Giurista tedesco (Francoforte sul Meno 1779 - Berlino 1861) d'origine francese. Prof. nelle univ. di Marburgo (1803), di Landshut (1808-10) e di Berlino (1810-42). Fu ministro prussiano della Riforma legislativa (1842-48), ma non poté attuare i piani prefissi. Dal 1848 si dedicò completamente all'attività scientifica, abbandonando l'insegnamento. Fu il fondatore della cosiddetta "scuola storica" (i cui principî furono da lui formulati per la prima volta nel 1814, per respingere l'idea avanzata da Thibaut della necessità di un codice civile generale per la Germania), il cui postulato basilare è che il diritto non può essere frutto di arbitrio legislativo, poiché esso è fondato sulla natura, il sentimento e le tendenze intellettuali di ciascun popolo e quindi si sviluppa insieme al popolo stesso, seguendone le sorti nell'ascesa e nella decadenza. Soltanto la consuetudine, perciò, è la parte fondamentale dell'ordinamento giuridico di un popolo; la legge serve solamente a colmare le lacune e a risolvere dubbî; unico compito della scienza giuridica è di risalire alle più lontane origini del sistema giuridico in vigore, per poterne intendere la vera essenza. Tra le maggiori opere (in buona parte tradotte in it.): Das Recht des Besitzes (1803); Vom Beruf unserer Zeit für Gesetzgebung und Rechtswissenschaft (1814); Geschichte des römischen Rechts im Mittelalter (6 voll., 1815-31); System des heutigen römischen Rechts (1840-1949); Vermischte Schriften (1850); Das Obligationenrecht als Theil des heutigen römischen Rechts (2 voll., 1851-53). Alla morte di S. fu istituita dalla Società giuridica berlinese una fondazione col fine di promuovere gli studî storico-giuridici; essa cura la pubblicazione della rivista Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte (continuazione della Zeitschrift für geschichtliche Rechtswissenschaft fondata da S. nel 1815), in tre sezioni: Romanistische (dal 1880), Germanistische (dal 1880) e Kanonistische Abteilung (dal 1911).