Stato dell’Africa centro-occidentale che si affaccia sull’Atlantico, nel fondo del Golfo di Guinea, tra la Nigeria, a NO, e la Guinea Equatoriale, a S; confina anche con il Ciad, a NE, la Repubblica Centrafricana, a E, e con la Repubblica del Congo e il Gabon, a S.
Il territorio è costituito da un vasto altopiano, impostato sullo zoccolo cristallino africano arcaico, qui ringiovanito, durante il Cenozoico, da corrugamenti ed eruzioni che hanno dato origine a un rilievo molto accidentato. La fascia costiera è dominata dall’isolato massiccio vulcanico del Camerun, da cui si dirama una catena orlata da formazioni vulcaniche alte oltre 2500 m, che segue per lungo tratto il confine nigeriano. Nella parte centro-settentrionale si estende un altopiano che culmina a 2049 m nei rilievi dell’Adamaoua, mentre l’estremità nord del territorio, incuneata fra la Nigeria e il Ciad, digrada verso la depressione del Lago Ciad. I rilievi interni costituiscono un vero e proprio nodo idrografico, anche se gli spartiacque sono talora incerti, soprattutto a causa di fenomeni di erosione regressiva: il paese è ripartito tra i bacini del Niger (con il corso superiore dell’affluente Benue, a NO), del Lago Ciad (con il Logone e lo Sciari, a NE), del Congo (con l’alto bacino dell’ affluente Sanga, a SE) e infine del Sanaga, del Nyong e di altri fiumi che sboccano direttamente nell’oceano. Anche i tipi climatici presentano una certa varietà, nei limiti dell’appartenenza alla fascia tropico-equatoriale. Nel complesso la pioggia diminuisce da SO a NE, passando dai 4000 mm della costa (con punte di 10.000 sui fianchi esterni del monte Camerun e con distribuzione regolare durante tutto l’anno) ai 1500-2000 mm di una vasta area centrale (con due stagioni piovose intervallate da due asciutte) e infine ai meno di 1000 delle regioni settentrionali (con unica stagione piovosa che si abbrevia progressivamente). Ai tre regimi pluviometrici corrispondono, dal punto di vista fitogeografico, la foresta pluviale (che copre più della metà della superficie del paese), la savana (intercalata alla foresta a galleria lungo i fiumi) e la steppa (limitata di fatto alla regione ciadiana).
Il primo censimento regolare fu effettuato in epoca coloniale (1935) e diede un risultato di 2.300.000 ab. circa, raddoppiati all’atto dell’indipendenza (1961), triplicati secondo il censimento del 1976 e più che sestuplicati all’inizio del 21° sec., nonostante un tasso di crescita annuo non elevatissimo per un paese africano: 2,1%. L’esodo rurale è notevole e la popolazione urbana supera il 40% di quella totale, concentrandosi per oltre la metà nelle due città principali: la capitale, Yaoundé, e Douala, il centro più popoloso e dinamico. Le altre città sono di ampiezza demografica modesta e svolgono solo funzioni amministrative e commerciali. La popolazione è molto inegualmente ripartita: le massime densità si registrano nelle aree centro-occidentali, le minime nell’Estremo Nord, dove il clima si fa particolarmente arido, nonché nel lembo sud-orientale, coperto da foreste pluviali, e nella zona montuosa dell’Adamaoua. L’insediamento rurale è per lo più accentrato. Con riferimento all’indice di sviluppo umano calcolato dalle Nazioni Unite nel 2007 aggregando tre dati particolarmente significativi (speranza di vita alla nascita, tasso di alfabetizzazione, reddito pro capite a parità di potere d’acquisto), il Camerun è al 144° posto nella graduatoria mondiale.
Gran parte degli abitanti usa comunemente idiomi bantu e sudanesi. Circa il 40% della popolazione segue culti animisti; altrettanti sono i cristiani, quasi esattamente ripartiti tra cattolici e protestanti, con lieve prevalenza dei primi; il residuo 20% è di religione islamica, fortemente radicata nelle aree centro-settentrionali.
