazine of Art del 1886, p. 143, e quello di J. T. H. Baily, in The Connoisseur del 1907, n. str. 3. Ci limitiamo perciò a segnalare i libri e i saggi critici seguenti, alcuni dei quali apparsi dopo la scoperta dell'atto di nascita del B., dovuta al Di Vesme, e di altri documenti e dati relativi alla sua vita e alle sue opere: G. Longhi, La Calcografia, Milano 1830-31, pp. 203-212;G. Ferrario, Le classiche stampe, Milano 1836, pp. 31-37;R. Portalis-H. Béraldi, Les graveurs du XVIII siècle, I, Paris 1880, pp. 98 ss.; A.W. Tuer, Bartolozzi and his works, London 1881 (anche per Gaetano); R. Calzini, Esposizione d'incisione italiana, Londra 1916, pi).III e IV; F. Hermanin, L'incisione italiana del Settecento, in Il Settecento italiano, I, Milano-Roma 1932, p. 17;S. Brinton, B. and his pupils in England, London 1903 (anche per Gaetano); G. Baretti, La scelta delle lettere familiari,Bari 1912, p. 144; Id., Epistolario'Bari 1933, 1p. 406; A.Petrucci, Fortuna del B., in Fiera Letteraria, Milano, 17 apr. 1928;A. Baudi di Vesme-A. Calabi, F. B., Catal. des estampes, Milano 1928 (anche per Gaetano); G. F - 142 ss., Guarnati, Bianco e Nero,Milano 1937, PP A. Petrucci, Il volto segreto dell'incisione italiana del Settecento, in Bollett. d'Arte, XXXII (1938), pp. 347-349;R. Pallucchini, Mostra degli incisori veneti del Settecento,Venezia 1941, pp. 118121;A. Petrucci, Maestri incisori,Novara 1953, pp. 84-91;K. R. Towndrow, The craft and appreciation of stipple and crayon engraving in England, in Apollo, LVII (1953), pp. 45-53; L'opera del genio italiano all'estero, A. Petrucci, Gli incisori ital. dal sec. XV al sec. XIX,Roma 1958, pp. 159-165;Id., La signora Lucia, in Il Messaggero, 17 marzo 1962.