Frangipani
Antica famiglia romana (o bizantina) " de Imperatore ", erano chiamati anche " Freiapane " o " Fricapane " o " Fresapane ".
Già nel VI secolo insieme ad altre famiglie patrizie di origine bizantina come gli Stefaneschi, gli Ildebrandi, i De Papa, costituivano a Roma il nucleo della classe dominante; le loro dimore occupavano tutta la zona compresa tra il Circo Massimo, Santa Maria Nuova e il Colosseo. Di salda tradizione guelfa, ebbero parte preponderante nella lotta tra l'imperatore Enrico IV e il pontefice Gregorio VII; fautori di quest'ultimo, tennero poi il governo di Roma dal 1107 al 1108. Divisi nei tre rami " de Chartularia ", " de Septizonis ", " de Gradellis ", durante tutto il secolo XII si adoperarono per una radicale riforma della Chiesa e per una sua completa indipendenza. Per ragioni di prestigio e di dominio vissero in contrasto con altre famiglie, e nel conflitto tra Colonna e Orsini si schierarono sempre con quest'ultimi. Segnò il culmine della loro potenza l'elezione di Onorio II (1124).
Il Boccaccio fa discendere D. dalla famiglia romana dei F.; così infatti nel Trattatello in laude di D. è narrata la presunta riedificazione di Firenze ai tempi di Carlo Magno: " ... infra gli altri novelli abitatori, forse ordinatore della reedificazione, partitore delle abitazioni e delle strade e datore al nuovo popolo delle leggi opportune... venne da Roma uno nobilissimo giovane per ischiatta de' Frangiapani e nominato da tutti Eliseo; il quale per avventura... in quella divenne perpetuo cittadino, e dietro a sé di figliuoli e di discendenti lasciò non picciola né poco laudevole schiatta: li quali ... per sopranome presero il nome di colui che quivi loro aveva dato cominciamento, e tutti insieme si chiamar gli Elisei. De' quali di tempo in tempo, e d'uno in altro discendendo, tra gli altri nacque e visse uno cavaliere per arme e per senno ragguardevole e valoroso, il cui nome fu Cacciaguida... " (ediz. a c. di P.G. Ricci, Milano-Napoli 1965, 570-571). La critica moderna non ha espresso un giudizio in merito a tale racconto; tuttavia considera che, se non mancano nell'operetta notizie autentiche, è innegabile l'impulso encomiastico, sì che la figura di D. appare circonfusa da un alone di leggenda; inoltre la tendenza ad attribuire illustri antenati doveva essere ben radicata nel Boccaccio, se è vero che anche Fiammetta viene fatta discendere dai " Fresapane " o dagli " Annibali " (Ameto, ediz. Quaglio, Firenze 1963). Tuttavia D. stesso rivendica attraverso le parole di Brunetto Latini un'ascendenza romana (If XV 73-78); sarebbe stato infatti il rampollo di una di quelle famiglie romane che, insieme ad altre famiglie fiesolane, fondarono Firenze dopo la distruzione di Fiesole da parte di Giulio Cesare; " ma questa è cosa molto incerta, e secondo mio parere niente altro è che indovinare ", come si esprimeva il Bruni nella sua Vita di D.: ancora un'altra leggenda.
Delle due tradizioni, quella riportata da D. e quella riportata dal Boccaccio, l'ultima potrebbe trarre una certa conferma dalle parole di Cacciaguida: Moronto fu mio frate ed Eliseo (Pd XV 136); alcuni interpretano che Cacciaguida avesse due fratelli: Moronto ed Eliseo; altri che Cacciaguida faccia riferimento a un solo fratello: Moronto di nome, Elisei di cognome; quest'ipotesi alquanto suggestiva permette di credere che anche il trisavolo di D. fosse un Elisei. Resterebbe ora da documentare se gli Elisei discendevano effettivamente dai F.: se così fosse, la leggenda del Boccaccio diventerebbe notizia storica.
Bibl. - Scartazzini, Enciclopedia; G. Billanovich, La Leggenda dantesca del Boccaccio, in " Studi d. " XVIII (1949) 45-144, poi in Prime ricerche dantesche, Roma 1949; M. Apollonio, D., Milano 1964, 5-11, 546; R. Ramat, Il Canto XV del Paradiso, in Lect. Scaligera III 507-525.