Militare e uomo politico cileno (Valparaíso 1915 - Santiago del Cile 2006). Comandante delle forze armate dal 1973, guidò il golpe che depose il governo di S. Allende. Presidente della giunta militare, dal 1974 presidente della Repubblica, instaurò un sanguinoso regime dittatoriale. Sconfitto da un plebiscito (1988), lasciò il potere nel 1990, rimanendo però alla guida delle forze armate fino al 1998, quando lasciò l'esercito per diventare senatore a vita. Arrestato a Londra (1998) per crimini contro l'umanità, in seguito a una richiesta di estradizione dei giudici spagnoli che indagavano su cittadini spagnoli uccisi durante la sua dittatura, P. fu poi rilasciato per ragioni di salute e fece ritorno in Cile. Morì mentre i processi a suo carico erano ancora in corso.
Militare di carriera, divenne generale di divisione nel 1972. Comandante supremo delle forze armate dal 1973, nel settembre dello stesso anno guidò il colpo di stato che depose il governo di Unidad Popular, presieduto da S. Allende. Presidente della Giunta militare al potere (1973-74), dal 1974 presidente della Repubblica, instaurò un regime dittatoriale, adottando misure fortemente repressive contro le opposizioni e una politica economica rigidamente liberista. Sconfitto nel plebiscito dell'ott. 1988, perse le successive elezioni presidenziali (dic. 1989), rimanendo tuttavia alla guida delle forze armate. Capo delle forze armate fino al marzo 1998, assunse in qualità di ex capo dello Stato un seggio vitalizio al Senato. Nell'ottobre 1998, mentre si trovava a Londra per motivi di salute, P. fu arrestato in seguito alla richiesta di estradizione avanzata dalla magistratura spagnola che lo accusava di gravi crimini commessi durante la dittatura nei confronti di cittadini spagnoli. In un clima di forte mobilitazione in Cile e di crescente attenzione dell'opinione pubblica in campo internazionale, nel marzo-aprile 1999 le autorità britanniche dichiararono legittime le richieste dei giudici spagnoli, tuttavia nel marzo 2000, dopo un lungo contenzioso, rilasciarono P. per ragioni «umanitarie». Il ritorno in patria non concluse la vicenda giudiziaria dell'ex dittatore, che fu privato dell'immunità parlamentare (giugno-sett. 2000) e giudicato perseguibile penalmente per i reati commessi durante i lunghi anni della dittatura. Gli furono notificati gli arresti domiciliari, ma la Corte di appello di Santiago nel luglio 2001 gli restituì la libertà. L'immunità di P. fu poi ribadita, un anno dopo, dalla Corte suprema cilena, che stabilì l'inidoneità di P. ad affrontare qualsiasi processo. P. rassegnò quindi le dimissioni da senatore a vita (2002). Solo nel 2004 la Corte suprema diede parere positivo alla richiesta di processare P., che nel 2005 finì nuovamente agli arresti domiciliari per reati di natura fiscale (fu poi rilasciato nel genn. 2006). Le vicende processuali di P., che fu ancora costretto al domicilio coatto (ott.-dic. 2006) per i crimini perpetrati a Villa Grimaldi e per la cosiddetta «carovana della morte», si interruppero a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute.