(ted. Schmalkalden) Città della Germania (20.405 ab. nel 2008), nella Turingia, alla confluenza dello Schmalkalde nello Stille.
Lega di S. Fu formata a S. (27 febbraio 1531) fra l’elettore Giovanni di Sassonia, il langravio Filippo d’Assia, numerosi altri principi riformati e i rappresentanti delle città imperiali protestanti, con l’intento di opporsi all’intimazione di Carlo V di rientrare entro 7 mesi nella Chiesa cattolica.
In quest’occasione Lutero sottopose alla dieta 23 articoli, detti appunto smalcaldici, firmati da 43 teologi, tra i quali J. Bugenhagen e Melantone, per orientare l’atteggiamento dei protestanti al concilio indetto da Paolo III, che si sarebbe dovuto tenere prima a Mantova, poi a Vicenza. Gli articoli si dividevano in 3 gruppi: uno verteva sul dogma trinitario e cristologico, sui quali non erano previste contestazioni; un altro sui punti ‘irriducibili’ sui quali non si poteva transigere (salvezza per i soli meriti di Cristo, condanna del culto dei santi, abolizione del celibato ecclesiastico ecc.); sul terzo gruppo, infine (articoli relativi al peccato, la penitenza, la confessione, il battesimo, la consacrazione e il matrimonio dei preti, i voti monastici ecc.), era possibile un accordo per via di compromesso.
Da alleanza costituita a tutela della fede riformata, la lega si trasformò ben presto in un blocco antiasburgico con l’adesione della Baviera e della Francia, cattoliche, e di altre potenze (Inghilterra, Danimarca, Svezia), e con la proroga del patto della lega per altri 10 anni. La cosiddetta guerra di S., dal settembre 1546 all’aprile 1547, segnò la vittoria di Carlo V sull’elettore di Sassonia, sul langravio d’Assia e sugli altri confederati, ma non poté impedire l’affermazione del luteranesimo e del particolarismo dei principi a discapito dell’autorità imperiale.