GABON (XVI, p. 238; App. III, 1, p. 695)
Repubblica di tipo presidenziale (indipendente dal 17 agosto 1960), in cui il capo dello stato, eletto a suffragio universale diretto per sette anni, è in pari tempo capo del governo, affiancato da un'assemblea nazionale di 70 membri. Il territorio (267.667 km2) è ripartito in 9 regioni, alla loro volta divise in 31 distretti, 6 comuni urbani e un distretto autonomo (Sette Cama-Gamba), sottoposto direttamente al ministero dell'Interno. Una divisione di terzo ordine riguarda le collettività rurali. Gli abitanti sono circa 540.000 (1974), per lo più di stirpe bantu, con prevalenza dei Fang (94.200), Eshira (78.300), Mbédé (63.100), in maggioranza cristiani (310.000 cattolici). La capitale è Libreville (53.291 ab. nel 1967), ma il centro industriale più importante (raffineria, industria del legno, alimentari, ecc.) è Port-Gentil (25.000). Lambaréné (4000 ab.), capoluogo del Medio Ogooué, è nota per l'ospedale fondato da A. Schweitzer. La popolazione si accentra attorno ai centri urbani, ai cantieri forestali, alle miniere, mentre nei villaggi dell'interno, in seguito all'esodo degli elementi più validi, il numero delle donne supera di gran lunga quello degli uomini. Vivace è perciò il contrasto tra le regioni dove prevale l'economia moderna di tipo europeo (che assicura il 75% della produzione) e il settore rurale a economia arcaica.
Nel G. affiorano rocce dello zoccolo antico (graniti, gneiss), spesso ricoperti da strati di arenarie, scisti, calcari, mentre a occidente, nelle zone basse e paludose, prevalgono terreni più recenti (terziari). Il G. coincide a grandi linee col bacino del fiume Ogooué (220.000 km2) che dopo Lambaréné si divide in più bracci e forma un delta che s'avanza nell'oceano. Il terreno s'innalza a 1575 m nel massiccio di Chaillu (M. Iboundi); meno alta è a sud-ovest la catena del Mayombe e a nord-ovest i Monti di Cristallo.
Appena la quarantesima parte del suolo è posta a coltura con prevalenza di piante che servono all'alimentazione degl'indigeni (miglio, sorgo, manioca), mentre le colture industriali hanno limitata importanza. Di poco conto pure l'allevamento e la pesca, praticata dai Giapponesi (soprattutto quella dei gamberi) piuttosto che dagl'indigeni. Prati e pascoli sono poco estesi (19%), mentre invece prevalgono i boschi (75%), che si estendono su oltre 20 milioni di ha (comprendendo anche le savane arborate), favoriti dalla forte piovosità (Libreville riceve 2700 mm di piogge all'anno, con valori sempre molto alti, salvo tra giugno e ottobre) e dalle elevate temperature (media di 26 °6, con escursioni mensili inferiori a 3 °C). Il legname assume perciò un'importanza fondamentale nella vita del paese, ma si tratta di un'economia in prevalenza distruttiva e le esportazioni riguardano legname grezzo piuttosto che compensato o impiallacciato. Si tratta di legname duro, pregiato, in prevalenza okoumé (oltre un milione di m3 esportati nel 1974), ma anche il limba va acquistando importanza. Il commercio è gestito da un apposito Office des Bois che ha disposto che le imprese europee che sfruttano la foresta devono operare nelle zone interne, mentre quelle costiere (più redditizie) sono riservate alle imprese gabonesi.
Da qualche anno a questa parte il G. ha assunto notevole importanza per le risorse del sottosuolo e in primo luogo il petrolio (1959: 753.000 t; 1975: 11,3 milioni), che supera ora per valore il legname nelle esportazioni; ai primi pozzi, aperti presso Capo Lopez, si sono aggiunti quelli di Anguillé, Gamba, Ivinga. E al petrolio è spesso associato il gas naturale. Una raffineria è sorta (ottobre 1967) a PortGentil, dovuta a cinque stati che hanno costituito un'unione economica (UDEAC). A partire dal 1962 si è anche cominciato a esportare manganese (976.000 t nel 1973) che è di tenore assai elevato (50-52%) e si trova attorno a Moanda: una lunga teleferica (76 km) lo trasporta a M'Binda, dove un tronco ferroviario (290 km) si ricollega alla linea Brazzaville-Pointe Noire (porto d'imbarco). A Mounana si è cominciato a estrarre (dal 1961) ossido di uranio (1400 t nel 1973), mentre in regresso è la produzione di oro. Di ferro (ematite) esiste un importante giacimento ad alto tenore (oltre 60%) nella zona di Makokou-Mékambo, ma l'evacuazione è difficile ed è prevista l'esportazione soltanto nel 1980; meno ricco, ma più vicino alla costa (70 km) è il giacimento di Tchibanga, che per la spedizione del minerale utilizza il porto di Nyanga. Una centrale idroelettrica è stata creata mediante lo sbarramento di Kinguélé sul Mbéi. Le comunicazioni lasciano pur sempre a desiderare. Nel dicembre 1973 è stata avviata (col tronco Owendo-Booué) la costruzione della ferrovia transgabonese, che parte da un nuovo porto, in costruzione presso Libreville, e deve collegare la capitale alle regioni di nord-est e di sud-est. È stata aperta anche la strada Ayem-Lastourville, che completa l'arteria Libreville-Franceville e permette quindi di raggiungere più agevolmente le miniere di Mounana-Moanda. Nelle regioni occidentali gran parte dei trasporti utilizzano bracci fluviali, canali e lagune. La bilancia commerciale (data l'esportazione di legname, petrolio e minerali) risulta attiva e per una buona metà acquirenti sono i paesi della Comunità economica europea.
