FULBERTO di Chartres (Fulbertus Carnotensis)
Nato probabilmente in Francia (l'ipotesi che sia nato in Italia sembra si debba scartare) verso il 975, fu a Reims discepolo di Gerberto di Aurillac (v.). Passò poi a Chartres dove, perfezionatosi negli studî, esercitò la medicina. Diacono, canonico e cancelliere, gli fu affidata la direzione della scuola locale che deve a lui il suo rifiorire e la grande fama durante tutto il Medioevo. Favorito dal re Roberto, fu, circa il 1006, eletto vescovo della città, ma, nonostante si rivelasse ottimo pastore, non abbandonò il prediletto insegnamento che comprendeva tutte le arti del Trivio e del Quadrivio e la teologia. Morì il 10 aprile 1028.
Straordinariamente erudito ma non altrettanto buon filosofo, come fu il suo maestro Gerberto, si limitò ad affermare la necessità di sottomettere la ragione alla fede e alla rivelazione. Le sue poesie religiose e profane, i suoi scritti in prosa e, fra questi, le sue famose lettere (Patrol. Lat., CLXI) considerate nel Medioevo come modelli di stile epistolare, lo rivelano scrittore elegante, seppure eccessivamente ligio alle regole. Dei suoi molti discepoli il più famoso fu Berengario di Tours (v.).
Bibl.: C. Pfister, De Fulberti Carnotensis vita et operibus, Nancy 1885; J. A. Clerval, Les écoles de Chartres au Moyen-âge, Parigi 1895, pp. 30-142; F. Novati e A. Monteverdi, Le origini, Milano 1926, pp. 326-31 e passim; M. Manitius, Gesch. der. Lat. Literatur des Mittelalters, II, Monaco 1923, pp. 6, 93.