PAIS SERRA, Francesco
– Nacque a Sassari il 24 maggio 1835, assumendo il cognome di entrambi i genitori, da Michele Pais e Maria Anna Serra, originaria di Nulvi.
A quindici anni rimase orfano di padre insieme al fratello minore Efisio e alle due sorelle Dorotea e Doloretta. Nel 1859, senza aver completato gli studi universitari, partecipò come volontario alla seconda guerra d’indipendenza. Alla fine del conflitto, intraprese la carriera militare, in cui raggiunse il grado di colonnello, e prese parte alla repressione del brigantaggio. Nel 1866, come capo di stato maggiore di Giovanni Nicotera, affrontò la campagna militare antiaustriaca a fianco di Giuseppe Garibaldi, che seguì da volontario anche un anno dopo a Mentana.
Trasferitosi a Bologna, fece della sua casa un punto di aggregazione per repubblicani emiliani e romagnoli e per il mondo politico e culturale radicale del tempo, da Giosue Carducci ad Aurelio Saffi, da Felice Cavallotti ad Alessandro Fortis. Nel 1867 Pais Serra fu tra i fondatori dell’Amico del popolo, foglio repubblicano e antigovernativo. Collaborò anche alla nascita di altri periodici democratici come L’Italia nuova, L’Epoca, La Voce del popolo e L’Alleanza; per la sua attività pubblicistica e politica fu spesso arrestato e processato. Fu impegnato nella creazione e nel coordinamento di associazioni di mutuo soccorso e di società operaie, ma nel 1870 il suo spirito garibaldino lo indusse di nuovo a seguire il generale impegnato a Digione nella difesa della Repubblica francese.
Dell’impervia impresa transalpina e dell’idolatrata figura di Garibaldi, Pais Serra narrò ampiamente nel carteggio con la prima moglie, Ida Cocchi, dalla quale ebbe Michele, morto ventenne nel 1912 combattendo in Libia, e Maria, sposatasi con il diplomatico Temistocle Bernardi, nominato senatore nel 1939, ma dichiarato decaduto nell’ottobre 1944 dall’Alta Corte di giustizia per le sanzioni contro il fascismo. Appartenente a una famiglia di tradizioni patriottiche originaria di Budrio e cognata di Fortis che aveva sposato una delle sue sorelle, corrispondente del periodico La Donna di Gualberta Alaide Beccari e militante emancipazionista, animatrice di un frequentato salotto politico-letterario radicale a Bologna, Ida morì a Roma il 3 agosto 1898.
Conclusa la fase della ‘sinistra militare’, Pais Serra si votò totalmente alla politica, militando inizialmente nell’area dell’estrema sinistra. Nel 1882 entrò per la prima volta in Parlamento, eletto nel Collegio plurinominale di Sassari; fu poi riconfermato fino alla XXIV legislatura (1913-19), rappresentando dal 1892 il collegio di Ozieri (Sassari). Temendo di essere assorbito dai gruppi repubblicani e socialisti, si avvicinò alle posizioni della sinistra costituzionale. La sua residenza fuori dalla Sardegna non gli impedì di mantenere costanti rapporti con la sua terra d’origine, contribuendo attivamente al dibattito in corso sulle sorti dell’isola e collaborando con periodici come l’Arena e La Bandiera sarda.
A Roma consolidò la sua amicizia con Francesco Crispi, nata ai tempi della militanza garibaldina; condividendone la posizione critica verso lo scivolamento moderato di Agostino Depretis, confluì nelle fila della Pentarchia che intendeva rappresentare un’alternativa costituzionale al trasformismo. Nel novembre 1883 partecipò, dunque, a Napoli alla grande adunanza dei dissidenti della sinistra che si opponevano all’indirizzo ministeriale.
Nel giugno 1884 fu membro della commissione incaricata di discutere il progetto di legge sulle strade ferrate, la cui approvazione contribuì a dotare la Sardegna di nuove tratte ferroviarie, evitando l’isolamento dei principali capoluoghi. Dal dicembre 1890 al luglio 1894, e successivamente dal dicembre 1903 al settembre 1919, fece parte della importante commissione generale del bilancio e dei conti amministrativi.
La sua fama di uomo intraprendente e l’esperienza giornalistica che gli aveva fatto maturare competenze quasi da inviato speciale lo segnalarono come la persona più adatta per una nuova inchiesta sulla Sardegna, la terza dopo quelle parlamentari presiedute da Depretis (1868-69) e da Stefano Jacini (1881-86). L’inchiesta «sulle condizioni economiche e della sicurezza pubblica in Sardegna» affidatagli da Crispi nel 1894 si differenziava da quelle condotte in precedenza perché non si trattava di un’inchiesta parlamentare, ma governativa, di cui l’esecutivo era committente e destinatario; inoltre, l’indagine non fu affidata a una commissione, ma a un singolo individuo.
