DE VERIS, Franco
Pittore milanese il cui nome è noto, assieme a quello del figlio Filippolo, esclusivamente attraverso l'iscrizione posta sul Giudizio universale dipinto all'esterno della chiesa di S. Maria dei Ghirli a Campione d'Italia. L'iscrizione era già parzialmente cancellata nel momento in cui il Toesca (1912), ne trascrisse il testo: "hoc. opus. fecit. fieri. homines. scola………. campiliono. et. denarior'. lemoxinar./ ….ulares. psone. de. campiliono./franchus. de. veris. de. m(edio)l(an)o. et. filipolus. ei'./filius pinxit hoc opus...".
Da essa si apprende che i due erano originari di Milano e che Filippolo era figlio di Franco; inoltre dalle notizie pubblicate dal Gerspach (1902) si sa che l'affresco era datato 23 giugno 1400. Nessun altro dato biografico è fin qui emerso sui due pittori; è tuttavia da ricordare che già il Toesca (1951, p. 779 n. 308) segnalava la presenza, nel cantiere del duomo di Milano, di un Filippo da Melegnano pittore, impegnato nel 1402 a fornire i disegni per le finestre del coro, ma precisava nel contempo che non esisteva alcuna conferma sulla sua possibile identificazione con Filippolo De Veris.
Pienamente partecipe della complessa cultura figurativa originatasi in Lombardia negli ultimi decenni del secolo XIV e sviluppatasi soprattutto intorno alla figura di Giovannino de' Grassi, l'affresco di Campione rivela tuttavia una vena meno aulica e quasi caricaturale che si manifesta nei tratti e nei gesti dei personaggi, nonché nell'interesse per le notazioni realistiche (come nella scena della serenata, collocata all'estremità destra del dipinto) e nel gusto per una pennellata incisiva e rapida.
Al Giudizio universale sono state dal Toesca (1912) accostate le figurazioni di otto fogli (precisamente quelli compresi tra c. 88 e c. 95) dei Tacuinum sanitatis della Nationalbibliothek di Vienna (ms. Series Nova n. 2644) che presentano caratteristiche compositive simili a quelle dell'affresco di S. Maria dei Ghirli.
Ai modi dei due pittori (non essendo possibile distinguere nel Giudizio universale le due mani, anche se è lecito pensare che il più giovane Filippolo abbia avuto un ruolo di minor rilievo) lo stesso Toesca (1912, pp. 199 s.) ha riferito anche l'affresco votivo raffigurante la Madonna con Bambino, s. Antonio e committente, dipinto sul secondo pilone a sinistra nella chiesa di S. Francesco a Lodi.
All'esiguo corpus riunito attorno ai nomi di Franco e Filippolo la Gregori (1957) ha aggiunto infine un piccolo affresco con un Corteggio d'angeli, sopravvissuto intorno a un più tardo tabernacolo marmoreo nella chiesa di S. Maria a Campomorto (Pavia).
Fonti e Bibl.: J. R. Rahn, Die mittelalterlich Wandgemälde in der italienischen Schweiz, in Mitteilungen der Antiquarischen Gesellschaft in Zü-rich, XXI (1881), pp. 21 ss.; E. Gerspach, Gli affreschi di Campione, in L'Arte, V (1902), pp. 165 s.; F. Malaguzzi Valeri, Campione, in Rassegna d'arte, VIII (1908), pp. 167 ss., 173; P. Toesca, La pittura e la miniatura nella Lombardia [1912], Torino 1966, pp. 152 s., 199 s.; P. Bianconi, La pittura medievale nel Canton Ticino, Milano 1939, pp. 28 ss.; P. Toesca, Il Trecento, Torino 1951, pp. 777 ss., 855 s., 858; M. Salmi, La pittura e la miniatura gotiche, in Storia di Milano, VI, Milano 1955, pp. 799 s.; M. Gregori, A proposito dei De Veris, in Paragone, VIII (1957), 87, pp. 43 ss.; S. Matalon-F. Mazzini, Affreschi del Tre e del Quattrocento in Lombardia, Milano 1958, pp. 17 s.; S. Matalon, Restauro di affreschi lombardi, in Boll. d'arte, XLVII (1962), pp. 268-272; F. Mazzini, Affreschi lombardi del Quattrocento, Milano 1965, pp. 419 s.; L. Castelfranchi Vegas, Il gotico internaz. in Italia, Roma 1966, p. 20; C. Pirovano, La pittura in Lombardia, Milano 1973, pp. 44 s.; G. Algeri, Pittura in Lombardia nel primo Quattrocento, in La Pittura in Italia. Il Quattrocento, Milano 1986, p. 43; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XXXIV, pp. 255 s. (sub voce Veri, Lanfranco [Franco] e Filippo de').