CURTI (Corti), Francesco
Di questo incisore bolognese del sec. XVII mancano esaurienti dati biografici. Incerte sono anche la data di nascita e quella di morte; secondo la maggior parte dei repertori sarebbe nato a Bologna verso il 1603 ed ivi morto attorno al 1670.
Sia Huber (1800) sia L. De Angelis (Notizie... aggiunte a G. Gori Gandellini, IX, Siena 1811, p. 82) avanzano l'ipotesi che fosse parente dell'incisore reggiano contemporaneo Bernardino Curti. Il Miller (1972, p. 9), invece, ipotizza che vi fosse, probabilmente, un legame di parentela tra il C. e il quadraturista bolognese Girolamo Curti detto il Dentone, basandosi però soltanto sul fatto che il C. incise una dedica a Vespasiano Grimaldi il cui palazzo è stato, in parte, affrescato dal Dentone. Pare, inoltre, che il C. sia stato allievo del Guercino, ma non si conoscono sue opere di pittura (De Boni, 1852). Certo è, comunque, che il C. fu maestro dell'incisore bolognese Francesco Maria Francia, al quale affidò l'incarico di eseguire alcuni disegni da lui poi tradotti in incisione per un'opera di carattere scientifico di Giacomo Zanoni intitolata Il libro de' Semplici (Zanotti, 1739).
Il C. è noto soprattutto per le sue incisioni di traduzione. Eseguì, infatti, soprattutto a bulino, diverse serie di stampe tratte da disegni dei Carracci, del Guercino, di Guido Reni, Simone Cantarini, Denis Calvart, Giuseppe Maria Mitelli, Giovanni Maria Tamburini ed altri. Incise diversi manuali propedeutici al disegno, il primo dei quali, pubblicato nel 1633. comprende 17 tavole tratte da disegni di Guido Reni. Le incisioni che compongono la serie, intitolata Esemplare per li principianti del disegno, sono numerate e precedute da un frontespizio con dedica al marchese e senatore Antonio Lignani (Bartsch, 1818). P. A. Orlandi, nell'Abecedario pittorico (Bologna 1704)., pur non dedicando una voce al C., ricorda, nella Tavola IV de' libri servibili, necessarij e utili ai pittori, e scultori (p. 407) una "Scelta di disegni a' studenti pittori di Guido Reni, e del Parmigianino intagliati da F. Curti".
Il C. incise inoltre altri due manuali propedeutici tratti entrambi da disegni del Guercino.
Il primo di questi esemplari per apprendisti disegnatori comprende 19 fogli incisi a bulino ed è introdotto da un frontespizio che raffigura Ercole che uccide l'Idra. Il volume, la cui data di pubblicazione è sconosciuta, è dedicato a monsignor Giulio Degli Oddi (Gori Gandellini, 1808; Gaeta Bertelà-Ferrara, 1973). Il secondo manuale, intitolato I prncipi del diseignare, comprende 26stampe a bulino ed è databile attorno al 1640 (Malvasia, 1678, p. 129; Gaeta Bertelà-Ferrara, 1973); al Gabinetto naz. delle stampe di Roma ne è; conservato un esemplare con ventidue incisioni compreso il frontespizio, stampato a Roma presso G. G. De Rossi.
È interessante notare in queste serie di stampe un'attenzione particolare del C. alla problematica della propedeutica dell'arte che a Bologna aveva avuto precedenti illustri a partire da Agostino Carracci e dall'Accademia carraccesca.
Il C. si inserisce, quindi, pienamente nel programma di studio contemplato dall'Accademia carraccesca, che prevede una preparazione grafica che va dai dettagliati studi anatomici delle membra e dei volti alla composizione nel suo complesso, fino all'analisi fisionomica delle espressioni e dei caratteri fondamentali per la realizzazione dei ritratto.
Del C. si ricorda, infatti, una serie incisoria di 16 ritratti datata 1633 (Gori Gandellini, 1808). Non bisogna però dimenticare l'attività del C. come illustratore di libri. A lui si deve il frontespizio della Bologna perlustrata di A. Masini, sia per l'edizione del 1650 (Bologna) sia per quella del 1666 (ibid.). Eseguì, inoltre, il frontespizio del libro di Poesie varie di Giovan Francesco Bonomi (Bologna 1655) e nel 1666 incise i frontespizi per la Historia dell'antichissima città di Modena di L. Vedriani e per la Difesa della filosofia di Giovanni Maffei stampata in Bologna e dedicata al duca Alessandro II Pico della Mirandola. Incise inoltre il frontespizio per l'Hosteria del mal Tempo di D. Antonio Mirandola (Bologna 1639).
Di particolare interesse sono le due serie di incisioni dedicate dal C. ai venditori di strada e agli artigiani ambulanti.
La prima, piuttosto rara, s'intitola Le virtù et arti essercitate in Bologna e comprende in tutto 20tavole tratte dai disegni di Giovanni Maria Tamburini, artista bolognese del XVII sec. (Malvasia, 1678, p. 569; Miller, 1972). La serie non è datata ma Roli (1977, p. 181) ritiene che possa considerarsi precedente alla serie intitolata L'arti per via incisa da Giuseppe Maria Mitelli nel 1660e che quindi possa essere stata eseguita sulla metà del Seicento.
La seconda serie incisa dal C. è una replica in controparte della serie già nominata del Mitelli e comprende 40tavole precedute dal frontespizio che reca raffigurata una veduta prospettica della città di Bologna. La Varignana (1978) ritiene che la serie del C., sebbene non appaia datata, debba ritenersi molto vicina alla prima tiratura mitelliana.
Tra le altre stampe del C. che non sono comprese nel volume di G. Gaeta Bertelà e S. Ferrara (1973), ricordiamo: Il matrimonio mistico di s. Caterina da D. Calvart, Venere nella fuciria di Vulcano da Annibale Carracci; S. Antonio da Padova da S. Cantarini; l'Adorazione dei Magi da S. Vouet.
Il C. esercitò inoltre una notevole attività come autore di stampe commemorative e descrittive.
Fonti e Bibl.: Bologna, Bibl. comunale dell'Archiginnasio, ms. B 130 [sec. XVIII]: M. Oretti, Notizie de' professori del disegno, cc. 292-297; A. Masini, Bologna perlustrata, Bologna 1666, I, p. 622; C. C. Malvasia, Felsina pittrice..., I, Bologna 1678, pp. 109, 129 s., 569; G.P. Zanotti, Storia d. Accademia Clementina, I, Bologna 1739, pp. 333 s.; F. Basan, Dictionn. des graveurs anciens et modernes..., Paris 1767, I, p. 155; M. Huber, Manuel des curieux et des amateurs de l'art, Zurich 1800, III, pp. 305 s.; G. Gori Gandellini, Notizie istor. degli intagliatori, I, Siena 1808, pp. 274 s.; A. Bartsch, Le peintre graveur, Vienne 1818, XVIII, p. 298; L. Malaspina di Sannazaro, Catal. di una raccolta di stampe antiche, Milano 1824, II, pp. 265 s.; G. K. Nagler, Neues Allgemeines Künstler Lexikon, III, Leipzig 1835, p. 356; F. De Boni, Biografia d. artisti, Venezia 1852, p. 267; G. Campori, Gli artisti italiani e stranieri negli Stati Estensi, Modena 1855, p. 175; G. K. Nagler, Die Monogrammisten, II, München 1860, p. 730; M. Bryan, Dict. of painters and engravers.... I, London 1886, p. 340; C. Miller, "Virtù e., arti essercitate in Bologna" by G. M. Tamburini, in Culta Bononia, IV (1972), 1, pp. 3-11; Catal. generale d. Raccolta di stampe antiche della Pinacoteca naz. di Bologna, Gabinetto d. stampe, G. Gaeta Bertelà-S. Ferrara, Incisori bolognesi ed emiliani del '600, Bologna 1973, schede nn. 496-564; Id.-Id., Incisori bolognesi ed emiliani del '500 e Appendice..., Bologna 1975, scheda n. 768; E. Feinblatt, Notes on some Bolognese drawings, in Master Drawings, XIV (1976), p. 275; R. Roli, Pittura bolognese (1650-1800) dal Cignani ai Gandolfi, Bologna 1977, pp. 163, 181; F. Varignana, Le collezioni d'arte d. Cassa di Risparmio in Bologna. Le incisioni, I, G. M. Mitelli, Bologna 1978, p. 206; A. Brighetti, Bologna nelle sue stampe. Vedute e piante scenografiche dal Quattrocento all'Ottocento, Bologna 1979, pp. 29, 31; V. Birke, G. Reni - Zeichnungen Katalog..., Wien 1981, schede nn. 45, 73; V. Maugeri, I manuali propedeutici al disegno a Bologna e a Venezia, agli inizi del Seicento, in Bollettino dei Musei ferraresi, XII (1982), pp. 147-56; U. Thienie-F. Becker, Künstlerlexikon, VIII, p. 212.