FERGOLA, Francesco
Figlio di Luigi, commerciante, fratello del famoso matematico Nicola (cfr. la voce in questo Dizionario), nacque a Napoli il 1º maggio 1791; se "rari e scarsi" furono, secondo il primo biografo F. Amante, gli insegnamenti matematici dello zio, per le molteplici attività didattiche nelle quali era impegnato, di grande importanza furono quelli di due valenti geometri napoletani, V. Flauti e F. Giannattasio, dei quali seguì i corsi privati. Il 31 maggio 1811venne ammesso come aspirante ingegnere geografo nel Burò topografico diretto da G. A. Rizzi Zannoni, ove apprese le pratiche della topografia (Archivio di Stato di Napoli, Minist. d. Guerra, Libretti, s. 2, fasc. 108). Poco si sa di quei primi anni di lavoro, nei quali poté certamente mostrare la sua attitudine al calcolo. Fu tra gli operatori stimati da F. Visconti, che lo chiamò a servire nel Deposito della guerra, istituito nel settembre del 1814.
Dopo il rientro dei Borboni a Napoli, il F. ottenne il grado di sottotenente di stato maggiore con le funzioni di ingegnere geografo. Nello stesso anno avviò una triangolazione di secondo ordine nella provincia di Napoli per l'allestimento di carte di dettaglio, che costitui lo scheletro della carta dei dintorni della città in scala 1:25.000. Nel 1817 fu addetto alla sezione geodetica incaricata, sotto gli ordini del capitano P. Soldan, della costruzione della carta del mare Adriatico. Successivamente venne impegnato anche lungo le coste dell'Albania e di Terra d'Otranto per la definizione della larghezza delle "bocche dell'Adriatico".
In tale operazione dette prova di grande maestria; dovendo legare una piccola base ai grandi triangoli che scavalcano il canale, anticipò in un certo senso il procedimento messo in pratica da F.W. Bessel per lo sviluppo di una base. A causa delle difficoltà incontrate nel costruire grossi triangoli nella piatta ma ondulata penisola salentina, determinò con successive triangolazioni una sorta di base tra San Nicola di Casole e Leuca, dalla quale poter lanciare le grandi visuali, con lati di oltre 80 km, che attraversavano il canale d'Otranto.
Nel 1818 lavorò a fianco dell'idrografo inglese W. H. Smyth nel rilevamento delle isole Ionie. L'anno successivo collaborò con il maggiore G. Melorio alla seconda misurazione della base di Castelvolturno. Nel 1820 iniziò la triangolazione di primo ordine nella provincia di Terra di Lavoro, con la quale si avviavano le grandi operazioni geodetiche nel Regno. Con decreto del 26 dic. 1820 (in regime costituzionale) venne nominato tenente nel corpo reale degli ingegneri topografi, con il quale il Visconti contava di realizzare la carta militare del Regno e le operazioni necessarie al suo esatto compimento. Dopo la sconfitta del regime costituzionale e la conseguente reazione il F. risultò tra i militari collocati in disponibilità; il 30 luglio 1822, contemporaneamente all'allontanamento del Visconti, tornava al grado di sottotenente ed era collocato nella quarta classe, in attesa di destinazione. Nel periodo in cui rimase fuori dall'esercito si guadagnò da vivere insegnando matematica.
Il 21 giugno 1826 rientrò nei ruoli attivi, ma solo il 18 luglio 1828 ebbe una destinazione: il reggimento "Principessa". Il 22 ottobre venne nuovamente assegnato all'Officio topografico, con lo stesso grado ricoperto dieci anni prima. Negli anni 1830 e 1831 riprese la triangolazione di primo ordine in Terra di Lavoro, portandola fino agli Abruzzi. In occasione della nascita del vulcano sottomarino al largo di Sciacca (luglio 1831), venne inviato dal ministero della Guerra in Sicilia per effettuare i necessari rilevamenti trigonometrici lungo la costa occidentale per collegare il vulcano all'osservatorio di Palermo. I lavori si protrassero per oltre due anni, tra il 1832 ed il 1834, e consentirono al F. di costruire una rete di triangoli che da Sciacca, passando per Trapani e Palermo, giungeva sino a Messina. Nell'inverno del 1833-34 poté effettuare anche osservazioni a Milazzo e Lipari, per avviare una prima connessione dei triangoli siciliani con la terraferma (corrispondenza conservata in Archivio di Stato di Napoli, Ufficiotopografico, I, fasc. 3/17). Il 1ºag. 1833 venne confermato 1ºtenente ed aggregato al Reale Officio topografico.
Il lavoro di triangolazione del Regno delle Due Sicilie effettuato dal F. non ebbe però pieno successo, anche per l'inadeguatezza dei mezzi e delle risorse disponibili all'epoca, specie relativamente al suo inserimento nella rete proveniente dall'Alta Italia, mentre la realizzazione del collegamento tra la Sicilia e il continente fu effettivamente iniziata solo negli anni 1838-39, e non fu da lui portata a termine. Comunque, oltre ad essere il principale protagonista delle operazioni sul terreno, egli svolgeva anche l'importante compito di addestrare i giovani geodeti: sotto di lui iniziarono a lavorare F. Brugisser, F. Schiavoni, P. de Sangro e G. d'Ayala.
Il 24 apr. 1843 il F. fu nominato capitano tenente del Genio. Durante la campagna del 1845, mirante a realizzare il progetto di unificazione geodetica del Regno secondo il piano del Visconti riavviato negli anni 1840-42, egli avrebbe dovuto completare la triangolazione lungo il meridiano, collegando le isole Eolie con il Cilento e con la Sicilia. Fu proprio nel corso di questa campagna, durante un'osservazione sul monte Antennamare presso Messina, che il F., colpito da un fulmine, perse la vita il 25 nov. 1845.
Come scrisse il Visconti in una lettera del 21 apr. 1846 (London, Royal Geographical Society, Archives, Letter book), ilF. "non avea certamente in Europa chi lo superasse in cognizioni teoriche e pratiche per la geodesia, ed avea un tatto geodetico (dirò cosi) tutto particolare. Le sue operazioni geodetiche possono servire di modello; ed in tal genere riuscirà perfettamente bene in tutto. A lui era affidato l'andamento delle operazioni geodetiche e l'istruzione degli allievi ingegneri per la geodesia. ... L'officio topografico ha in lui fatto una perdita immensa. Molte operazioni progettate non potranno per ora eseguirsi, tra le quali la triangolazione a traverso l'Adriatico per unire i triangoli austriaci della Dalmazia ed "nostri della Puglia".
In memoria delle importanti operazioni svolte dal F. nel Mezzogiorno d'Italia, la Commissione geodetica italiana poneva, il 25 ott. 1882, una lapide sulla chiesetta di Antennamare in memoria "dell'autore della prima misura matematica dell'Italia meridionale".
Per la ricostruzione dell'attività scientifica sono fondamentali le due relazioni a stampa: F. Fergola, Relazione delle operazioni geodetiche eseguite nelle provincie settentrionali del Regno di Napoli, riguardanti la congiunzione della specola reale di Capodimonte alla Cupola di S. Pietro in Roma, e la rete de' triangoli che si lega alla triangolazione proveniente dall'Alta Italia, in Annali civili del Regno delle Due Sicilie, XVIII (1838), pp. 5-29, e Quadro delle operazioni geodetiche eseguite dal R. Officiotopografico, dal 1838 sino all'epoca presente, e di altri lavori, non ancora descritti, in Rend. della Reale Acc. delle scienze di Napoli, III (1844), pp. 105-113.
Il F. non deve essere confuso con l'omonimo pittore, fratello di Salvatore.
Fonti e Bibl.: Documenti relativi all'attività del F. sono nell'Archivio di Stato di Napoli; nei "libretti di vita e costumi" superstiti (Minist. d. Guerra e d. Marina, Libretti di vita e costumi, s. 2) è possibile ripercorrerne l'intera carriera; nei fasci dell'Officiotopografico, s. 1, sipossono incontrare notizie sporadiche sulla sua attività interna nonché la corrispondenza con la Direzione durante le missioni di campagna. Molto di tale materiale è stato studiato e pubblicato in V. Valerio, Società uomini e istituzioni cartografiche nel Mezzogiorno d'Italia, Firenze 1993, ove compare una biografia del F. (pp. 524-527). Per la ricostruzione della vita risulta fondamentale la biografia letta da F. Amante all'Accademia Pontaniana nel gennaio del 1846: Cenno biografico intorno al capitano ingegnere geografo F. F., in Rend. delle adunanze e dei lavori dell'Acc. napol. delle scienze, VI (1847), pp. 217-224 (ristampata negli Atti dell'Accademia Pontaniana, VI [1854], pp. 39-51). Le notizie pubblicate dall'Amante furono riprese ed integrate da F. Amodeo, Vita matematica napoletana. Studio storico, Napoli 1924, pp. 158 s.;poche notizie si trovano nel necrologio di G. Malta, Cenno necrologico in memoria di F. F. capitano del Genio, Messina 1846, e nel notiziario di C. de Sterlich, Commemorazione di persone ragguardevoli mancate alle Due Sicilie dal 3 nov. 1845 al 2nov. 1846, Napoli 1846, pp. 6 ss.Riferimenti all'attività scientifica del F. sono in F. Visconti, Sulla posizione geografica e sulla larghezza della bocca del mare Adriatico, in Atti della Reale Acc. delle scienze, II (1825), pp. 51-122, nel Cenno storico dei lavori geodetici e topografici eseguiti nel Reale Officio topografico di Napoli e metodi in esso adoperati, Napoli 1851, in C. Firrao, Sull'Officio topografico di Napoli. Origine e vicende, Napoli 1868, pp. 12-14, e nel carteggio di Visconti pubblicato da V. Valerio, Ferdinando Visconti. Carteggio (1818-1847), Firenze 1995, ad Indicem. Un'analisi del valore scientifico delle operazioni geodetiche del F. è in P. Nastasi, Il contributo dei geodeti napoletani, in Cartografia napoletana dal 1781 al 1880, a cura di G. Alisio e V. Valerio, Napoli 1983, pp. 79-92. Sulla commemorazione del 1882si veda E. Fergola, Notizia di una commemorazione, in Atti dell'Accademia Pontaniana, XV (1883), pp. 227-231;L. Martorelli, F. F., in La pittura in Italia. L'Ottocento, Milano 1991, II, p. 820 identifica erroneamente il F. con l'omonimo pittore.