Storico dell'antichità italiano (Roma 1870 - ivi 1957). Ha indagato la storia antica in ogni campo, con compiutissima documentazione storica, filologica, epigrafica ed archeologica, rivolgendo larga attenzione ai problemi sociali ed economici.
Laureatosi in Lettere nel 1892, fu dal 1900 ordinario di storia antica nell'univ. di Torino e passò nel 1929 a Roma, successore di K. J. Beloch, che era stato suo maestro, come titolare di storia greca. Deposto nel 1931 per aver rifiutato il giuramento di fedeltà al regime fascista, nel 1944 fu reintegrato nella cattedra e nominato professore a vita. Dal 1947 al 1954 fu presidente dell'Istituto della Enciclopedia Italiana, dal 1950 senatore a vita della Repubblica Italiana. Socio nazionale dei Lincei (1932-35 e dal 1945).
L'indirizzo storiografico di De S. è caratterizzato dall'opposizione agli indirizzi positivistici e deterministici, individuando egli nella storia quell'"impulso al superamento" che "lo storico cristiano designa col nome di Provvidenza". Nelle sue più importanti ricostruzioni storiche ha cercato di fondere la storia politico-militare con la storia civile (arte, diritto, religione, ecc.) in un unico insieme di cui viene seguito lo sviluppo nel suo continuo divenire. Le sue opere principali sono: Per la scienza dell'antichità, 1909; Atthis, 2a ed. 1912; Problemi di storia antica, 1932; Storia dei Greci, 2 voll., dalle origini alla morte di Socrate, 1939; Storia dei Romani, fino al 133 a. C. (8 tomi, 1907-1964, gli ultimi tre postumi); Pericle, 1944; Studi di storia della storiografia greca, 1951. Postuma la pubblicazione di alcune lezioni tenute nel secondo dopoguerra (Ricerche sulla storiografia siceliota, 1958), de La guerra sociale (1976) e l'autobiografico Ricordi della mia vita (1970). Gli Scritti minori (6 voll., in 7 tomi) sono stati pubblicati nel 1970-1983.