GABON
(XVI, p. 238; App. III, I, p. 695; IV, I, p. 888)
Popolazione. − In carenza di regolari censimenti, le stime dell'ONU attribuiscono al paese una popolazione di 1.133.000 ab. (1989), con una densità di 5 ab./km2; stime di altri organismi internazionali forniscono dati diversi. Ciò è dovuto anche al fatto che il tasso medio di accrescimento naturale è più basso rispetto agli altri paesi dell'Africa Nera (19‰ nel periodo 1984-89), per effetto di una minore natalità e di una più alta mortalità, legata alla persistenza delle malattie tropicali proprie dell'ambiente forestale. Pertanto sul tasso di accrescimento demografico hanno un notevole ruolo i movimenti migratori, di più difficile controllo. La valorizzazione delle risorse minerarie ha fatto affluire nel G. numerosi lavoratori dai paesi vicini, ma 10.000 Beninesi sono stati espulsi nel 1978 in un momento di tensione fra i due paesi.
Il rapido sviluppo della capitale, Libreville (da 53.000 ab. nel 1967 a 352.000 nel 1988), del centro portuale e industriale di Port-Gentil (da 25.000 a 164.000) e del centro minerario di Franceville, ribattezzato Masuku (da 5000 a 75.000), hanno promosso un forte esodo rurale e la crescita della popolazione urbana, che si aggira sul 45%, uno dei valori più elevati di tutta l'Africa. L'urbanesimo ha favorito la scolarizzazione che ormai interessa l'83% dei ragazzi in età scolastica, con una consistente riduzione dell'analfabetismo (38,4% nel 1985). Nello stesso tempo le religioni cristiane hanno guadagnato terreno sui culti tradizionali (60%, per lo più cattolici). La lingua fang, appartenente al gruppo bantu più numeroso (30%), sta lentamente affiancandosi al francese.
Condizioni economiche. − Con un PIL pro capite che nel 1990 si aggirava sui 3000 dollari il G. detiene il secondo posto in Africa dopo la Libia, sopravanzando anche il Sudafrica. La sua ricchezza è però di origine recente e deriva dalla scoperta del petrolio.
All'agricoltura è riservato appena l'1,7% del territorio, che è ancora ricoperto per tre quarti da foreste e per il 17,6% da prati e pascoli. Dopo un periodo di sviluppo liberistico affidato a imprese e capitali stranieri, nel 1972 il governo ha avviato una politica di ''gabonizzazione'' dell'economia, consistente nell'affidamento di posti direttivi a quadri nazionali. Fin dal 1975 il paese ha sottoscritto il trattato di Lomé di associazione alla Comunità Europea, con cui intrattiene stretti rapporti. Il governo è sempre sostenuto dalla presenza di un contingente militare francese ed è membro della Conferenza permanente franco-africana, mantenendo rapporti privilegiati con la Francia. Dopo l'esperienza dell'UDEAC, il G. ha promosso la Comunità Economica degli Stati dell'Africa Centrale (CEEAC), che si è costituita nel 1983 proprio a Libreville, con la firma del trattato istitutivo.
L'agricoltura di sussistenza ha subito qualche miglioramento con la diffusione, accanto alla manioca (che resta la base alimentare), del mais e del riso. La carenza di buone vie di comunicazione condiziona lo sviluppo del settore commerciale (cacao, caffè, palma da olio, canna da zucchero). L'allevamento è ancora molto modesto, in attesa che dia qualche risultato la lotta intrapresa contro la mosca tse tse. L'attrezzatura di nuovi porti pescherecci permette un migliore sfruttamento delle risorse ittiche costiere. Dopo le intense utilizzazioni del passato, la produzione di legname pregiato tende a diminuire (3.618.000 m3 esportati nel 1988).
L'espansione dell'economia è dovuta essenzialmente al settore minerario, nonostante il ''raffreddamento'' imposto dal Fondo monetario internazionale. Il petrolio concorre alla formazione di quasi la metà del PIL e oltre il 70% delle esportazioni (1989). La produzione, iniziata nel 1957, è salita nel 1967 con lo sfruttamento dei giacimenti di GambaIvinga e dell'off-shore a sud di Port-Gentil. Nel 1976 la produzione superò gli 11 milioni di t, poi si è assestata sugli 8-10 milioni, corrispondenti alla quota stabilita dall'OPEC (ma nel 1990 la produzione ha superato i 13 milioni di t). Lo stato partecipa con il 25% al capitale delle compagnie straniere (Elf Gabon, Shell Gabon, AMOCO Gabon).
