Poeta (Ferrara 1593 - Modena 1646). Pubblicò una prima raccolta di Rime nel 1613, che nel 1617 accrebbe di poesie in lode di Carlo Emanuele I di Savoia e della sua politica antispagnola. È del 1615 il poemetto Il pianto d'Italia, ormai concordemente ritenuto opera sua, ispirato a questi sentimenti. Il duca di Ferrara, temendo le ire della Spagna, condannò in contumacia l'autore, che dovette ritrattare. Nel 1619 fu però nominato "virtuoso di camera" del duca, e quindi segretario di stato, dimostrando negli incarichi diplomatici grande abilità, per cui ebbe un feudo col titolo di conte. Ma aspirando a più grandi onori, allacciò nel 1646 segrete trattative col governo francese: scoperto, fu messo in prigione, ove morì, sembra, di morte naturale. La postuma Raccolta generale delle poesie (1655) ci mostra il cammino di T. da un gusto marinistico al classicismo secondo l'esempio di G. Chiabrera. Cantò di preferenza temi civili e morali con grande dignità ed eloquenza, ma senza nerbo poetico. Pubblicò anche un dramma, L'isola di Alcina (1636); ci restano frammenti di altre opere. Importante il suo epistolario, pubblicato in ed. completa nel 1967 (Lettere, 3 voll.).