Insieme di provvedimenti e di operazioni per portare un reparto militare o tutte le forze armate di un paese dalla loro costituzione di pace alla loro formazione di guerra. Per estensione il termine è impiegato anche in riferimanto al coinvolgimento dei cittadini nella vita politica.
L’importanza della m. militare ha subito un ridimensionamento a partire dal secondo dopoguerra. Ciononostante, negli eserciti moderni, caratterizzati da un notevole sviluppo tecnico degli armamenti, l’organizzazione della m. non è stata abolita. Permane infatti la necessità di provvedere alla integrazione di alcune unità di impiego non immediato, di reparti di sicurezza e di unità di servizi, nonché di unità per la difesa territoriale.
La m. civile è il complesso dei provvedimenti mediante i quali la popolazione civile assicura continuità di concorso alla m. militare e alle forze armate.
La m. umana si attua sia attraverso l’uso di mezzi atti a influire sull’opinione pubblica (m. spirituale), sia attraverso l’imposizione di obblighi ai cittadini non sottoposti a doveri militari.
La m. agraria fu attuata in tutti i paesi d’Europa già nella Prima guerra mondiale, ma in misura maggiore nella Seconda. Negli USA per venire incontro alla domanda di viveri dei belligeranti alleati fu creata la War food administration. La Gran Bretagna si impegnò nella stessa via. In Italia, in Germania, in Francia e in genere nell’Europa occupata, si cercò di portare al massimo le disponibilità alimentari, ponendo a coltura le terre abbandonate, incoraggiando la coltivazione di ‘orti di guerra’ in prossimità e anche all’interno dei centri urbani, promuovendo l’utilizzazione dei sottoprodotti.
Per m. industriale s’intende il complesso delle operazioni mediante le quali la struttura industriale di uno Stato viene resa atta sin dal tempo di pace alla produzione intensiva di materiali bellici. Durante la Prima guerra mondiale, le riserve di qualsiasi genere accantonate in tempo di pace apparvero presto del tutto insufficienti. Si cercò, perciò, di organizzare la m. industriale orientando in anticipo le industrie sulla specie e sul presumibile quantitativo di materiali da produrre, a predisporre l’attrezzatura necessaria per il rapido passaggio dalla produzione di pace a quella di guerra, ad assicurare la continuità della produzione, a predisporre le maestranze necessarie, a compilare le norme e le disposizioni regolatrici dei rapporti fra Stato e industriali e fra industriali e maestranze. Durante la Seconda guerra mondiale l’industria fu impegnata e trasformata a fini bellici anche più dell’agricoltura. In Germania la manodopera fu trovata sempre più fra le popolazioni dei territori occupati e fra i prigionieri. In Gran Bretagna lo Stato assunse il compito di approvvigionare gli industriali di materie prime. Fu istituito il servizio obbligatorio del lavoro, e moltissime donne furono occupate nell’industria. Negli USA nel 1943 fu creato l’Office of war mobilization, incaricato di dirigere tutta l’economia di guerra e istituire numerose altre amministrazioni speciali.
Soltanto un’adeguata m. finanziaria può consentire completa e regolare attuazione alle altre specie di mobilitazione. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, gli Stati fecero fronte agli impegni finanziari incrementando il gettito tributario e il debito pubblico, e anche ricorrendo all’inflazione per neutralizzare l’aumento della circolazione monetaria e ridurre l’utilizzazione del potere d’acquisto esistente. I governi si ispirarono tutti alla teoria del circuito secondo la quale l’eccesso di moneta introdotto nella circolazione doveva far ritorno agli Stati attraverso i canali del risparmio, dell’imposta e dei prestiti. Gli USA, per es., fecero una propaganda intensa per assicurare il collocamento dei loro buoni del tesoro; un progetto di risparmio forzato fu elaborato in Gran Bretagna da J.M. Keynes; in Germania, le emissioni di biglietti furono in parte evitate grazie al sistema delle tratte, che erano state lanciate sul mercato prima della guerra. Ma il più energico dei mezzi ai quali ricorsero i governi per sostenere le loro monete rimase quello del controllo dei cambi, che numerosi Stati avevano adottato già prima dello scoppio delle ostilità; la guerra pertanto in tali paesi non fece che provocare l’estensione di una tale misura. Nonostante tutto, però, le monete dei paesi belligeranti si sono quasi sempre fortemente svalutate.
Modalità di partecipazione dei cittadini alla vita politica, che si svolge attraverso un processo di pressione verticale dall’alto verso il basso, ovvero con un insieme di tecniche di intervento sul ‘pubblico’ (propaganda, incentivi, sanzioni) da parte di determinati attori politici – partiti, élite di potere, strutture di governo – per indurre il maggior numero possibile di cittadini ad adottare comportamenti e orientamenti di sostegno ai rispettivi programmi. In questo senso si usa qualificare la m. come partecipazione passiva per riferirla soprattutto alle pratiche dei regimi totalitari o, nell’ambito dei sistemi di democrazia competitiva, alle tattiche di acquisizione del consenso e di pressione politica esperite da partiti, organizzazioni e movimenti di massa.