Stato dell’Africa centrale, confinante a N con la Guinea Equatoriale e il Camerun, a E e a S con la Repubblica del Congo; a O si affaccia sull’Oceano Atlantico.
Il territorio del G. è centrato su due elementi principali: il corso del fiume Ogooué, che descrive un’amplissima curva da SE a NO, con convessità verso N; e una serie di allineamenti montuosi, con direzione prevalente N-S. Ne deriva una morfologia sostanzialmente riconducibile a tre fasce parallele, delle quali quella litoranea è la meno estesa, oltrepassando raramente i 100 km di larghezza. L’andamento della linea di costa è articolato a N per la presenza degli estuari dei fiumi e di ampie baie, fronteggiati spesso da isole e costituenti ottimi porti naturali (tra questi l’estuario del fiume Gabon, che dà il nome al paese); a S del Capo Lopez, estrema punta occidentale del territorio, invece, l’accumulo di banchi sabbiosi ha chiuso le antiche insenature, per cui la costa appare bassa e orlata da lagune. I rilievi che occupano la fascia mediana digradano verso il litorale da altezze di poco superiori ai 1000 m (Massiccio dello Chaillu e Monti Birougou). All’interno, la terza fascia è costituita infine dai tavolati orientali, spesso incisi dai numerosi corsi d’acqua che scendono verso la depressione dell’Ogooué.
I regimi fluviali sono in genere costanti, poiché l’alimentazione è dovuta alle precipitazioni equatoriali, abbondanti (dai 1300 ai 4000 mm) e regolarmente distribuite nell’intero arco dell’anno; le temperature risultano mitigate dall’umidità e, lungo la costa, dalle fredde acque della Corrente di Benguela; le escursioni termiche, sia annue sia diurne, risultano poco sensibili, con la parziale eccezione di alcune zone dell’interno.
Elemento fondamentale del paesaggio gabonese è la foresta pluviale, largamente sfruttata per l’abbondanza di legnami pregiati (okumè, mogano, ebano). L’ambiente floristico e faunistico è valorizzato anche dal punto di vista turistico dalla presenza di parchi nazionali raggiunti da nuove strade, come il Parco di Okanda.
I primi abitatori dell’attuale territorio gabonese, particolarmente inospitale per le condizioni ambientali e l’impenetrabilità della foresta, furono i Pigmei, ormai ridotti a poche migliaia di individui che vivono appartati in villaggi dell’interno. Il resto della popolazione è quasi tutto di origine bantu e appartiene a una quarantina di gruppi tribali, con lingue e culture diverse e separate. Un terzo circa della popolazione è costituito dai Fang, stanziati nel Nord del paese, soprattutto nella regione della capitale. Sono presenti nel G. circa 50.000 Europei, per quasi un quarto Francesi, e numerosi immigrati da altri paesi africani di idioma francese, lingua ufficiale dello Stato.
La densità demografica media è assai bassa (poco più di 5 ab./km2), con una distribuzione territoriale molto irregolare, condizionata dalla contrapposizione fra le tradizionali forme di insediamento rurale lungo il corso dei fiumi e nelle radure delle foreste e i disordinati processi di urbanizzazione che hanno coinvolto dapprima le aree dei vecchi centri commerciali costieri (Libreville, Port-Gentil) e poi i maggiori distretti minerari nella regione di Franceville e nell’alto bacino del fiume Ogooué. Le aree più scarsamente abitate sono quelle nord;orientali, marginali rispetto allo sviluppo delle vie di comunicazione, oltre ad alcune fasce litoranee acquitrinose e a zone di fatto inabitabili all’interno della foresta. Il tasso di incremento naturale è di poco inferiore al 2% annuo.
La religione cattolica è professata da circa il 50% dei gabonesi; i protestanti sono il 18%; alcuni gruppi minoritari praticano l’islamismo e culti animisti.
La scarsa consistenza demografica e la disponibilità di ingenti risorse naturali concorrono a fare del G. uno dei paesi potenzialmente più ricchi dell’Africa. Il prodotto interno lordo pro capite è stato valutato nel 2008 di 14.400 dollari, ma la distribuzione del reddito è assai diseguale e la posizione del G. nella graduatoria mondiale nell’indice di sviluppo umano elaborato dalle Nazioni Unite è molto al di sotto di quella che competerebbe al paese in base a questo indicatore, in quanto gli altri (speranza di vita alla nascita, 53 anni; tasso di alfabetizzazione, 63%) esprimono un livello di sviluppo sociale tutt’altro che soddisfacente.
L’economia del G. è fortemente dipendente dallo sfruttamento dei giacimenti di petrolio: tale risorsa rappresenta quasi l’80% del valore delle esportazioni e concorre per più della metà alla formazione del prodotto interno lordo. I maggiori giacimenti petroliferi si trovano nella regione litoranea e nelle acque antistanti, principalmente nei fondali marini presso Port-Gentil e al largo della costa meridionale. Il futuro del settore petrolifero appare tuttavia incerto per la progressiva diminuzione dell’estrazione (meno di 12 milioni di t nel 2004, a fronte di più di 15 milioni annui di t per buona parte dell’ultimo decennio del 20° sec.); diminuzione dovuta all’esaurimento di diversi giacimenti, il cui danno economico è solo in parte compensato dall’aumento dei prezzi petroliferi nel mercato internazionale.
