Condizione d’una porzione più o meno vasta di superficie terrestre che si trova a un livello inferiore a quello medio della regione contermine (pianura, o fondo marino o oceanico). Si dicono depressioni continentali le superfici poste all’interno dei continenti che si trovano a un livello inferiore a quello marino (➔ depressióne continentale). Le depressioni vallive sono i solchi delle valli rispetto al rilievo che esse incidono.
Fase discendente del ciclo economico (slump e, se non molto accentuata, recessione), che segue il punto di svolta superiore ed è caratterizzata da caduta della produzione, discesa dei prezzi, inutilizzazione degli impianti, diminuzione degli investimenti, fallimenti, disoccupazione.
In particolare è detta grande depressione la crisi economica iniziata nel 1929 negli USA con il crollo della borsa valori di New York e protrattasi fino alla Seconda guerra mondiale.
Si definisce inoltre depressione la situazione di un paese o di una regione (area depressa) in cui il livello dell’attività economica appaia inferiore a quello di altri periodi o a quello di altri paesi o regioni nello stesso periodo.
In psichiatria, insieme di sindromi caratterizzate dalla presenza di un persistente sentimento di tristezza che condiziona il tono dell’umore in senso negativo. Accanto a questo sentimento prevalente, non è raro riscontrare la presenza di irritabilità o di appiattimento degli affetti, associati ad astenia, abulia (mancanza di iniziativa) e apatia che possono condizionare in senso peggiorativo le capacità relazionali, sociali o lavorative delle persone colpite. Anche il giudizio delle persone affette viene condizionato in senso negativo, con la presenza di sfumature e toni pessimistici. In genere, si osserva una certa propensione verso tematiche di colpa, di rovina o di malattia, che in taluni casi possono configurare una vera e propria condizione delirante (depressione psicotica). In una ridotta percentuale, tale visione pessimistica può determinare condotte autolesive e rischio suicidario. Sul piano somatico, si riscontrano varie alterazioni delle funzioni fisiologiche, da una variazione dell’appetito (che può essere ridotto o aumentato), a una riduzione dell’attività sessuale, a disturbi gastrointestinali, a insonnia o ipersonnia. Si osserva in generale un aumento dell’ansia con tensione somatica e riduzione della soglia del dolore, cui possono seguire cefalea e dolori articolari. Su un piano più propriamente biologico, sono state rilevate riduzioni dell’attività immunitaria e dell’aggregazione piastrinica.
Le sindromi depressive si distinguono principalmente in termini di qualità (depressione psicotica, depressione nevrotica), gravità e ricorrenza. Un’importante distinzione mette in luce gli aspetti contestuali, indicando la presenza o meno di un evento scatenante (depressione reattiva, depressione endogena). In termini prognostici, una distinzione fondamentale va fatta con le manifestazioni depressive che contraddistinguono il cosiddetto disturbo bipolare, in cui gli episodi depressivi si alternano a episodi di alterazioni in senso euforico dell’umore (fasi maniacali o ipomaniacali). Le sindromi depressive possono insorgere in quadri isolati o associarsi a varie condizioni di rilevanza psichiatrica (dalle condizioni nevrotiche, ai disturbi dell’alimentazione, ai disturbi della personalità, alle psicosi schizofreniche) e in alcuni casi possono derivare da malattie di pertinenza neurologica (demenze di vario genere, neoplasie cerebrali).
Il trattamento della depressione si avvale attualmente di un approccio integrato in cui trovano spazio ed efficacia sia gli interventi psicoterapici sia quelli farmacologici, basati sulle molecole antidepressive e stabilizzanti dell’umore.
M. Klein definì posizione depressiva la fase dello sviluppo del bambino situata dal quarto al dodicesimo mese di vita, corrispondente all’allontanamento fisico dal corpo della madre e allo svezzamento. La perdita d’oggetto concernerebbe la persona della madre (oggetto totale) ma, soprattutto, la perdita del seno (oggetto parziale).
Pressione inferiore a una di riferimento (in particolare a quella atmosferica, senza arrivare a valori così piccoli della pressione, in corrispondenza dei quali si parla di vuoto). Depressione atmosferica o barometrica è denominazione generica per indicare una zona di bassa pressione atmosferica.
Quella che si verifica nei condotti del fumo delle caldaie; per misurare tale depressione si usa un particolare manometro a liquido chiamato deprimometro.
Il depressore, invece, è una macchina che aspirando aria o gas da un ambiente lo mantiene a pressione inferiore a quella atmosferica; a seconda della minore o maggiore differenza di pressione che si raggiunge, è costituito da un compressore o da una pompa da vuoto.