Camerun
Stato dell’Africa occid., con capitale Yaoundé. Area d’origine delle lingue bantu, il C., a cavallo dell’area di transizione fra gli altipiani e la foresta equatoriale, è spiccatamente regionalizzato. Il Nord, sotto l’influenza del Kanem già alla fine del primo millennio, islamizzatosi con il jihad di Uthman Dan Fodio, nel primo 19° sec. fu dominato da aristocrazie fulani (➔ Adamaoua); l’altipiano occid. è popolato dai , cristiano-animisti divisi in una serie di piccole monarchie; i bamum del Centro costruirono un regno accentrato e passarono all’islam a fine Ottocento (➔ Njoya); nell’Est forestale vivono gruppi bantu affini alla gente del Gabon. Nel 1472 il portoghese Fernando Po diede alla foce del fiume Wouri il nome Rio dos Camarões («gamberi»), da cui Camerun. Interessate dalla , le coste del Paese videro nel 1884 l’insediamento della Germania a Douala e la creazione di un Protettorato tedesco, poi esteso e consolidato. Occupato da francesi e inglesi nella Prima guerra mondiale (1916) e diviso in due Mandati coloniali dalla lega delle Nazioni (1919), a Parigi andò gran parte del C. mentre l’Inghilterra ebbe aree occid., che unì alla Nigeria. Amministrazione fiduciaria ONU dal 1946, fu agitato nella parte francese da un movimento anticoloniale guidato dalla Union des populations camerunaises (UPC), conoscendo una rivolta armata (1955). Dotato di autogoverno dal 1957, il C. francese divenne indipendente il 1° gennaio 1960, sotto la presidenza di Ahmadou Ahidjo, un settentrionale, e nell’ottobre 1961 si unì in federazione con l’ex C. britannico, che aveva optato per un’unione federale (tranne un piccolo territorio rimasto alla Nigeria). Francese e inglese furono lingue ufficiali e i due principali partiti si fusero nell’Union nationale camerounaise (UNC, 1966). Ma la struttura federale si svuotò rapidamente di poteri effettivi e nel 1972 fu sostituita da una Repubblica unitaria e monopartitica, retta autoritariamente da Ahidjo. Questi nel 1982 lasciò volontariamente la presidenza a favore di Paul Biya, ma nel 1983 i rapporti fra i due degenerarono e Ahidjo, estromesso dall’UNC, si esiliò e nel 1984 fu condannato a morte in contumacia, mentre Biya, sventato un golpe e varate dapprincipio alcune aperture democratiche, consolidò il proprio potere in chiave autocratica. Un crescente dissenso, complicato dalle istanze autonomistiche dell’Ovest anglofono e dalla crisi economica legata all’andamento dei prezzi delle principali esportazioni, specie cacao, caffè, petrolio (un piano di aggiustamento strutturale fu adottato nel 1987), indusse Biya ad attuare un ritorno al multipartitismo (1990), ma la struttura di potere restò immutata e le tensioni con la comunità anglofona seguitarono. Il C. ha un reddito pro capite fra i dieci più alti in Africa Subsahariana, ma è uno dei Paesi più corrotti. Nel 2005-06 ha ottenuto una drastica riduzione del suo debito estero. Rieletto nel 1992, 1997 e 2004, in consultazioni sempre accusate di irregolarità, Biya ha ottenuto nel 2008 una modifica costituzionale che gli consente di ripresentarsi come candidato nel 2011. Nel 2008, a conclusione di una lunghissima disputa territoriale con la Nigeria, il C. ha ottenuto il pieno controllo sulla penisola di Bakassi, ricca di petrolio.