CARACCIOLO, Francesco
Figlio di Ettore, detto l'Astrologo, barone di Amorosi, e di Dianora Faustina Loffredo, nacque nella prima metà del sec. XVII. Nell'agosto del 1647 era a Grottole (Matera), marchesato del fratello Giuseppe, quando la rivolta scoppiata a Napoli coinvolse anche la cittadina. Fuggitone e postosi al servizio del duca di Martina, nell'ottobre si unì ai baroni antipopolari, che si erano coadunati ad Aversa. Sotto il comando di Vincenzo Tuttavilla il C. partecipò agli scontri svoltisi vicino ad Angri e a Scafati e, dopo la conquista di Torre Annunziata, nel novembre, fu inviato con il duca di Martina a stringere d'assedio Torre del Greco, riportando, dopo aver ricevuto rinforzi, la vittoria sui popolari. Successivamente combatté a Somma e nei pressi di Cardito, il 27 novembre, dove riportò una ferita a un braccio. Il 23 marzo 1648 il C., mentre il duca di Guisa - con il quale egli si era forse compromesso rendendogli omaggio - stava per concludere la sua avventura napoletana, si imbarcò con il fratello alla volta delle terre di lui.
Restaurata l'autorità spagnola e ritornato l'ordine nel paese, il C. partecipò nel 1654, quale maestro di campo nell'esercito di Filippo IV, alla campagna contro la Catalogna, ribellatasi al sovrano e occupata dai Francesi. Risoltasi felicemente per le armi spagnole questa impresa, con la stessa qualifica combatté anche in Lombardia durante la guerra franco-spagnola per il possesso di Casale Monferrato, che ebbe inizio nello stesso anno.
Alla morte del fratello Giuseppe, nel 1665, il C., che dieci anni prima aveva sposato Laura Capece Minutolo, dalla quale ebbe parecchi figli, fra cui Giovanni Battista, Ercole e Nicola, gli successe nei feudi, divenendo marchese di Grottole. Nell'estate del 1670 fu inviato a Madrid come ambasciatore della città di Napoli, dove si andavano allora placando i contrasti fra il viceré, Pedro Antonio d'Aragona, che cercava di appoggiarsi all'eletto del popolo, e i nobili, anche se le difficoltà dei rapporti fra le varie classi sociali erano tutt'altro che superate. Il C. rimase in Spagna due anni, ottenendo soddisfacenti risultati in favore della città, alla quale il 20 sett. 1672 venivano conferiti tutti i privilegi e le grazie conferitile in precedenza ed alle cui rivendicazioni si dava in tredici punti risposta positiva.
Avvenuta nel 1674 la rivolta di Messina, che con l'aiuto francese si sarebbe protratta fino al 1678, il viceregno si trovò a subire un periodo di difficoltà economiche notevoli e di travaglio per i sospetti delle autorità spagnole. In questa occasione anche il C. fu colpito dall'accusa, molto probabilmente infondata, di essere filofrancese. Ciononostante il 16 ott. 1675 egli ottenne il regio exequatur alla concessione, accordatagli il 10 luglio 1673, di cambiare il titolo di marchese di Grottole con quello di marchese di Amorosi (Benevento).
Nel 1684, dopo il bombardamento di Genova da parte della flotta francese, il C. fu inviato nella città a recare gli aiuti predisposti dal viceré. Nel 1680 e nell'anno successivo era stato protagonista in una bega alla cui origine era una questione di debiti.
Di lui, che dal 1677 faceva parte del Consiglio collaterale "di cappa corta", non si hanno altre notizie, oltre alladata della morte avvenuta l'8 sett. 1691.
Fonti e Bibl.: P. Capecelatro, Diario, a cura di A. Granito, I, Napoli 1850, p. 192; II, ibid. 1852, pp. 179, 195, 210, 247, 282, 295, 466, 578; D. Confuorto, Giornali di Napoli…, a cura di N. Nicolini, I, Napoli 1930, pp. 49, 63, 363; A. Valori, Condottieri e generali del Seicento, Roma 1943, p. 72; G. Galasso, Napoli nel viceregno spagnolo..., in Storia di Napoli, VI, Napoli s. d. (ma 1970), pp. 148, 154, 191, 207; Id., Napoli spagnola dopo Masaniello, Napoli 1972, pp. 148, 154, 191, 207; F. Fabris, La geneal. della famiglia Caracciolo, a cura di A. Caracciolo, Napoli 1966, tav. XLV bis.