Bibl.: G. P. Patten, Gabon, in Focus, XII (1961); J. Denis e altri, L'Afrique Centrale et Orientale, Parigi 1971.
Storia. - In base alla costituzione del 14 novembre 1960, nel febbraio del 1961 si sono svolte le elezioni per l'Assemblea nazionale e per la presidenza della repubblica: a questa carica fu eletto, con il 99,6% dei voti, L. M'Ba, protagonista dal 1946 della vita politica gabonese; M'Ba, leader del "Bloc Démocratique Gabonais" (BDG), costituì un governo di unione nazionale, del quale faceva parte, come ministro degli Esteri, J.H. Aubame, che guidava l'"Union Democratique et Sociale Gabonaise" (UDSG), di tendenza più radicale. L'attrito fra i due leaders e fra i due partiti (uniti per le elezioni del 1961 in un Fronte nazionale) provocò nel 1963 l'esclusione di Aubame dal governo. Il tentativo di M'Ba di assicurarsi una solida maggioranza parlamentare, sciogliendo l'Assemblea nazionale e indicendo nuove elezioni, indusse gli oppositori a un colpo di stato (18 febbraio 1964), che fu tuttavia sventato dall'intervento di truppe francesi, promosso dallo stesso M'Ba; Aubame, che aveva guidato il comitato rivoluzionario, fu condannato a dieci anni di reclusione. Nelle nuove elezioni, in aprile, il BDG ottenne 31 seggi; gli altri 16 andarono all'opposizione, ma presto passarono al partito di maggioranza. Ai disordini e agli scioperi che continuavano ad agitare il paese, il governo reagì con repressioni e condanne. Per le cattive condizioni di salute il presidente M'Ba si trasferì a Parigi nell'agosto 1966; da quel momento il potere passò gradualmente nelle mani di A.B. Bongo, vice-presidente del Consiglio dal novembre 1966 e vice-presidente della repubblica dal marzo 1967 (la carica era stata istituita in febbraio con una modifica costituzionale). Sempre con le elezioni del marzo 1967, assente ogni opposizione, il BDG ottenne la totalità dei seggi dell'Assemblea nazionale, mentre M'Ba fu confermato alla presidenza. Alla sua morte (28 novembre 1967), Bongo assunse la presidenza e intraprese una politica di conciliazione nazionale, con l'inclusione nel governo di elementi giovani, anche dell'opposizione, e con misure di clemenza per i detenuti politici. La relativa apertura verso le opposizioni non ha impedito che, nel marzo 1968, il BDG fosse istituzionalizzato quale partito unico, col nome di "Parti Démocratique Gabonais" (PDG), retto dallo stesso Bongo, segretario generale. Il giovane presidente (nato nel 1935), animando la presenza del PDG nella vita politica e sociale del paese, è riuscito a rafforzare la coesione nazionale e ad assicurare una sostanziale stabilità politica al G., cui le risorse economiche garantiscono un reddito nazionale ben superiore a quello medio in Africa; nelle elezioni del febbraio 1973 Bongo è stato confermato presidente, mentre il PDG ha conquistato tutti i seggi (da 47 portati a 70) dell'Assemblea nazionale. Nell'aprile 1975 è stata abolita la carica di vice-presidente ed è stato nominato un primo ministro (L. Mebiame). La campagna di "gabonizzazione" dell'economia, intrapresa nel 1972, è stata intensificata nel 1976, insieme con la denuncia del "capitalismo incontrollato".
La politica estera del G. è stata nei primi anni molto legata alla Francia, anche per le intense relazioni economiche, e ben poco aperta ad altri contatti e rapporti, se non con i paesi vicini (dal 1959 faceva parte, infatti, dell'Unione doganale equatoriale e dal 1966 dell'Unione doganale ed economica dell'Africa centrale); seguendo la politica francese il G. ha sostenuto la secessione del Biafra. Più tardi il presidente Bongo, mentre ha cercato di trarre maggior profitto dalle risorse del paese, accrescendo la partecipazione statale nelle grandi imprese minerarie e in particolare petrolifere, operanti nel G., ha anche svolto una politica estera più attiva: nel 1973 ha ristabilito le relazioni con la Nigeria (interrotte per il riconoscimento del Biafra) e ha rotto quelle con Israele, avvicinandosi ai paesi arabi e in particolare alla Libia (un accordo di cooperazione economica è stato firmato nel 1973, ma denunciato nel 1974); gli accordi con la Francia sono stati rinnovati nel 1974 a condizioni più vantaggiose per il G. (in particolare per le vendite di uranio); nello stesso anno sono state stabilite relazioni diplomatiche con la Iugoslavia e la Romania. Nel 1976 il G. si è ritirato dalla OCAM, cui aveva aderito nel 1965.
Bibl.: B. Weinstein, Gabon: Nation-Building on the Ogooué, Cambridge, Mass., 1967; id., Léon M'Ba: the Ideology of Dependence, in Genève-Afrique, VII (1967), pp. 49-62; H.O. Neuhoff, Gabun, Berlino 1967; J. Bouquerel, Le Gabon, Parigi 1970; M. Remondo, L'administration gabonaise, ivi 1974.