In psichiatria, stato di tensione psicosomatica, generalmente vissuto come penosa passività verso eventi dannosi che il soggetto pensa stiano verificandosi o teme possano verificarsi. Viene considerata un fenomeno generale, presente, anche se in gradi diversi, nello sviluppo psichico di ognuno. Se si mantiene a livelli bassi, pur sempre spiacevole per il soggetto, essa produce modificazioni positive quali un aumento della velocità associativa, della velocità di apprendimento e della capacità di formare giudizi validi sulla realtà (a. strutturante), invece a livelli superiori determina modificazioni di senso contrario, tanto più gravi quanto maggiore è l’entità dello stato ansioso: la velocità associativa diminuisce fino a bloccarsi e il campo di coscienza si restringe fino a comprendere un solo tema (monoideismo), rendendo impossibile ogni rapporto del soggetto ansioso con il mondo esterno e interno (a. destrutturante). La vita affettiva del soggetto ansioso risulta quasi sempre ridotta, irrigidita o falsificata. Secondo Freud in alcune situazioni il soggetto viene a essere sottoposto a un afflusso di stimoli, esterni o interni, che non riesce a padroneggiare, e l’impotenza psichica e fisica che ne deriva determina una grave crisi di a. (automatische Angst); quando poi si producono situazioni, direttamente o indirettamente collegate alle prime situazioni ansiogene, la coscienza del soggetto avverte di nuovo a., ma in forma attenuata (Angstsignal), tale però da determinare una reazione di allarme e, conseguentemente, comportamenti atti a eludere il pericolo. Le situazioni traumatiche che hanno prodotto crisi di a. sono soggette alla rimozione, rendendo impossibile comprendere e fronteggiare le situazioni nuove, sempre più numerose, in cui l’a. viene riattivata a causa di collegamenti associativi inconsci.
Vengono chiamati ansiolitici i farmaci, aventi struttura chimica diversa, che esercitano un comune effetto sedativo. Presentano azione ansiolitica alcuni medicamenti come il meprobamato, il clordiazepossido, il diazepam, più noto come valium. Queste sostanze, chiamate anche tranquillanti, vengono utilmente impiegate nella terapia delle nevrosi, stati ansiosi, depressioni, disturbi del sonno. Il loro impiego presenta tuttavia pericoli (abuso, farmacodipendenza) che impongono cautela nella loro prescrizione.