CARRARA, Francesco
Nacque da agiata famiglia a Spalato (Dalmazia) il 16 nov. 1812, e fu accolto dodicenne nel seminario vescovile per seguirvi gli studi di grammatica, retorica e filosofia. Il padre, che morì quand'egli aveva diciannove anni, l'aveva consigliato di dedicarsi agli interessi familiari, ma il C. volle proseguire gli studi di teologia nel seminario centrale di Zara. Avviato allo studio di Plutarco e dell'archeologia dal Ciobarnich, fu inviato nel 1836, nonostante qualche ostilità, all'istituto S. Agostino di Vienna dall'arcivescovo Paolo Miossich; qui compì gli studi e celebrò la prima messa nella cappella privata del nunzio pontificio monsignor L. Altieri, che l'aveva preso a benvolere. La sua prima pubblicazione concerne proprio un piombo inedito di Teodora Ducaina, moglie di Michele VIII Paleologo, facente parte della collezione dei principi Altieri (Piombo unico inedito attribuito a Teodora figlia di Giovanni Ducas moglie di Michele VIII Paleologo, Vienna 1840). Ad altri studi poté attendere a Vienna, ove egli soggiornò ancora per due anni, pubblicando articoli scientifici su riviste e giornali.
Richiamato a Spalato dall'arcivescovo G. Godeassi, il C. assunse nel 1842 l'insegnamento della religione e della storia universale nel seminario vescovile, venendo quasi contemporaneamente nominato conservatore interino del Museo di antichità. Sono di questo periodo la traduzione de Il Curato (Venezia 1842) del Lamartine, la laurea in teologia conseguita a Padova, la pubblicazione di duecentotrentuno documenti (secc. XI-XVII) dell'Arch. capit. di Spalato tratti da copie viennesi (Spalato 1844) e de La Chiesa di Spalatoun tempo Salonitana (Trieste 1844) in cui - contro l'opinione dell'Appendini - sostenne il primato durato nei secoli della Chiesa di Spalato, metropoli di Dalmazia e Croazia; infine diede inizio alla pubblicazione de La Dalmazia descritta, con quarantotto tavole miniate (Zara 1846) ad illustrazione della geografia, dell'emografia e della linguistica, cui doveva seguire una terza parte, rimasta manoscritta, dedicata alle singole località.
Riordinato e arricchito il Museo di Spalato, il C. ottenne nel settembre 1844 il primo assegno annuo per scavi a Salona, cui diede inizio nel gennaio del 1846 continuandoli fino al 1850.
Già Carlo Lanza, per incarico di Francesco I, aveva eseguito nel '21 scavi e assaggi lungo la costa, ma le prime indagini condotte con moderni criteri si devono al C., il quale identificò il sito della urbs antiqua e della urbs nova, raccolse e interpretò un buon numero di epigrafi e di monete, di bassorilievi e statue, mise in luce mura, porte e bastioni. Egli illustrò le sue ricerche in numerosi lavori, arricchiti di tavole: Topografia e scavi di Salona negli anni 1846-49 (Trieste 1850), De' scavi di Salona nel 1848 (Wien 1850), De' scavi di Salona nel 1849 (London 1851), De' scavi di Salona nel 1850 (Praga 1852).Non mancarono le polemiche e fra quanti negarono valore alle sue scoperte insorsero F. Lanza, figlio di Carlo, ed A. Frisiani, mentre più autorevoli voci si levarono in suo sostegno, cosicché la Commissione aulica degli studi lo confermò direttore effettivo del Museo di Spalato (3 luglio 1847).Continuando nell'insegnamento, il C. compì escursioni nell'agro, sul luogo dell'antica Equum (Gardun) e del Pons Tiluri, decifrando iscrizioni e ricostruendo il tracciato delle strade romane, e propose restauri atti a meglio conservare il palazzo di Diocleziano e a valorizzare i templi di Giove e di Esculapio (F. Carrara-V. Andrich-L. Cocchiatti, Illustrazione di progetti riguardanti il palazzo di Diocleziano a Spalato, Zara 1851).
Nel settembre 1847 partecipò a Venezia al IX Congresso degli scienziati italiani, suscitando i sospetti delle autorità e del clero retrivo di Spalato. Altrettanto sospetta era parsa la collaborazione da lui prestata ai periodici padovani Giornale Euganeo e Caffè Pedrocchi.Cosìnon mancò chi nel '48 lo accusò d'essere "fanatico partigiano di Venezia e cointeso coi rivoltosi italiani", finché nell'ottobre del '49 la direzione del seminario lo sospese dall'insegnamento e nel settembre del 1850 anche l'Accademia di Vienna gli negò i fondi per ulteriori scavi. Egli ebbe peraltro le simpatie di molti autorevoli cittadini e del podestà liberale A. Bajamonti.
Ma invano il C. cercò a Vienna i mezzi per continuare gli scavi di Salona: deluso, rinunciò anche agli altri incarichi archeologici. Gli fu offerta invece dal ministero la compilazione d'una antologia letteraria per le scuole, ampia opera in tre volumi, preparata in gran parte a Venezia e uscita nel 1853 a Vienna, a cura dell'I.R. Amministrazione e vendita libri scolastici, col titolo di Antologia italiana proposta alle classi dei ginnasi liceali.Altre opere di questo periodo, accanto alla collaborazione prestata alla Gazzetta di Zara e ad altri periodici italiani e stranieri, sono la traduzione dei Canti del popolo dalmata (Zara 1849) e la memoria Della geografia fisica della Dalmazia (Petersburg 1852).
Addolorato per l'ostilità d'un parte del clero locale, il C. accettò nel settembre 1853 la nomina a professore nel ginnasio superiore di S. Caterina a Venezia, e lasciò per sempre Spalato. Ammalato di bronchite, si aggravò di nuovo, dopo un effimero miglioramento, ed egli morì a Venezia, assistito dalla madre e dalla sorella, il 29 genn. 1854. Ebbe solenni esequie a S. Maria Formosa.
Della sua feconda attività di studioso rimasero la notevole biblioteca, contenente pure antichi manoscritti, ed alcuni lavori inediti basati su documenti dell'Archivio capitolare di Traù, riguardanti i vescovi e gli arcivescovi di Spalato e il comune rurale di Poglizza.
Fonti e Bibl.: N. Tommaseo, Dizion. estetico, Parte moderna, Milano 1853, p. 62; L'Osserv. dalmato (Zara), 3 febbr. 1854; L'Osserv. triestino (Trieste), 1º marzo 1854; A. Baiamonti, Della vita e degli scritti dell'ab. dr. F.C., cenni…, Spalato 1854; F. Schweitzer, Notizie peregrine di numismatica e di archeol., Trieste 1854, p. 129; S. Gliubich, Diz. biogr. degli uomini ill. d. Dalmazia, Vienna 1856, pp. 75 ss.; F. Bulic, Razvoj arheoloôkih istraûivania i nauka u Dalmaâiji kroz zadni milenij, in Vjesnik za arheologiju i historiju dalmatinsku, XLVII (1924-25), Suppl., p. 12; E. Ceci, I monumentti pagani di Salona, Milano 1962, I, pp. 23 s.; M. Cace, L'ab. F. C. di Spalato…, in La Rivista dalmatica, XLIV (1973), 2, pp. 111-23.