Giurista e uomo politico (Lessolo 1863 - Torino 1934). Fu uno dei pochi professori universitarî che, nel 1931, rifiutarono il giuramento al regime fascista e furono per questo dimessi dalla cattedra. Nel campo scientifico può considerarsi il restauratore dello studio del diritto canonico in Italia e il giurista che maggiormente collaborò, insieme con F. Scaduto, alla prima elaborazione del diritto ecclesiastico italiano.
Prof. di diritto ecclesiastico a Pavia (1892), Genova (1893), Torino (1908-31), senatore del Regno (1914), ministro della Pubblica istruzione (1916-17); socio nazionale dei Lincei (1926). In politica fu orientato in senso liberale, ma dopo la prima guerra mondiale si staccò gradualmente dalla vita pubblica.
Si ricordano: La buona fede in materia di prescrizione (1892); l'edizione italiana del Trattato di diritto ecclesiastico cattolico ed evangelico di E. Friedberg, arricchita di ampie note e appendici (1893); La quota di concorso (1904); Guerra e riforme costituzionali (1920); Corso di diritto ecclesiastico italiano (1924); De la protection internationale des droits sur les oeuvres littéraires et artistiques (1927, corso di lezioni tenute all'Accademia di diritto internazionale dell'Aia). Gli interessi storico-giuridici e la sua stessa formazione politica orientarono R. verso i problemi della libertà religiosa e dei rapporti fra Stato e Chiesa e, successivamente, allo studio del contributo italiano alla Riforma e alla storia del giansenismo in Italia; La libertà religiosa (I, Storia dell'idea, 1901); La vita religiosa di Alessandro Manzoni (2 voll., 1931) e i numerosi saggi, raccolti dopo la sua morte: Studi sul giansenismo (1943); Il giansenismo piemontese e la conversione della madre di Cavour (1943); Studi sui riformatori italiani (1955). Notevoli anche La giovinezza del conte di Cavour (1922); Ultimi studi sul conte di Cavour (postumo, 1936).