SICKINGEN, Franz von
Celebre condottiero tedesco, nato a Ebernburg il 2 marzo 1481. Cavaliere, caratteristico rappresentante del Rittertum tedesco, pieno di odio contro i ceti dei principi territoriali e dell'alto clero turbolento e violento, misto di spirito cavalleresco e di spirito d'avventura, anzi di brigantaggio, fu una tipica figura di quel torbido periodo di vita germanica in cui sorge la Riforma. Guerriero regolare al soldo dell'imperatore Massimiliano, si dà ben presto alla guerra per conto proprio, dissestando e rapinando territorî e paesi, e attaccando briga con città e con principi: nel 1513 assedia Worms, poi combatte il duca di Lorena, poi ancora si volge contro Metz (1518), infine si volge contro il langravio di Assia (1518) e contro il duca di Württemberg (1519): sempre approfittando delle discordie locali, dei contrasti fra i principi e i loro vassalli, per acquistar denaro e fama passando dai servizî dell'imperatore a quelli del re di Francia. Frattanto, conosce Ulrico di Hutten, cavaliere anche lui e anche lui spirito di ribelle: e Hutten trova in S. il braccio armato per il compimento dei suoi progetti. S. comincia infatti con l'intervenire con la forza, a favore di Reuchlin contro la città di Colonia; e il suo castello di Ebernburg diviene centro di raccolta per i proseliti della Riforma, di una Riforma però che in Hutten e in S. acquista un carattere del tutto politico ed è soprattutto espressione di rivolta del ceto dei cavalieri contro l'ordine di cose esistente. Ciò non impediva a S., ritornato alla parte imperiale, di favorire l'elezione di Carlo V a imperatore - il suo intervento militare fu anzi d'importanza decisiva al riguardo -, e di muovere contro la Francia, ai servizî di Carlo V, nel 1521. Prende Sedan, ma è ributtato a Méjures. E allora, tornato in Germania, si prepara a scendere in campo, a capo di una lega di cavalieri svevi e renani, contro l'arcivescovo di Treviri. Proclama la Fehde contro Treviri; ma la lotta volge a male e contro di lui si forma una potente lega del principe di Assia, dell'elettore palatino e dell'arcivescovo di Treviri. Chiusosi in Landstuhl, il S. vi perì, in seguito a grave ferita, il 7 maggio 1523.
Poco appresso, moriva anche il Hutten; con la morte di questi due uomini, un caratteristico periodo di storia della Riforma in Germania si chiudeva: il crollo del S., cavaliere e masnadiero, venne a dimostrare l'impotenza della classe dei cavalieri tedeschi a dar concreto ed efficace e duraturo sfogo al proprio malcontento e alla propria irrequietezza. Essi erano capaci bensì di imprese brigantesche, non di resistere, alla lunga, alle forze dei principi territoriali e di sostituire al vecchio un nuovo ordine di cose, politico e sociale. In ciò risiede l'interesse storico della figura di S.
Bibl.: H. Ulmann, F. v. S., 1872; e cfr. la bibl. s. v. Hutten, specialmente P. Kalkoff, Huttens Vagantenzeit u. Untergang, Weimar 1925.