DESIDERI (Desiderio), Francesco
Figlio di Bernardino di Francesco fu battezzato a Pistoia il 23 apr. 1592 (Chiti, 1942, p. 141). Pittore e incisore, appartenne secondo gli storici locali (Tolomei, 1821, p. 164) ad una famiglia abilitata agli uffici pubblici e nel 1636 a ricoprire l'incarico di priore: il D. stesso è ricordato tra i Priori dal suo biografo, Capponi (1878); suo cugino Benedetto era intagliatore in legno e in avorio.
Le fonti ottocentesche lamentano la scarsità della sua produzione pittorica e lo dicono abile nel disegno e buon colorista. Attualmente mancano tracce di suoi dipinti dei quali abbiamo notizie solo attraverso le fonti.
Il Tolomei (1821, p. 164) riferisce di un bel quadro raffigurante una Circoncisione senza precisare a quale chiesa di Pistoia fosse destinato. Lo storico Fioravanti (1758, p. 68) ci fornisce la testimonianza che l'artista dipinse, nella chiesa di S. Francesco dei frati minori conventuali, il contorno dell'altare del santo e una tela ove era rappresentata S. Chiara, trasferita, nei primi dell'Ottocento, nella chiesa di S. Pier Maggiore. In quest'ultima chiesa, annessa all'omonimo monastero benedettino, radicalmente trasformata in senso barocco nel 1640 dal gesuita padre T. Ramignani, sul sesto altare compariva anche una tela raffigurante l'Immacolata Concezione della Vergine, dipinta dal D. (Tigri, 1854, p. 189). Le soppressioni napoleoniche, avvenute nel 1810, e la conseguente chiusura al culto della chiesa, hanno provocato la dispersione dei quadri.
Lungo le pareti della chiesa pistoiese di S. Giovanni Battista, costruita da Ventura Vitoni fra il 1500 e il 1515 e poi adibita a conservatorio, destinato all'educazione delle fanciulle, a partire dall'altar maggiore erano allineati sedici grandi dipinti su tela con episodi della vita del santo, di varia forma e di differenti autori. Le fonti (Tolomei, 1821, p. 119; Tigri, 1854, p. 281), citano, fra gli altri, Livio Mehus e i pistoiesi Francesco Leoncini e Agostino Melissi. Il D. vi aveva eseguito due dipinti a olio su tela, un Battesimo di Cristo, a grandezza maggiore del naturale e un S. Giovanni Battista fanciullo nel deserto, con figure dal vero. In seguito al trasferimento delle ultime suore rimaste (1911), solo una esigua parte del patrimonio artistico della chiesa e del convento fu venduta al Comune, passando così al Museo civico di Pistoia. La serie dei dipinti seicenteschi - insieme con altri arredi e beni artistici - fu invece alienata privatamente dal conservatorio ed è, attualmente, irreperibile.
Il D. è ricordato anche come incisore su rame per una serie di nove piccole acqueforti (Berlino, Staatliche Museen Preussischen Kulturbesitz, Kupferstichkabinett), firmate per esteso ("T. Franciscus Desiderius Pistoriensis inventor") e datate 1630, e per diciotto xilografie raffiguranti paesaggi e marine, con monogramma e dedicatoria a Camillo Rinuccini.
Esemplari dalla sua produzione grafica si conservano anche al Gabinetto nazionale delle stampe di Roma (inv. 76-404415; peraltro i rami non sono rintracciabili alla Calcografia nazionale): si tratta di una serie di dodici piccoli paesaggi, dove non compaiono elementi utili per la identificazione delle località, incisi all'acquaforte, d'invenzione, firmati e datati fra il 1630 e il 1640.
A Firenze, al Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi, si conserva una serie di cinquantadue acqueforti, ugualmente con vedute e quasi tutte firmate, di cui una scelta di venti figurava alla mostra "Incisori toscani del Seicento" (Giglioli, 1942, p. 56).
Non si conoscono il luogo e la data della sua morte.
Fonti e Bibl.: Pistoia, Arch. del Conservatorio di S. Giovanni Battista, Alienazione oggetti d'arte, Elenco A ed Elenco B e le schede inventariali allegate, compilate dal Rondoni il 4 marzo 1926; Ibid., fasc. Vendita di quadri; J. M. Fioravanti, Memorie storiche della città di Pistoia, Lucca 1758, p. 68; K. H. R. von Heinecken, Dictionnaire des artistes, dont nous avons des estampes, Leipzig 1790, IV, p. 613; P. Zani, Enc. metodica ... delle belle arti, I, 7, Parma 1821, pp. 302 s.; F. Tolomei, Guida di Pistoia, Pistoia 1821, pp. 61, 119, 164; G. Tigri, Pistoia e il suo territorio, Pistoia 1854, pp. 189, 282; V. Capponi, Biografia pistoiese…, Pistoia 1878, p. 145; A. Chiti, Pistoia, Pistoia 1910, p. 86; G. Tigri, Guida storica di Pistoia e dintorni, Pistoia 1910, pp. 195, 287; G. Beani, Chiesa e monastero di S. Pier Maggiore, in Bull. stor. pistoiese, XII (1910), p. 228; O. H. Giglioli, Incisori toscani del Seicento, Firenze 1942, pp. 55 s., nn. 219-238 (recens. in La Bibliofilia, XLIV [1942], p. 140); A. Chiti, Per la biografia di due artisti pistoiesi, in Bull. storico pistoiese, XLIV (1942), pp. 139 ss.; A. Pelliccioni. Dizionario degli artisti incisori italiani, Carpi 1949, p. 70; L. Indrio, in Museo civico di Pistoia, Catalogo delle collezioni, Firenze 1982, p. 261; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IX, pp. 131 s. (sub voce Desiderio, Francesco; per la errata identificazione del D. con Monsù Desiderio risalente a Zani, cfr. G. Urbani, Monsù Desiderio, [catal.], Roma 1950, p. 6).