Umanista, medico, filosofo, astronomo (n. Narni 1427 - m. 1495 circa). Fu a lungo, in varie riprese, alla corte di Mattia Corvino, di cui raccolse un libro di dicta ac facta (1485). Incarcerato dall'Inquisizione veneziana per l'opera De incognitis vulgo (1477), riebbe la libertà per l'intervento di Lorenzo de' Medici e di re Mattia. Fu propagatore di nuove ardite dottrine filosofiche e astronomiche. Di lui ci rimangono parecchie opere di scienza, oltre a poesie, lettere, invettive (lanciate nei confronti di F. Filelfo e di G. Merula).