MAKI, Fumihiko
Architetto giapponese, nato a Tokyo il 6 settembre 1928. Laureatosi nel 1952, ha conseguito il master of architecture presso la Cranbrook Academy of Art di Bloomfield Hills (Michigan) e presso la Harvard University, ed è stato visiting professor in molte università americane, europee e dell'estremo oriente. Attualmente insegna presso l'università di Tokyo; è membro di istituzioni nazionali e internazionali; ha ricevuto molte onorificenze, tra cui la medaglia d'oro dell'UIA (Union International des Architectes) nel 1993.
Dopo un primo periodo di lavoro negli Stati Uniti presso Skidmore, Owings & Merril e presso J.-L. Sert, nel 1965 torna in Giappone e dà vita allo studio Maki & Associates. La prima fase del suo lavoro è caratterizzata da un'aderenza, volta in chiave simbolica, ai principi del modernismo. Di questo periodo sono l'Hillside Terrace a Tokyo (complesso residenziale realizzato in cinque fasi dal 1967 al 1992), il Museo Iwasaki a Ibusuki (1977-79), la scuola d'arte e di educazione fisica dell'università di Tsukuba (1972-80). In queste opere già emerge la dominante che caratterizzerà il lavoro di M. sino ai giorni nostri: la ricerca costante di rappresentare le condizioni di molteplicità, frammentarietà e mutevolezza della cultura giapponese contemporanea attraverso quella che egli definisce "estetica della frammentazione". Attorno a idee di base originarie, spesso molto semplificate, si sviluppano sequenze di spazi definiti in maniera autonoma, mentre sulla facciata si articolano e si stratificano, indipendentemente dalla pianta, volumi, piani, materiali ben differenziati e identificabili come parti, in un collage sempre contraddistinto da un'altissima qualità tecnologica. La ricerca delle potenzialità espressive dei materiali metallici è un'altra costante e coincide con il tentativo di restituire al manufatto quell'insieme di vibrazioni, tattilità, grana tipici dell'architettura tradizionale e che permettono un riavvicinamento emotivo all'architettura moderna.
La massima espressione di questo approccio è leggibile nelle recenti realizzazioni dello ''Spiral'' Wacoal Media Center (1982-85) e di ''Tepia'', Museo delle Scienze (1986-89), entrambi a Minato, Tokyo, e inoltre il Museo di Arte moderna di Kyoto (1983-86), il complesso sportivo di Fujisawa (1980-84), il Makuhari Messe a Chiba (1986-89) e il complesso sportivo della città di Tokyo (1985-90), realizzati nella ricerca di estrema leggerezza e di nuova figuratività nel rapporto monumento moderno e spazio urbano. Tra le altre opere si ricordano il Toyota Memorial Hall, Nagoya (1960), gli edifici universitari di Kumagaya (1968) e di Tsukuba (1974), l'Acquario Nazionale di Okinawa (1973-75); l'ambasciata giapponese a Brasilia (1975), l'ambasciata di Danimarca (1979) e di Austria a Tokyo (1986). Tra i progetti, quello per il concorso del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia (1991) e quelli del Visual Arts Center di San Francisco e del centro di ricerche YYK a Tokyo, entrambi in realizzazione. Vedi tav. f.t.
Bibl.: S. Salat, Fumihiko Maki. Progetti e architetture, Milano 1988; S. Salat, F. Labbé, Fumihiko Maki. An aesthetic of fragmentation, New York 1988; F. Maki, Fragmentary figures. The collected architectural drawings, Tokyo 1990; Id., Recent projects, in The Japan Architect, 9008 (1990); Domus, 716 (maggio 1990), pp. 46-55; L'industria delle costruzioni, 198 (aprile 1988), pp. 6-39; Domus, 746 (febbraio 1993), pp. 29-37.