Dopo l’indipendenza le condizioni economiche del Camerun hanno subito alterne vicende. Una prima fase di espansione economica, sostenuta da capitali stranieri (in primo luogo francesi) e accelerata dalla scoperta di giacimenti petroliferi sfruttati a partire dal 1975, ha fatto progredire rapidamente il paese sulla via dello sviluppo economico. Ma intorno alla metà degli anni 1980 l’economia è entrata in una fase di recessione per effetto dell’esaurimento dei pozzi, nonché del ribasso dei prezzi dei prodotti esportati più redditizi (caffè, cacao). Ne è derivato un pesante indebitamento con l’estero e un deterioramento dell’intero quadro sociale, con aumento della disoccupazione e dello stato di povertà, che è arrivato a interessare la metà della popolazione. A partire dal 1997 l’economia camerunese ha cominciato a dare vistosi segni di ripresa, con una crescita superiore al 4% annuo, sostenuta da accordi di assistenza con le istituzioni finanziarie internazionali. Tuttavia i tassi di crescita sono restati molto al di sotto di quel 7% che, secondo le Nazioni Unite, dovrebbe portare a un dimezzamento del livello di povertà, e molto al di sotto delle aspirazioni di uno Stato che dispone di enormi potenzialità economiche.
Il Camerun è ancora un paese essenzialmente agricolo, con il 60% della popolazione che vive di prodotti della terra. Il settore è organizzato sulla combinazione di colture di sussistenza (manioca, essenzialmente) e commerciali: tra queste ultime, che assicurano circa un quarto dei proventi delle esportazioni, predominano il cacao (166.800 t nel 2005) e il caffè (60.000 t). Altri prodotti agricoli destinati all’esportazione sono ananas, cotone, arachidi, palma da olio e caucciù. La distribuzione spaziale è varia e bene articolata, adeguandosi ai caratteri dell’ambiente fisico: il cacao occupa le zone centro- e nord-occidentali, con impianti in buona parte rinnovati di recente; il caffè i versanti montuosi; il cotone le aree settentrionali irrigue (valle del Benue), insieme con l’arachide; piantagioni di caucciù si sono andate sviluppando nella parte costiera. Il patrimonio zootecnico è assai consistente (quasi 6 milioni di bovini e 8 milioni tra caprini e ovini). Il legname (mogano, ebano e altre essenze tropicali) rappresenta il più importante prodotto di esportazione dopo il petrolio.
La quantità di petrolio estratta annualmente (3,2 milioni di t nel 2006) si va progressivamente riducendo, in vista di un lento esaurimento delle riserve (stimate in circa 55 milioni di t). Dal 2004 un oleodotto lungo 1070 km, costruito con il sostegno finanziario della Banca Mondiale, convoglia petrolio greggio dai campi petroliferi di Doha, nel Ciad, al porto camerunese di Kribi. Una risorsa promettente è costituita dal gas naturale, con riserve stimate in 110 miliardi di m3. La bauxite, principale risorsa mineraria fino agli anni 1970, è ancora estratta, ma lo stabilimento di Edéa per la raffinazione elettrolitica dell’alluminio lavora per lo più allumina importata dalla Guinea.
Il settore delle industrie resta essenzialmente rivolto alle esigenze del mercato interno. La maggiore concentrazione industriale del paese è Douala, con impianti tessili, chimici, alimentari e un cementificio; industrie di prima trasformazione dei prodotti agricoli sono diffuse un po’ dappertutto. Il cospicuo potenziale idroelettrico fornisce circa il 90% (3,9 miliardi di kWh nel 2004) dell’elettricità prodotta nel paese; una grande centrale sul Sanaga alimenta in particolare la metallurgia di Edéa.
Le comunicazioni con l’estero utilizzano quasi esclusivamente il porto di Douala. Ancora insoddisfacenti sono le comunicazioni interne, con una rete stradale modesta e due tronchi ferroviari di penetrazione che muovono entrambi da Douala: l’uno, molto breve, raggiunge Nkongsamba; l’altro passa per la capitale e arriva a Ngaoundéré (885 km), e dovrebbe essere prolungato fino nel territorio del Ciad. Aeroporti a Douala, Yaoundé e Ngaoundéré.
