Vedi Gabon dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
Due anni dopo la concessione dell’autonomia dalla Francia, che aveva colonizzato il paese nel 1903, il 17 agosto 1960 il Gabon è stato proclamato repubblica indipendente. A differenza degli stati vicini, come la Repubblica Centrafricana, il Ciad e la Repubblica del Congo, che facevano tutti parte dell’Africa equatoriale francese e che ottennero l’indipendenza nel medesimo anno, il Gabon ha vissuto in seguito un cinquantennio di relativa tranquillità e può essere considerato tuttora uno degli stati più stabili della regione.
Nel 1990, dopo trent’anni di governo a partito unico, il paese ha adottato un sistema politico multipartitico e nel 1991 ha approvato una riforma costituzionale che prevede l’adozione di un sistema presidenziale con l’elezione a suffragio universale del capo dello stato. Omar Bongo Ondimba, succeduto nel 1967 a Léon Mba, il presidente dell’indipendenza, è ricordato nel mondo come uno dei capi di stato più a lungo in carica. Nel 2009, è subentrato il figlio, Ali Bongo Ondimba, e proprio la sua elezione e l’indignazione della popolazione locale per un potere immutabile hanno scatenato violente proteste contro il clan al potere. Tuttavia l’appoggio incondizionato delle forze armate e la copertura francese restano una garanzia di tenuta per il governo.
Sul piano internazionale, sin dall’indipendenza il Gabon ha mantenuto solidi rapporti con la Francia, che è ancora oggi il suo maggior partner commerciale. A Libreville, la capitale gabonese, Parigi può inoltre disporre di un’importante base militare dove sono acquartierati 775 soldati: la presenza – non sempre solo simbolica – dell’esercito francese ha contribuito a mantenere lo status quo nel paese. Le relazioni con gli Stati Uniti sono buone, anche in virtù degli accordi commerciali per l’esportazione di petrolio, anche se a partire dal 2012, invece, la quota maggiore è andata al Giappone. Attualmente il Gabon cerca di attrarre investimenti dai paesi asiatici e in particolare dalla Cina.
A livello regionale la situazione diplomatica è invece più delicata. Il Gabon ha provocato un inasprimento dei rapporti con la Guinea Equatoriale per una disputa territoriale sulle acque attorno a Mbane, Conga e Cocotiers, e nella Baia di Corisco, dove si ritiene possano trovarsi significative quantità di petrolio.
Con un pil pro capite di oltre 16.000 dollari, l’economia del Gabon si presenta come una delle più prospere dell’intero continente africano. La crescita del paese passa attraverso l’estrazione e la raffinazione del petrolio, sia off-shore che on-shore, nei pressi di Port-Gentil, l’area dove nel 1967 è stata costruita l’unica raffineria nazionale e che ora, grazie ad un nuovo piano di investimenti della Cina, verrà arricchita di infrastrutture. Nonostante la produzione sia in calo da più di un decennio, le risorse di idrocarburi contribuiscono ancora per il 54% al pil nazionale e il governo sta cercando di adottare misure per ridurre la dipendenza dal petrolio e l’importazione di alimenti. Oltre al petrolio, in Gabon si trovano grandi riserve minerarie di manganese – di cui il paese è il terzo produttore al mondo – così come di diamanti, oro, fosfati e ferro. La produzione di legname ha comportato un grave deterioramento delle foreste vergini. Nonostante i grandi proventi dell’industria estrattiva e lo sviluppo dei servizi ad essa collegati, una vasta percentuale della popolazione versa in condizioni di semi-povertà.