L’inchiesta aveva tuttavia un secondo fine. In una fase di impopolarità della politica crispina, essa era uno strumento nelle mani del governo per sollecitare il consenso dell’elettorato e dei cittadini. La missione di Pais Serra fu dunque quella di assicurarsi in Sardegna il massimo dei suffragi nelle elezioni del 1895. Egli non era residente nell’isola e offriva garanzie di una prospettiva nazionale per contrastare l’egemonia di Francesco Cocco Ortu, legato a Giuseppe Zanardelli e strenuo avversario di Crispi.
Pais Serra era consapevole dell’efficacia dell’inchiesta governativa come strumento di propaganda e della necessità di riallacciare i contatti con gli ambienti politici ed economici dell’isola che con insistenza chiedevano una legislazione speciale a sostegno della borghesia mercantile e terriera. La sua missione in Sardegna, in concomitanza con il movimento elettorale, suscitò una campagna di stampa che gli fu fortemente ostile per tutto l’arco della sua indagine. L’Avvenire di Sardegna, L’Unione sarda e, in particolare La Nuova Sardegna e il Giornale di Sardegna, tra loro politicamente divergenti, si trovarono uniti nel contestare una manovra puramente elettorale a sostegno di Crispi e dei suoi candidati. Solo Il Popolo sardo, avverso a Cocco Ortu, si schierò a sostegno dell’inchiesta.
Sul piano elettorale l’operazione si dimostrò fallimentare; lo schieramento anticrispino si affermò in otto collegi su dodici, anche se Pais Serra, ribattezzato con l’appellativo di ‘Ercole di Ozieri’ per l’impresa sobbarcatasi, venne eletto con un’ampia maggioranza. L’inchiesta ebbe tuttavia un significato che andava al di là dell’aspetto elettorale e la vicenda si rivelò paradigmatica della politica governativa nei confronti dell’isola in quella fase storica. Senza attendere i risultati della relazione di Pais Serra, Crispi rafforzò la pubblica sicurezza in Sardegna, sfuggendo al confronto con gli esiti dell’indagine e sminuendo le proposte provenienti dalla società civile e dalle forze produttive.
Nonostante le numerose critiche, la relazione di Pais Serra ebbe tuttavia un valore profondo per la storia della Sardegna dalla fine dell’Ottocento alla Grande Guerra, poiché affrontava tutti i temi sui quali la borghesia terriera e mercantile chiedeva risposte operative. Dalla relazione emersero le divergenze tra il deputato crispino e le proposte più progressiste dei suoi interlocutori, specialmente Giuseppe Todde e Marcello Vinelli, che auspicavano non solo un sistema di leggi speciali (sulle quali Pais Serra concordava), ma soprattutto un’amministrazione autonoma sostenuta da nuovi istituti di credito a capitale nazionale e straniero. Quelle proposte di autonomia finanziaria rappresentavano la sintesi delle più avanzate istanze del mondo imprenditoriale e commerciale, mentre Pais Serra sembrava piuttosto legato ai tradizionali canali clientelari, attraversati da venature autoritarie; concordava sull’opportunità di provvedimenti speciali, che anzi auspicava, ma riteneva irrealizzabile un’autodeterminazione finanziaria e compendiava la questione economica sarda in tre ordini di provvedimenti: la diminuzione dell’imposta fondiaria con l’abolizione di alcuni monopoli; la riduzione delle tariffe marittime e ferroviarie; la riorganizzazione del credito. Per lui un alleggerimento fiscale avrebbe, infatti, favorito una più virtuosa dialettica tra organi periferici e centrali. Tutta la successiva storia politica di Pais Serra fu condizionata e orientata dai risultati espressi nella sua relazione.
La legge speciale per la Sardegna varata il 2 agosto 1897 riecheggiò molte delle sue proposte, a partire dall’impostazione stessa della legge, intesa come corpo organico di provvedimenti specifici per l’isola. Quell’intervento si dimostrò però insufficiente, rendendo necessaria una nuova legislazione speciale nel 1907.
Pais Serra partecipò anche ad alcuni progetti di legge per l’indennità ai superstiti della campagna dell’Agro romano (1902) e per un vitalizio ai superstiti delle guerre d’indipendenza (1908), diventando presidente presidente della Legione volontari cacciatori del Tevere. Nelle elezioni del 1919 l’introduzione del sistema proporzionale lo costrinse a presentarsi con una lista che lo vedeva come unico candidato e non risultò rieletto, ma mantenne un ruolo pubblico come presidente della Federazione nazionale fra le associazioni dei reduci dalle patrie battaglie e dei militari in congedo, dopo essersi arruolato a ottant’anni come volontario durante la Grande Guerra.
