Figlio (Marburgo 1504 - Kassel 1567) di Guglielmo II e di Anna di Meclemburgo, successe al padre nel 1509 e assunse il governo nel 1518, dopo un periodo di reggenza degli Stati e della madre. Debellò la sollevazione dei cavalieri dell'Impero, guidati da Franz von Sickingen (1523), e combatté con pari energia contro i contadini, le cui bande, con a capo T. Münzer, furono da F., alleato con il principe di Sassonia, distrutte nella battaglia di Frankenhausen (1525). Dopo aver aderito (1524) alla riforma, propugnò l'unione degli stati protestanti dell'Impero e promosse la conferenza religiosa di Marburgo, fra Lutero e Zwingli (1529); aderì alla lega di Smalcalda e riuscì (1534) a rimettere sul trono il duca Ulrico del Württemberg, fatto che indebolì assai la potenza asburgica nella Germania meridionale. Iniziatasi la guerra di Smalcalda (1546), fallì nella sua campagna nella Germania settentrionale, e, dopo la sconfitta dei protestanti a Mühlberg (1547), si sottomise all'imperatore Carlo V. Imprigionato ed esiliato nei Paesi Bassi, riebbe la libertà nel 1552, con la rivolta dell'elettore Maurizio di Sassonia. Accordò largo aiuto ai protestanti tedeschi e stranieri anche dopo la pace di Augusta (1555), ma suo pensiero fondamentale negli ultimi anni di regno furono il rafforzamento della Chiesa d'Assia e il riordinamento interno del paese, che tuttavia contribuiva egli stesso a indebolire con la suddivisione ereditaria dell'Assia tra i quattro figli.