FUMONE (A. T., 27-28-29)
Piccolo paese della Ciociaria, in provincia di Frosinone, a 89 km. da Roma, ammassato sul cocuzzolo di un monte alto m. 783 e isolato, presso lo sbocco della vallata del fiume Sacco. Per tal posizione e per la vicinanza al confine dell'antico Stato della Chiesa, fu già castello posto dal papato a sentinella contro le incursioni saracene e normanne.
La sua origine è anteriore al 1000 e le sue vicende sono caratterizzate dall'esser sempre stata questa rocca mantenuta o rivendicata, quale castellania della Chiesa anche quando i feudatarî, che ne erano semplicemente "custodi", tentavano d'impadronirsene. La famiglia feudale, che ancor prima del 1000 ebbe in enfiteusi la castellania e di continuo la tenne fino circa il 1300, fu una diramazione della stirpe di Amato Comes Signiae, e, per via femminile, dei Crescenzî di Roma. La rocca di Fumone vide suo prigioniero (nel 1125) l'antipapa Maurizio Burdino (Gregorio VIII), opposto dalla fazione imperiale a Gelasio II e poi vinto e imprigionato dal successore di questo, Calisto II. Anche Celestino V, dopo aver rinunciato al pontificato, fu rinchiuso da Bnnifacio VIII nella rocca di Fumone, ove morì dopo un anno di prigionia (1296). Nella rocca, in memoria di Celestino, canonizzato nel 113, sorse una piccola cappella, poi sostituita da altra più recente, nella trasformazione che, alla fine del sec. XVII, i marchesi Longhi fecero in villa pensile dell'antica rocca rovinosa. La quale, fino nltre il 1400, continuò a essere castellania della Chiesa, poi proprietà del comune, indi riscattata dai Longhi, mentre il castrum che la racchiudeva si era già da tempo costituito in comune, i cui statuti, tra i più antichi della campagna Romana, ancora si conservano.
Attualmente, il piccolo paese di circa 600 ab., incantevole per amenità, è meta di turisti. Il comune (kmq. 15) comprende una zona di pianura ben coltivata, con numerosa popolazione sparsa (abitanti in tutto il comune 2206 nel 1931).