Morì a Forma di Serrone (Frosinone) il 10 settembre 1924, assistito dalla seconda moglie Emma Camagna, sposata nel 1916.
Scritti e discorsi: Ultimo ricordo agli elettori politici delle Romagne, Bologna 1865; La vera situazione. Commenti sull’opuscolo la crisi dell’onorevole deputato G. Civinini, Firenze 1867; Pro veritate. Risposta ad un ordine del giorno della società progressista di Sassari, Roma 1880; Discussione generale sul bilancio di prima previsione per il 1883 del ministero di Grazia e Giustizia. Discorso pronunciato dal deputato F. P.S. alla Camera dei deputati nella tornata del 21 febbraio 1883, ibid. 1883; Le condizioni della pubblica sicurezza in Sardegna. Interrogazione del deputato F. P.S. all’onorevole ministro dell’Interno, ibid. 1883; Discorso pronunciato dal deputato F. P.S. nella tornata del 5 e 6 giugno 1884. Bilancio del ministero della guerra 1884-1885, ibid. 1884; Discorsi pronunciati dal deputato F. P.S. sulle ferrovie complementari nelle tornate 8 e 10 maggio 1884, ibid. 1884; Sulla crisi agraria. Discorso del deputato F. P.S. pronunziato alla Camera dei deputati nella tornata del 13 marzo 1885, ibid. 1885; Relazione all’inchiesta sulle condizioni economiche e della sicurezza pubblica in Sardegna, promossa con decreto ministeriale del 12 dicembre 1894, ibid. 1896; L’ industria dello zucchero e le finanze dello Stato, ibid. 1899.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Sassari, Commissariato di leva di Sassari, Liste di leva di Sassari, classe 1835; Sassari, Arch. storico diocesano, parrocchia di S. Nicola (Cattedrale), Atti di battesimo, 1835; Comune di Serrone, Ufficio anagrafe, Stato civile, 1924, atto n. 4, parte I. Un Archivio F. P.S. (1857-1898), non ordinato e comprendente tre buste, è depositato all’interno dell’Archivio Alessandro Fortis presso l’Arch. di Stato di Forlì, mentre un Fondo F. P.S. è conservato presso il Museo centrale del Risorgimento di Roma. Carteggi e documenti di Pais Serra sono altresì rinvenibili in: Roma, Museo centrale del Risorgimento, Archivio Timoteo Riboli; Fondo Domenico Farini; Ibid., Arch. centrale dello Stato, Carte Crispi; Ibid., Accademia nazionale dei Lincei, Archivio Leone Caetani; Milano, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondo Felice Cavallotti. Necr. in La Nuova Sardegna, 13 settembre 1924. Inoltre: Biografia dell’onorevole F. P.S., Sassari 1882; G. De Francesco, L’inchiesta sulla Sardegna e le prossime elezioni, Cagliari 1895; T. Sarti, Il Parlamento italiano nel cinquantenario dello Statuto, Roma 1898, pp. 410-412; L. Usala De Annis, Omaggio all’onorevole F. P.S. deputato al Parlamento italiano, ibid. 1904; G. Fresu, Due discorsi in onore dell’on. F. P.S. deputato del collegio di Ozieri, Ozieri 1929; G. Sotgiu, Lotte sociali e politiche nella Sardegna contemporanea (1848-1922), Cagliari 1974, pp. 86, 159-161, 166, 169-173, 178, 272, 281, 324 ; L. Pisano, Stampa e società in Sardegna dall’Unità all’età giolittiana, Torino 1977, pp. 92-94, 112-115, 118-129, 131-139, 181, 185, 202, 213, 224; L. Del Piano, La Sardegna nell’Ottocento, Sassari 1984, pp. 280-283, 298, 315 s., 328-336, 360-366, 385-387, 449-469; M. Brigaglia, Le inchieste parlamentari sulla Sardegna dell’Ottocento, II, L’inchiesta Salaris e la relazione P. S., Sassari 1990, pp. 5-36, 299-494; A. Accardo, Cagliari, Roma-Bari 1996, pp. 75-77, 171; Storia d’Italia, Le Regioni dall’Unità ad oggi, La Sardegna, a cura di L. Berlinguer - A. Mattone, Torino 1998, ad ind.; Francesco Cocco Ortu nel centenario del testo unico del 1907 sulla legislazione speciale per la Sardegna, a cura di M. Ferrai Cocco Ortu, Cagliari 2008, pp. 67 s.; F. Cocco Ortu, Memorie autobiografiche 1842-1889, a cura di M. Ferrai Cocco Ortu - T. Orrù, Cagliari 2012, pp. 353, 366, 375, 378.