Pseudonimo letterario della poetessa cilena Lucila Godoy Alcayaga (Elqui, Vicuña, 1889 - Hempstead 1957), premio Nobel per la letteratura nel 1945. Insegnante, fu in seguito delegata a rappresentare il suo paese in numerose istituzioni di carattere internazionale. Nelle prime opere (La voz de Elqui, 1908; Sonetos de la muerte, 1914) appare evidente il suo debito verso i grandi maestri della poesia modernista M. Magallanes Moure, Max Jara. In seguito se ne allontana e la sua poesia tende alla ricerca di nuovi mezzi espressivi. Desolación (1922), la sua opera migliore, riassume la tematica della poesia di G. M.: l'amore, dallo sbocciare dell'idillio fino al drammatico indagare i misteri dell'al di là, dopo la morte dell'amato. In seguito l'amore si rivolge all'infanzia, con un sentimento di maternità frustrata, come in Ternura (1924) e in Tala (1938), o assume forma di una religiosità panteista, mentre l'aspetto formale si fa scarno e tende sempre più alla stilizzazione di elementi barocchi presenti nella sua opera anteriore: di ciò è esempio fondamentale Lagar (1954). Tra le opere in prosa: Lecturas para mujeres (1923), Recados, Contando a Chile (1957).