Altre importanti risorse del sottosuolo (manganese, ferro, fosfati) non sono sufficientemente valorizzate. L’esportazione del legname fornisce un gettito pari al 5% della ricchezza nazionale: oltre il 90% dei proventi delle vendite è fornito dall’okumè, legno molto ricercato per la produzione di compensati. La disponibilità di risorse naturali non ha indotto un adeguato sviluppo industriale: le uniche attività di rilievo sono quelle del legno (Port-Gentil), gli zuccherifici (Franceville) e alcuni impianti del settore agroalimentare. L’agricoltura, quantunque impieghi il 60% della popolazione attiva, assicura meno del 6% del prodotto interno lordo. Le colture per l’autoconsumo più diffuse sono quelle della manioca e dell’igname; tra le colture commerciali continua a prosperare quella della canna da zucchero, mentre le colture del caffè e del cacao hanno fatto registrare cali di produzione.
La carente rete delle vie di comunicazione è stata resa più funzionale dalla costruzione della Ferrovia Transgabonese, di quasi 650 km, che collega il porto di Owendo con i giacimenti di ferro e manganese dell’interno.
La bilancia commerciale è largamente attiva, grazie soprattutto alle esportazioni di greggio e di prodotti forestali, dirette verso gli USA per oltre la metà del valore complessivo, la Cina e la Francia. Le importazioni, provenienti dalla Francia e da altri paesi dell’Unione Europea, riguardano prevalentemente macchinari, mezzi di trasporto, prodotti tessili e alimentari.
Possedimento francese dal 1839, utilizzato come terra di reinsediamento degli schiavi liberati (da cui il nome della capitale), il G. fece poi parte dell’Africa Equatoriale Francese. Indipendente dal 1960, il paese godette di una sostanziale stabilità politica prima con la presidenza di Léon M’ba, poi dopo la morte di questi (1967) di Albert-Bernard (dal 1973, dopo la conversione all’islam, Omar) Bongo. Il Parti Démocratique Gabonais (PDG) rimase partito unico dal 1968 al 1993, quando violente manifestazioni per la democratizzazione del sistema politico costrinsero il governo ad aprire al multipartitismo. Il risultato delle elezioni, che confermarono la leadership di Bongo, fu contestato dall’opposizione e il paese giunse sull’orlo della guerra civile. La situazione tornò alla normalità solo dopo negoziati (Parigi, 1994) in seguito ai quali Bongo costituì un governo di unità nazionale di transizione in attesa di nuove elezioni, che videro ancora prevalere il PDG (1997), come peraltro quelle tenute successivamente. Bongo è stato rieletto alla presidenza nel 1998 nel 2005. Alla sua morte (2009), gli è subentrato il figlio Ali Bongo Ondimba; sebbene la sua nomina sia stata fortemente contestata dall'opposizione, alle elezioni tenutesi nel dicembre del 2011 il PDG ha ottenuto 73 seggi su 123 del Parlamento, e alle consultazioni presidenziali svoltesi nell'agosto 2016 in un clima di forti tensioni l'uomo politico è stato riconfermato nella carica, ottenendo il 50,6% dei voti contro il 47,2% aggiudicatosi dallo sfidante Jean Ping. Nel maggio 2018, in seguito allo scioglimento dell'Assemblea nazionale da parte della Corte costituzionale in ragione della presunta incapacità del governo di organizzare le elezioni parlamentari entro i termini stabiliti dalla Costituzione, il premier F.E. Issoze-Ngondet, in carica dall'ottobre 2016, ha rassegnato le dimissioni. I risultati delle elezioni politiche svoltesi nell'ottobre 2018 hanno confermato la supremazia del PDG, che ha ottenuto oltre 80 deputati su 143 al primo turno, e nello stesso mese Ali Bongo è stato rieletto alla presidenza del Paese. Nel luglio 2020 è stata nominata premier R.C. Ossouka Raponda, prima donna a ricoprire tale carica nella storia del Paese. A seguito della riconferma nella carica presidenziale di Ali Bongo alle consultazioni tenutesi nell'agosto 2023, un colpo militare ha annullato le elezioni, sciolto le istituzioni e chiuso i confini nazionali, deponendo l'uomo politico, sostituito nel mese successivo dal leader della giunta B.C. Oligui Nguema.
Tradizionalmente legato alla Francia, in politica estera il G. ha esercitato una certa leadership sui paesi dell’Africa centrale, intervenendo più volte nella soluzione di grandi conflitti regionali (crisi nei rapporti tra Ciad e Libia, acuirsi del conflitto nella Repubblica Democratica del Congo). Nel giugno 2022 il Paese è stato ammesso, insieme al Togo, nel Commonwealth.