CIMA, Gaetano
Figlio di Filippo e di Anna M. Marchesoli, nacque a Cagliari il 16 ag. 1805. Dopo aver conseguito nel 1830 il titolo di architetto civile all'università di Torino, studiò architettura a Roma.
Nel 1834 il C. divenne applicato nell'ufficio del Genio civile di Cagliari, allora diretto da G. Comminotti (autore del teatro Civico e del palazzo comunale di Sassari) al quale, morto prematuramente, succedette due anni più tardi. Suo primo compito fu di redigere un nuovo progetto per il teatro Civico di Cagliari, che sostituì quello elaborato dal suo predecessore, la cui attuazione era stata giudicata troppo costosa. Comunque, già nel 1836 il C. abbandonò l'incarico al Genio civile per divergenze insorte con il viceré Monteglio su particolari costruttivi dell'erigendo teatro che, realizzato sul suo progetto ma con le modifiche volute dal viceré, fu distrutto durante un bombardamento nel 1943. Si dedicò quindi alla professione libera e, dal 1840 al 1876, all'insegnamento all'università, dove tenne prima la cattedra di disegno architettonico e poi quella di disegno d'ornato e architettura elementare (Guzzoni, 1898).
Sue opere precisamente documentate sono un progetto di ricostruzione (1838) della chiesa tardogotica di S. Giacomo in Cagliari, di cui fu attuata la sola facciata, la meno austera delle sue architetture, pur nell'estrema fedeltà ai canoni neoclassici, denunziati dalle quattro colonne corinzie levate su alti plinti e sovrastate da un armonioso timpano. Nel 1838 progettò anche, per il console di Marina Randaccio, la villa S. Maria che sorge a Pula (a 30 chilometri da Cagliari); del prospetto si conserva un disegno acquarellato di mano dei C., importante per constatare la sostanziale rispondenza ad esso della costruzione che presenta i motivi più emblematici dello stile neoclaásico: quali l'iniffianto rigorosamente simmetAco e lo pseudopronao di ordine dorico che si leva su un podio il cui dislivello è ora colmato da una scalinata a tenaglial mentre nel disegno presenta rampe ad assi paralleli. Sono del 1839 i disegni per il tempio della Gran Madre di Dio, parrocchiale di Guasilà. Caratterizzato da una pianta circolare e da un pronao di stile dorico, esso rimanda, anche per l'intitolazione, alla chiesa della Gran Madre di Dio gretta a Torino da F. Bonsignore tra il 1815 e il 1828, ma si lega all'ambiente romano per precisi richiami del suo interno alla sala delle Muse, di M. Simonetti, nei Musei Vaticani. Ad Oristano nel 1841 costruì ex novo, usando ancora l'impianto centrico e un portico d'ordine dorico la chiesa di S. Francesco, che il frate architetto A Cano, fatta demolire nel 1836 la dueceniesca costruzione gotica, aveva già innalzato in forme tanto grandiose quanto instabili. Del 1844 sono i disegni dell'ospedale civile di Cagliari, che, inaugurato nel 1848 ma concluso solo nel Ago, è ritenuto l'opera di maggior impegno dell'architetto il quale, con la soluzione panottica dell'impianto a raggiera (Virdis), attuò una disposizione indipendente dei reparti che nel contempo risultano comunicanti tra loro. Nel 1846 venne portata a compimento la costruzione della villa Aymerich a Laconi (Nuoro) da lui progettata, negli stessi anni operò diversi interventi di modifica e di abbellimento in alcuni palazzi signorili del Castello di Cagliari (dei marchesi di Laconi, dei conti Cao di San Marco, dei baroni Rossi e altri), fra i quali si distingue per la particolare fisionomia che assunse con il suo intervento il palazzo dei conti Nieddu in via Genovesi. Nella sua at tività di progettista, che è contrassegnata dal più stretto rigorismo purista, hanno particolare risalto alcuni disegni conservati nella Biblioteca comunale di Cagliari, come quelli del 1858 relativi all'intera progettazione dei mercato dei commestibili (Rigoldi, tavv. VIII s.); e quelli, sempre del 1858, relativi alla stesura di un vero e proprio piano regolatore (Rigoldi, tavv. X s.), che lo qualificano urbanista.
Il C. morì a Cagliari il 4 febbr. 1878.
Bibl.: A. Guzzoni degli Ancarani, Alcune note sull'univers. di Cagliari, Cagliari 1898, pp. 78-92; R. Fabbrichesi, Un ospedale notevole di cento anni fa, Milano 1942; S. Lissia, G. C., in Studi sardi, IX (1949), pp. 376-393; M. Rigoldi, Lo sviluppo urbanistico di Cagliari: da piazzaforte a città moderna, ibid., XVIII(1962-63), pp. 570-603; B. Virdis, L'archit, neoclassica nella Sardegnameridionale, in Atti del XIII Congresso di storia dell'archit. (Cagliari 1963), Roma 1966, pp. 331-334;C. Maltese-R. Serra, G. C. Episodi di una civiltà anticlassica, in Sardegna, Milano 1969, pp. 385 s.;R. Serra, L'Ospedale civile, in Almanacco di Cagliari, Cagliari 1977, pp. non num.; U. Thieine-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 593.