Il manganese estratto dal 1962 dal giacimento di Moanda (Alto Ogooué) da un consorzio franco-statunitense assicura al G. il quarto posto nella produzione mondiale (2.550.000 t nel 1989) e ha prospettive d'incremento con l'arrivo della ferrovia transgabonese a Masuku. L'uranio, estratto dal 1961 a Mounana (presso Moanda), copre circa un quinto del fabbisogno francese (870 t nel 1989). In attesa di sfruttamento sono ancora i ricchi giacimenti di ferro (ematite al 65%) del Nord-Est, in funzione dei quali è progettata la costruzione di una ferrovia da Mékambo a Owendo.
Il settore industriale partecipa appena all'11% del PIL, grazie soprattutto alle due raffinerie petrolifere di Port-Gentil e agli impianti di lavorazione del legno per la produzione di compensati. A Masuku è stato realizzato un grande zuccherificio.
Presso Port-Gentil sono stati aperti al traffico i nuovi porti specializzati di Owendo (legname) e Santa Clara (minerali), collegati alla ferrovia transgabonese. Dal 1976, dopo l'uscita dall'Air Afrique, i servizi aerei sono curati dalla compagnia nazionale Air Gabon. Alle comunicazioni provvede dal 1981 a Moyabi, presso Masuku, la più potente stazione radio del continente africano, equipaggiata con 4 trasmittenti da 500 kW ciascuna. Il G. ha una bilancia commerciale in attivo, grazie alle esportazioni di petrolio, manganese, uranio e legname, che avvia soprattutto verso Francia e Stati Uniti. La situazione di relativo benessere del paese trova infine un riscontro nel debito estero che per il G., nel 1989, era inferiore ai 4 miliardi di dollari.
Bibl.: P. Jacquemot, Les enjeux économiques du Gabon à la veille du Plan 1984-88, in Afrique Contemporaine, 130 (1984), pp. 31-43; Dossier Gabon, in Italia-Africa-Medio Oriente, vi (1986-87), 5-6, pp. 25-48; K. D. Patterson, The Northern Gabon Coast, Londra 1988.
Storia. - Divenuto presidente nel 1967 alla morte di L. M'Ba, Omar (Albert-Bernard) Bongo è stato sempre rieletto alla massima carica dello stato. Nel 1968 fu istituito il regime unico del Parti démocratique gabonais, di cui tutti i Gabonesi dovevano essere membri di diritto. Bongo ha cercato di prevenire uno scontro con gli strati più impazienti della popolazione aprendo alla tecnocrazia; nel 1981 alcune modifiche costituzionali portarono alla separazione delle funzioni di presidente da quelle di capo di governo. Fu così ripristinato il posto di primo ministro, a beneficio del fidato L. Mébiame. Il calo dei prezzi del petrolio e il declino del dollaro hanno determinato a metà degli anni Ottanta una crisi economica che è stata affrontata con un piano di stabilizzazione per il periodo 1986-90, sostenuto dal Fondo monetario internazionale. Nel 1990 una serie di incidenti mise duramente alla prova il regime. La morte di un leader dell'opposizione in circostanze sospette portò a una situazione così grave da indurre la Francia a dislocare le sue truppe. Il presidente prima tentò di reprimere la spinta verso la democrazia e poi l'assecondò proponendosi come garante. Riformata la Costituzione e nominato un nuovo primo ministro nella persona di C. Oyé-M'Ba, il sistema a partito unico fu abrogato e vennero indette elezioni libere. A causa di ripetute irregolarità, queste si svolsero a più riprese fra il settembre 1990 e il marzo 1991: il partito di governo (Parti Démocratique Gabonais, PDG) ottenne 66 seggi dei 120 dell'Assemblea nazionale; il Morena (Mouvement de Redressement National), che aveva rappresentato a lungo l'opposizione operando all'estero e nella clandestinità, si presentò diviso in due liste che ottennero rispettivamente 17 e 7 seggi. Dopo l'approvazione nel 1991 di una nuova riforma costituzionale, Oyé-M'Ba ha formato un governo di coalizione fra il PDG e alcune forze minori, ma la situazione politica è rimasta piuttosto difficile. Elezioni presidenziali multipartitiche sono state annunciate per il dicembre 1993.
Bibl.: P. Bory, The New Gabon, Monaco 1978; Rencontres Africaines, Dossier Gabon, Parigi 1984; M. Aicardi, Le Gabon du roi Denis à Omar Bongo, ivi 1988; F. Gaulme, Le Gabon et son ombre, ivi 1988; R. Pourtier, Le Gabon, ivi 1989.