GALLES
(gallese Cymru; lat. Wallia; ingl. Wales; Welisc, Waelisc nei docc. medievali)
Regione storica della Gran Bretagna sudoccidentale, che forma un vasto aggetto peninsulare bagnato a N dal mare d'Irlanda, a O dal canale di San Giorgio, a S dal canale di Bristol. Nonostante la persistente conflittualità fra i molti regni locali, la percezione di un'identità comune, testimoniata dalla lingua e da una ricca tradizione letteraria e mitologica, si è conservata intatta nel G. dalla fine della dominazione romana sino a oggi.Il collegamento con le rotte occidentali (Bowen, 1977) collocò il G. all'interno di una grande provincia culturale che con la Gallia - attraverso la quale venne introdotto nel corso dei secc. 5° e 6° il cristianesimo monastico - si estendeva fino al Mediterraneo. Durante i secc. 6° e 7° le popolazioni celtiche della regione posta a O di una linea che corre dalla foce del Dee fin quasi a quella del Wye si opposero all'avanzata sassone; nel tardo sec. 8° venne definita una linea di confine spesso non rispettata, segnata da un aggere, detto argine di Offa, lungo km. 230, ancora in parte visibile.Il mare favorì fino al sec. 12° le incursioni di corsari vichinghi, ma anche lo sviluppo di movimenti insediativi e di stretti contatti umani, commerciali e artistici con l'Irlanda.In contrasto con la rapida sottomissione della pianura britannica ai Normanni, i sovrani gallesi riuscirono a controllare il potere per due secoli, a partire dal 1070 ca. (primo castello normanno a Chepstow) fino al 1284, allorché Edoardo I d'Inghilterra (1272-1307) trasformò una non facile sovranità feudale in una vera e propria colonizzazione. I castelli eretti nel corso di questa lunga guerra costituiscono la chiara espressione del progressivo adattamento del G. alla nuova Europa. Oltre cinquanta castelli vennero costruiti dai Normanni prima del 1120, il doppio entro il 1270. I Gallesi risposero, soprattutto dopo il 1180, con ca. trenta insediamenti fortificati. Tra il 1277 e il 1295 Edoardo I poteva contare su tredici nuovi castelli; sotto di lui molti altri furono restaurati e alcune città vennero create ex novo allo scopo di escludere la popolazione autoctona. In seguito, i profondi mutamenti economici del sec. 14° favorirono in maniera evidente i gruppi dominanti stranieri, riducendo l'importanza sociale di tutte le classi della popolazione indigena e provocando una disperata e distruttiva lotta per l'indipendenza, avviata nel 1400 da Owain Glyndwr.Fino al tardo sec. 11° non esistevano vere e proprie città; tuttavia le più importanti corti regali e i maggiori centri religiosi, che ospitavano mercati e costituivano i punti focali della vita culturale, concentravano ricchezze sufficienti ad attrarre le scorrerie vichinghe nel corso del 12° secolo. L'organizzazione ecclesiastica era basata sugli abati, spesso di nascita regale, alcuni dei quali anche vescovi, come a St David's e Bangor (v.), che controllavano autonome case di canonici (clas, pl. clasau) e le loro chiese subordinate. Non si è conservato alcun edificio di quest'epoca, ma i recinti circolari (llan, pl. llannau) che circondano spesso le chiese parrocchiali di epoca successiva possono risalire alla fondazione originale da parte dei santi celtici cui le chiese stesse sono dedicate. Alcuni clasau furono famosi luoghi di studio (Llantwit Major, Llanbadarn Fawr); i soli manoscritti miniati rimasti certamente prodotti in uno scriptorium gallese sono opera dei monaci Rhigyfarch e Ieuan di Llanbadarn (sec. 11°) e presentano un forte influsso irlandese (Dublino, Trinity College, 50; Cambridge, C.C.C., 199). Tratti iberno-scandinavi predominano anche nei bassorilievi che decorano lastre e croci del sec. 9° e in quelli successivi; molti esemplari sono conservati a Margam (Abbey and Stones Mus.; Nash Williams, 1950). Essi presentano complicati motivi a intreccio e a spirali, occasionalmente con inserti di figure, e provengono generalmente dalle regioni della costa meridionale.Un aspetto della strategia di conquista normanna fu l'introduzione dell'architettura in pietra utilizzata sia nei castelli sia nelle città nuove, fortificate e abitate da popolazioni straniere. Sono poche le città del G. che non presentino tracce di una motta del sec. 12° - il mastio in pietra di Cardiff ne è forse l'esempio più spettacolare - o di un più tardo castello normanno o di una fondazione monastica. L'impianto stradale delle città normanne era già essenzialmente rettangolare; Edoardo I introdusse la pratica della fondazione di bastides. Le poche città di origine gallese, per lo più del sec. 13°, si svilupparono come centri di mercato su piante più irregolari, quasi sempre prive di sistemi difensivi.Un altro strumento di conquista dei Normanni fu la religione: essi impressero una violenta accelerazione al processo di integrazione iniziato con l'adozione da parte dell'episcopato di Bangor della Pasqua romana nel 768. Le proprietà che costituivano i clasau vennero trasferite nelle mani di laici o a monasteri inglesi e francesi. Verso la metà del sec. 12° i quattro vescovadi di St David's, Bangor, Llandaff e St Asaph furono soggetti, se pure con qualche insofferenza, a Canterbury. Anche la costruzione di chiese progredì velocemente: tra il 1070 (Chepstow) e il 1115 (Cardigan), nella zona di frontiera dei Marches, accanto