CATULO, Gaio Lutazio (C. Lutatius C. f. C. n. Catulus)
Primo della sua gente, pervenne al consolato nel 242 a. C. e a lui e al pretore Q. Valerio Faltone Roma affidò il comando della flotta di 200 navi (Polibio, I, 59: cifre diverse in altre fonti), costruito con offerte private, per uno sforzo supremo che terminasse, dopo cinque anni passati senza azioni navali, la prima guerra punica.
Al principio dell'estate, poiché i Cartaginesi avevano lasciato nell'abbandono la loro flotta, C. si trovò padrone del mare e bloccò Lilibeo, Trapani e il Monte Erice, tenuti da Amilcare Barca. Ma assalì invano Trapani, dove fu ferito. I Cartaginesi intanto avevano riarmato la loro flotta, e mossero al soccorso di Amilcare. Lo scontro avvenne presso le Egadi e la vittoria di C. fu pienissima. La guerra era decisa e la pace fu trattata da C. con Amilcare, salva l'approvazione dei comizî. Questi però, per le condizioni troppo miti imposte da C., respinsero il trattato, e il senato inviò una commissione di dieci suoi membri per indagare. Con qualche nuova concessione dei Cartaginesi, il trattato fu infine approvato. C. trionfò il 4 ottobre 241 (de Poenis ex Sicilia navale egit, in Fasti trionf. Capit.); due giorni dopo trionfò anche Valerio, che aveva rivendicato a sé l'onore della vittoria, intentando perfino un processo a C. Questi dedicò forse un tempio a Giuturna nel Campo di Marte, e deve esser morto poco dopo la vittoria.
Bibl.: O. Meltzer, Geschichte der Karthager, II, Berlino 1896, p. 347; G. De Sanctis, Storia dei Romani, III, i, Torino 1916, p. 185 seg.; E. Pais, Storia di Roma durante le guerre puniche, I, Roma 1927, p. 131; S. Gsell, Hist. ancienne de l'Afrique du Nord, III, Parigi 1918, p. 97; F. Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encyclop., XIII, col. 2068.