CICHÈ, Francesco
Stampatore e incisore "panormitanus", è noto dal 1707 e attivo fino alla morte, avvenuta nel 1742, a Palermo. Nell'ambito della complessa cultura palermitana della prima metà del XVIII secolo le sue opere costituiscono una precisa testimonianza della situazione sociale, "animata" dalla produzione libraria e "registrata" o interpretata nelle incisioni, sottile e acuto sguardo sui vari aspetti della realtà del tempo. Legato ai più importanti committenti della città, come il Senato, i gesuiti, l'arcivescovado, il Caruso, il Mongitore, il C. dal 1707 al 1733 partecipò - pur nel ruolo di "minore" - alla formazione dei clima culturale che avrebbe portato solo più tardi i frutti del "Settecento riformatore". Dalle opere devozionali del primo periodo (un Confortodegli afflitti..., del 1706-07, del Gravina de Cruyllas, IlDiametro, ovvero le perfezioni di Maria..., del 1708, di M. Salpetra) il C. giunse nel 1709 alla edizione de La Sicilia in prospettiva...del gesuita G.A. Massa, dedicata al Senato palermitano. Del 1711 sono le belle incisioni del libretto di Pietro Vitale, segretario del Senato, Le simpatie dell'allegrezza tra Palermo e la Castiglia..., con apparati festivi, archi tionfali, addobbi sulle facciate dei palazzi, anche da disegni di A. Grano, Paolo Amato, Mario Cordua, nelle quali traspare chiaramente la influenza delle incisioni di Filippo Juvarra nel libretto di N.M. Sclavo Amore ed ossequio di Messina... in onore di Filippo V, stampato nel 1701. Accanto alla conoscenza delle incisioni di Juvarra è probabile lo studio anche di quelle del Callot, Stefano della Bella, e di Agostino Scilla, che potevano circolare nella capitale siciliana aperta a nuovi interessi e scambi europei;attraverso storici come G. B. Caruso e la fondazione di varie accademie (nel 1718, 1719, 1721).
Nel 174 il C. illustrò il libretto di Pietro Vitale La felicità in trono..., per l'ingresso di Vittorio Amedeo di Savoia e Anna di Orléans, con incisioni di buona qualità, anche su disegni di A. Grano, P. Amato, Andrea Palma, attraverso le quali appare lo sfarzoso "velario" teatrale che sostituisce la città reale, creando - con gli archi trionfali, le "macchine per i fuochi artificiali" - una spazialità e realtà "altra", offerta come sfondo al trionfo regale. L'attenzione del C. al fastoso rito del poteré è espressa dalle sue incisioni in questo libretto, nelle quali coglie con sguardo acuto e talvolta ironico le "trasformazioni" dei luoghi. Un tentativo di cimentarsi nella ritrattistica ufficiale e accademica (ma di modesta qualità) è il ritratto di Giacomo Bonanno, duca di Montalbano, nel volume Delle antiche Siracuse... del 1717 - ristampa, a c. di G. B. Caruso ed altri, dell'opera del Bonanno sull'antica Siracusa del 1624 -, che fu ornato dal C. con la riproduzione delle secentesche incisioni del Lomia, "riviste" con senso decorativo tutto settecentesco e piacevolmentepreilluministico. Al C. può essere attribuita anche la incisione dell'Antica Siracusa copiata da quella del volume di F. Cluverio Siciliaantiqua... (1619). Di notevole interesse documentario sono le tre incisioni da lui "inventate" (Battaglia di Francavilla, Assediodi Messina, Accampamento presso Palermo) per il Diario anonimo della guerra in Sicilia tra Spagna e Austria, pubblicato nel 1721 a, Colonia e Palermo.
Nel 1720 apparve per la stampa del C. il libro di G. B. Caruso: Historiae Saracenico-Siculae varia monumenta... (dopo la pubblicazione nel 1716 del primo volume delle Memorie historiche dellostesso Caruso, con la riproduzione della carta della Sicilia del, Cluverio, forse del Ciché). Nel 1723 fu stampata (in due volumi) la Bibliotheca historica Regni Siciliae..., sempre ad opera del Caruso., Nello stesso anno 1723 il C. pubblicava il Breve ristretto della architettura militare... di Tommaso Maria Napoli, mentre continuava come tipografo una intensa attività di stampa di "santini", lunari, opuscoli devozionali, "officii di morte", "indulgenze", "bolle" per l'arcivescovado, ecc. Nel 1724 eseguì le quattro incisioni - di grande significato storico-documentario oltre che stilistico - che illustrano L'attopubblico di fede... del Mongitore, scritto in occasione del processo e della condanna al rogo di due eretici, il 6 apr. 1724 a Palermo. Il C. appare in queste opere volto ad una acuta analisi dei fatti con una sensibilità quasi "hogarthiana" nella definizione degli spazi e dei "personaggi" (come nella scena del rogo) fissati dal segno veloce e preciso negli atteggiamenti e "gesti" di una assurda "normalità". All'ambito della cultura figurativa più ufficiale e diffusa di un Sozzi o Borremans appartengono le incisioni che illustrano Il corteggio degli angioli al merito di s. Rosalia... di Michele del Giudice, del 1725, mentre sono una "riedizione" di quelle del '14 le belle incisioni che ornano il volume di Pietro La Placa La reggia in trionfo... in onore di Carlo M, del 1736. Alla stamperia del C. si devono anche vari drammi musicali per il teatro palermitano di S. Cecilia, come L'amor tirannico (1726), L'Agamira (17321, IlSiface (1732), e la stampa delle carte da gioco, per la quale ottenne il monopolio per la Sicilia, con esclusione di Messina.
Un interessante documento è anche il lungo inventario testamentario del C., conservato neIrArchivio di Stato di Palermo e pubblicato dal Caruso (pp. 37-571, dal quale emerge la ricchezza del patrimonio dell'abile tipografo (possessore di argenti, quadri, gioielli, case, mobili), e che offre precisi elementi per una "storia sociale" siciliana del primo Settecento.
Bibl.: D. Scinà, Prospetto della storia letter. di Sicilia nel secolo decimottavo, Palermo 1859, pp. 82 n. e passim;N. D. Evola, Ricerche stor. sulla tipografia sicil., Firenze 1940, pp. 114 ss.; G. Bellafiore, Iconografia della cattedrale di Palermo..., in Boll. d'arte, LVII(1972), p. 105; B. Caruso, L'opera grafica di F. C...., con note bio-bibl. di A. Giuffrida-E. Casile, Palermo 1976.