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Fulgènzio

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Nome di santi: 1. F. di Écija (Flavius Fulgentius), fratello di Isidoro di Siviglia, che gli dedicò il De ecclesiasticis officiis, e di Leandro e Fiorentina; divenne vescovo di Astigi (Écija) tra il 590 e il 600, partecipò al secondo Concilio di Siviglia (619); morì prima del 633. Festa, 14 (in Spagna, 16) gennaio. 2. Fulgenzio di Ruspe: teologo (n. Telepte, Bizacena, 467 circa - m. 532 o 533) fu dapprima esattore delle imposte, poi la lettura d'un sermone di s. Agostino lo indusse a farsi monaco in patria, quindi in Sicilia (fu anche a Roma, nel 500) e di nuovo in patria dove fondò un monastero, di cui fu abate: ordinato prete, divenne nel 507 o 508 vescovo di Ruspe. L'ariano re vandalo Trasamondo lo esiliò con altri 60 vescovi cattolici in Sardegna, ove fondò un monastero presso Cagliari. Richiamato da Trasamondo, nel 515, per una disputa con gli ariani, fu rimandato (517 circa) in esilio da cui ritornò definitivamente nel 523, sotto il re Ilderico. Fu soprattutto seguace e difensore delle dottrine agostiniane della grazia (contro Fausto vescovo di Riez in un'opera perduta, e nei libri Ad Monimum, come negli altri tre De veritate praedestinationis et gratiae Dei, a cui si riannodano anche i due De remissione peccatorum ad Euthymium) e trinitarie-cristologiche, combattendo, come la situazione esigeva, gli ariani (Contra Arianos; 3 libri Ad Thrasamundum regem; Contra sermonem Fastidiosi Ariani ad Victorem; 10 libri Contra Fabianum; De Trinitate ad Felicem Notarium; e uno Psalmus abecedarius). A questi ultimi scritti si ricollega in parte il De Incarnatione Filii Dei et vilium animalium auctore ad Scarilam (nella 2a parte mostra che mosche, scorpioni, ecc. sono stati creati da Dio). Una breve esposizione della dottrina cattolica è il De fide, seu de regula verae fidei ad Petrum (un laico, pellegrino in Terrasanta). Abbiamo inoltre alcune lettere e dei sermoni. Tentativi di identificare con scritti anonimi altre opere perdute sono stati respinti. Ne scrisse la vita il diacono Fernando di Cartagine, suo alunno. L'identificazione con il mitografo è ora esclusa.

Vedi anche
órdine sacro órdine sacro Sacramento che investe dell'esercizio del ministero sacro il diacono, il sacerdote o il vescovo. Nella Chiesa cattolica e ortodossa l'ordine sacros. conferisce al sacerdote il potere di agire 'in persona di Cristo' (per es. quando assolve dai peccati). I protestanti, invece, vedono il sacramento ... abate Superiore di un monastero autonomo (sui iuris), proprio degli ordini benedettini e delle loro varie ramificazioni. Il nome deriva dalla parola aramaica ābā, (➔ abba) intesa come «padre». órdini agostiniani agostiniani, órdini Comunità religiose che seguono la regola agostiniana, ispirata cioè alle norme che s. Agostino nella sua Epistola 211 prescrive per le monache d'Ippona. In senso stretto sono: gli agostiniani, ordini eremiti, i canonici regolari di s. Agostino, gli agostiniani, ordini dell'Assunzione, ... omelia Esposizione e commento di passi della Sacra Scrittura. È la forma più antica dell’oratoria cristiana e ne è ricca tutta la letteratura patristica e medievale. Nella liturgia cattolica attuale, secondo lo spirito del Concilio Vaticano II, segue la proclamazione del Vangelo durante la messa e non deve ...
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Vocabolario
barcamenarsi
barcamenarsi v. intr. pron. [comp. di barca1 e menare] (io mi barcaméno, ecc.). – Destreggiarsi a proprio vantaggio, condursi abilmente senza prendere posizioni decise e responsabili, in modo da scansare danni o pericoli: Barcamenandomi...
abominévole
abominevole abominévole (o abbominévole) agg. [der. di abominare]. – Che merita abominazione, spregevole, detestabile: un individuo turpe e a.; subire un a. ricatto; sfogava la sua rabbia con le più a. imprecazioni. Anche, detestato, odioso:...
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