Protettorato tedesco dal 1884, il Camerun fu occupato durante la Prima guerra mondiale da Francia e Inghilterra. Nel 1960 il Camerun francese ottenne l’indipendenza (Repubblica del Camerun), sotto la guida della moderata Union camerounaise (UC), il cui leader, A. Ahidjo, fu eletto presidente della Repubblica. Nel Camerun britannico, che era stato unito alla Nigeria, nel 1961 si tenne un plebiscito: la regione settentrionale optò per la Nigeria, quella meridionale per la Repubblica del Camerun, dando vita (1961) alla Repubblica Federale del Camerun, che fu divisa in due Stati (Camerun Orientale e Camerun Occidentale), dotati di una limitata autonomia. Presidente della Repubblica divenne Ahidjo, mentre la carica di vicepresidente andò al primo ministro del Camerun Occidentale, J. Foncha, leader del Kamerun National Democratic Party (KNDP). Nel 1966 dalla fusione fra UC e KNDP nacque l’Union nationale camerounaise (UNC; dal 1984, Rassemblement démocratique du peuple camerounais, RDPC).
La Costituzione del 1972 annullò l’assetto federale, proclamando la Repubblica Unita del Camerun. Rieletto nel 1975 e nel 1980, Ahidjo lasciò nel 1982 la presidenza della Repubblica a P. Biya. Il paese riassunse il nome di Repubblica del Camerun nel 1984, quando a un sanguinoso tentativo di colpo di Stato militare, di cui fu accusato Ahidjo, seguì un ulteriore rafforzamento del potere presidenziale. Biya si trovò a fronteggiare forti tensioni (etniche e politiche), alimentate anche da crescenti difficoltà economiche, cui si cercò di far fronte con misure di austerità.
Agli inizi degli anni 1990, a un tentativo di ripresa dell’attività dell’opposizione (National Coordination Committee of Opposition Parties, NCCOP), il governo rispose imponendo lo stato d’assedio e sospendendo ogni attività politica. Le elezioni legislative (1992, 1997, 2002) furono vinte dal RDPC e quelle presidenziali (1992, 1997, 2004) confermarono Biya; la Costituzione del 1995 ha rafforzato ulteriormente il potere presidenziale.
In campo internazionale il Camerun, formalmente non allineato, ha un rapporto privilegiato con la Francia, da cui è dipendente sul piano economico (nel 2000 sono stati rilevanti anche gli aiuti da parte degli organismi internazionali).
Alle elezioni tenutesi nell'ottobre 2011 Biya è stato riconfermato presidente per il terzo mandato consecutivo ottenendo il 78% delle preferenze, sebbene si sia registrato un alto tasso di astensioni e l'opposizione abbia denunciato irregolarità nelle votazioni. Alle elezioni legislative e amministrative del 2013 l’RDPC ha conquistato 148 su 180 seggi all’Assemblea nazionale, riuscendo a governare senza il bisogno di una coalizione in 300 delle 360 municipalità del Paese, mentre il Social Democratic Front (SDF) si è aggiudicato 18 seggi, affermandosi come il principale partito di opposizione. Sebbene a partire dal 2012, durante le celebrazioni istituzionali per i trent’anni al governo di Biya, il malcontento popolare contro la prolungata presidenza dell'uomo politico sia andato crescendo e organizzandosi in manifestazioni di protesta, le elezioni tenutesi nell’ottobre 2018 hanno confermato il presidente uscente nella carica per il settimo mandato consecutivo con il 71,3% dei voti, mentre il candidato dell'opposizione e fondatore del partito Cameroon Renaissance Movement (MRC) M. Kamto, che aveva inizialmente rivendicato la vittoria, si è aggiudicato il 14,2% dei suffragi. Le consultazioni parlamentari svoltesi nel marzo 2020 hanno prevedibilmente confermato al potere il RDPC di Biya, che si è aggiudicato 139 su 167 seggi.