Stato dell’Africa occidentale; comprende una parte insulare, costituita dagli ex possedimenti spagnoli situati nella parte più interna del Golfo di Guinea e cioè le isole di Bioko (ex Fernando Poo) e Annobón (o Pagalu ➔), che insieme formano la regione di Bioko; e una parte continentale, nella quale rientrano anche le tre isolette costiere di Corisco, Elobey Grande e Elobey Piccola.
La sezione continentale del territorio (ex Río Muni, oggi chiamata ufficialmente Mbini), che confina a N con il Camerun e a E e S con il Gabon, è in prevalenza costituita da una piccola zona degli altipiani che chiudono a O il bacino del Congo: i rilievi si presentano qui sotto forma di una successione di catene cristalline divise da vallate fluviali. Mentre nell’interno il territorio sale gradualmente fino a raggiungere i 1525 m nei Monti Fijellvinge, la fascia costiera è bassa e sabbiosa e a S viene incisa dal profondo estuario paludoso del Mbini, riparato dal Capo San Juan. Le isole comprese nel territorio sono invece di natura vulcanica. Tra i fiumi hanno importanza il Benito, il cui corso è interrotto da frequenti rapide, il Mitemele, con caratteri affini, e il Campo, che scorre nel paese solo per il tratto inferiore.
Il clima è prettamente equatoriale, caldissimo e umido, con temperature medie annue di circa 30 °C nella parte continentale e di 25 °C nelle isole; le precipitazioni superano i 2000 mm annui, cadendo abbondanti in ogni stagione. Alle caratteristiche climatiche fanno riscontro quelle della vegetazione, rappresentata, specialmente nello Mbini, dalla foresta pluviale.
Gli Europei, che si stabilirono nel paese fin dal 15° sec., sfruttarono a lungo queste terre soprattutto per il commercio degli schiavi, finché, nel 19° sec., vi diffusero la pratica dello sfruttamento forestale e delle colture di piantagione. La popolazione è formata soprattutto da Fang (82,9%) e da percentuali più basse di Bubi (9,6%), Ndowe (3,8%), Annobonesi (1,5%). Il coefficiente di accrescimento annuo della popolazione (2009) è del 2,7%. Pur se la maggior parte degli abitanti è insediata nella zona continentale (densità media di 8 ab. per km2), nelle isole si riscontrano valori assai più elevati (da 30-40 ab. per km2 nell’isola di Bioko a oltre 100 ab. per km2 in quella di Annobón Pagalu). I centri principali sono la capitale Malabo, nell’isola di Bioko, già sede del governatore spagnolo, e Bata, sulla costa dello Mbini, dotata di un buono scalo portuale. Alle lingue ufficiali si affianca una grande varietà di dialetti diffusi tra i differenti ceppi etnici; la religione professata è in assoluta prevalenza quella cattolica.
Il paese presenta una struttura economica fortemente arretrata e le principali prospettive di crescita sono legate, nel medio periodo, ai ritrovamenti petroliferi offshore (le esportazioni di petrolio hanno avuto inizio nel 1992 e ben presto il loro valore si è attestato su oltre i quattro quinti delle esportazioni complessive). Vi sono inoltre buone riserve di oro, uranio e ferro. Le attività fondamentali sono l’agricoltura di piantagione, praticata a Bioko, e lo sfruttamento delle risorse forestali, a Mbini. Le produzioni destinate al commercio estero sono cacao, caffè, banane, canna da zucchero, palma da olio e pregiati legnami da ebanisteria (soprattutto palissandro, ebano e okumé). La popolazione locale trae invece le proprie risorse da varie colture di sussistenza (manioca, patate dolci, palma da cocco) e dalla pesca. Discreto lo sfruttamento forestale (circa 866.000 m3 di legname nel 2006), con una larga presenza di essenze pregiate.
Riguardo alle comunicazioni hanno importanza quelle marittime, soprattutto attraverso i porti di Luba e Malabo (Bioko), Bata e Río Benito (Mbini). Aeroporti internazionali sono a Bata e Malabo; la rete stradale, sviluppata particolarmente nell’isola di Bioko, conta circa 2880 km, di cui solo 405 km asfaltati, mentre non vi sono linee ferroviarie.
Conquistato dai Portoghesi nel 1474, il territorio fu venduto nel 1778 alla Spagna, che vi esercitò però un’autorità limitata solo dopo la metà del 19° secolo. L’attività coloniale fu intensificata dopo l’avvento al potere di F. Franco e nel 1959 la colonia, nelle sue due componenti, insulare e continentale, divenne parte integrante della Spagna come ‘provincia equatoriale’. Proclamata indipendente il 12 ottobre 1968, la G. fu sottoposta al regime corrotto e violento di F. Macias Nguema fino al 1979, quando un colpo di Stato militare rovesciò il dittatore, che fu condannato a morte e giustiziato. Il potere fu assunto da T. Obiang Nguema, che nel 1982 fu eletto presidente e nel 1987 fondò come partito unico il Partido democratico de Guinea Ecuatorial. Nonostante l’introduzione del multipartitismo (1991), negli anni successivi la repressione delle opposizioni ha consentito in tutte le consultazioni l’affermazione di Nguema, rieletto per la settima volta nel 2016, e del suo partito, che nelle legislative del 2008 ha ottenuto 99 seggi su 100, riconfermandosi vincitore anche alle consultazioni legislative del 2013 e alle elezioni generali del 2022.
Sul piano internazionale, le dispute di confine sorte nel 1997 con la Nigeria in seguito alla scoperta di giacimenti petroliferi furono composte nel 2000 con la firma di un accordo che sanciva le rispettive aree di competenza.