a città nuove e castelli, furono fondati dieci priorati benedettini con monaci venuti da fuori che costituivano un'ulteriore presenza estranea.I Cistercensi giunsero dopo il 1130 con le abbazie di Whitland, Margam e altre nei Marches. Dopo il 1164 essi trovarono buona accoglienza anche nei territori centrali (Pura Wallia), erigendo in tutto quindici abbazie che si rivelarono leali sostenitrici delle aspirazioni delle popolazioni autoctone fin nel sec. 15°; l'abbazia di Strata Florida (Ystrad Fflur), del 1164, divenne un centro di cultura e storiografia patriottica e il suo portale reca motivi celtici. Le chiese cistercensi hanno impianti trinave, transetto e terminazione orientale rettilinea; molte di esse vennero ampliate nel corso del 13° e 14° secolo. Le sale capitolari delle abbazie di Dore e Margam presentano l'inconsueto schema a dodici lati; la seconda si sviluppa su un diametro di m. 15 con una colonna centrale e un raffinato sistema di volte.La regolarizzazione delle diocesi territoriali richiese la costruzione di chiese parrocchiali. La maggior parte di quelle conservate presenta resti del sec. 12° o degli inizi del successivo; le più modeste impiegano pietra locale appena sbozzata per la corta navata e il presbiterio, che non sono sempre separati da un arco. Nel Pembrokeshire in molti casi compaiono volte a botte in pietra. Là dove nei clasau furono costruite chiese di maggiori dimensioni, esse furono a pianta cruciforme, come a Penmon, Llanbadarn Fawr, Llanddew o Tywyn e Meifod (entrambe con navate laterali). Molte chiese parrocchiali sono inoltre dotate di transetto, navatelle e torri aggiunte nel 13° e 14° secolo.La decorazione riflette le mode dettate dagli edifici più importanti, che non differiscono dalle migliori realizzazioni inglesi: belle finestre a ogiva a Brecon, plate tracery a Haverfordwest, bar tracery nelle navatelle di Llandaff (influenzata da Wells), nella finestra occidentale a Tintern, nel palazzo del vescovo Gower e nel jubé da lui commissionato a St David's. Nella scultura in legno e pietra, l'adozione degli stili romanico e gotico fu mediata dal gusto celtico per lo sviluppo bidimensionale; questa fusione si coglie nelle sculture del sec. 12° ad Aberffraw, Penmon o Llangoed nell'isola di Anglesey (An Inventory of the Ancient Monuments in Anglesey, 1960, tavv. 29, 36, p. CII). A Pennant Melangell, nel Powys, che presenta un'abside semicircolare in stile normanno, l'intaglio dei motivi vegetali su di un frammento di tomba o di baldacchino deriva da tradizioni irlandesi, francesi e perfino spagnole.Il grande numero di fonti battesimali del sec. 12° diffusi in tutto il G. costituisce un segno che a quell'epoca la Chiesa gallese si era uniformata in materia di battesimo. Essi variano nello stile: nella regione orientale alcuni fonti, al pari di altre sculture (per es. il portale occidentale di Llanbadarn), mostrano contatti con lo Herefordshire. Nella regione meridionale e sudoccidentale molti esemplari appaiono baccellati, copia o derivazione dei capitelli 'a tromba' o baccellati (scalloped) tardoromanici impiegati nel corpo longitudinale di St David's. Nella serie di fonti dell'isola di Anglesey, riccamente scolpiti nonostante la durezza dell'arenaria impiegata, compaiono motivi decorativi sia celtici (per es. intrecci) sia normanni (per es. arcature e chevrons; An Inventory of the Ancient Monuments in Anglesey, 1960, tavv. 58-62). Motivi di teste in cui convergono tradizioni celtiche e romaniche ricorrono nell'isola di Anglesey in alcune facciate di edifici (Llanbabo, Heneglwys) e in forma di protomi su di un fonte battesimale; quest'ultimo caso trova riscontro in esemplari del Breconshire e in molte attestazioni nel Devon e nella Cornovaglia.La serie di fonti battesimali dell'Anglesey prosegue fin nel sec. 13°, con motivi decorativi vegetali che annunciano le lastre e le effigi della scultura tombale del G. settentrionale nei secc. 13° e 14° (Gresham, 1968). Questa ha il suo primo esempio nella copertura del sarcofago di Giovanna, figlia del re Giovanni, ora conservato nella chiesa di Beaumaris.L'abbazia cistercense di Valle Crucis (Bryn y Groes), fondata da Gruffudd ap Madog di Powys nel 1201, fu uno dei principali centri di attività scultorea - favorita tra l'altro dalla vicinanza delle cave di calcare - e conserva ancora gran parte del suo apparato decorativo. Uno stile locale, ispirato inizialmente alla scultura inglese, si sviluppò rapidamente a partire da antecedenti quali il sepolcro di Pennant Melangell o i fonti battesimali di Llanidan e Llangeinwen.Per quanto riguarda la scultura in legno, si conservano pochi esempi di soffitti, di figure e di jubés del sec. 14° (Merthyr Cynog, Powys; le figure del jubé di Kemeys e Mochdre, Cardiff, Nat. Mus. of Wales). Molto andò perduto nella citata rivolta di Owain Glyndwr, ma una superba serie di esempi del sec. 15°, alcuni dei quali conservano la galleria del jubé, testimonia i raggiungimenti di questa tradizione di alto artigianato.Le principali collezioni di antichità medievali sono conservate nel Nat. Mus. of Wales di Cardiff, nel Mus. of Welsh Antiquities and Art Gall. di Bangor, nelle abbazie di Margam e Valle Crucis e nel Powysland Mus. and Montgomery Canal Centre di Welshpool.
Bibl.:
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