Giurista, teologo e storico (Arras 1520 - Parigi 1573). Studiò a Lovanio; recatosi a Parigi nel 1540, fu segretario di Ch. Dumoulin; nel 1546 iniziava corsi liberi insieme con F. Hotman, anche lui discepolo del Dumoulin. Prese parte attiva alle controversie religiose che dividevano l'Europa, dimostrando un sereno spirito conciliativo; seguace dei principî della Riforma, fu processato e condannato in contumacia all'esilio, ma finì per ritrattare. Come giurista, fu seguace dell'indirizzo cuiaciano: è sua la frase sine historia caecam esse iurisprudentiam. Lasciò numerose opere nel campo giuridico, storico, religioso. Le prime furono raccolte più tardi da J. G. Heinecke nella sua Iurisprudentia romana et attica (1738). Fra le storiche: Constantinus magnus (1556); De institutione historiae universae et eius cum iuris prudentia coniunctione (1561); ecc. Fra quelle religiose: Commentarius ad edicta veterum principum romanorum de christianis (1557); Discours sur le fait de la réformation de l'Église (1564); ecc.