GANDINO (A. T., 24-25-26)
Importante centro della provincia di Bergamo (km. 24,5), a 553 m. s. m., nella valle del Romna, la quale sbocca nella Val Seriana. Vi fiorisce l'industria laniera (250 telai, 5000 fusi). Nel 1927 è stato aggregato a Gandino il comune di Barzizza. L'area del comune (29, 14 kmq.) è in gran parte lasciata a pascoli (15 kmq.) e boschi (6,5 kmq.); la superficie coltivata è di kmq. 2,5 (cereali, patate). Ha (1931) 4743 ab.
Arte. - Tra gli edifici notevoli, oltre al palazzo Giovanelli è da ricordare la basilica, imponente architettura di G.M. Bettera (1623), dal rivestimento esterno in pietra locale, con l'interno ad una sola navata, ardita cupola e profusione di marmi, legni intagliati, decorazioni fastose. Soprattutto notevoli: una balaustrata in bronzo di Corinto di F. Lagostino (1590), il Diluvio universale, grande pittura di Paolo Zimenzuoli (1718) e l'Assunta del Loverini. Nel Museo (inaugurato nel 1930) oltre preziosi oggetti di argenteria, vanno ricordati un grande ostensorio tricuspidato d'argento in stile gotico (1527), una croce astile di Mastergano De Filippis (1577), due paliotti in filigrana d'oro e alcuni paramenti di velluto controtagliato, con riquadri, ricami e broccati (XV e XVII secolo).
Storia. - Le prime notizie storiche sicure della sua esistenza risalgono agli anni 830 e 909. Fu prima soggetta ai vescovi di Bergamo, poi passò in feudo ai vassalli del vescovo, i Ficeni e gli Adelasi. Tra il 1233 e il 1257 peraltro, si eresse in libero comune, con ben munite fortificazioni. Nel 1427, dopo una dipendenza più o meno diretta dai Visconti, si diede alla Serenissima, mantenendo vari privilegi; nel 1477 ebbe uno speciale statuto. L'anno 1777 divenne capoluogo della Quadra, con residenza del podestà e nel 1797 capoluogo di Cantone della Cisalpina. Nel 1803 ottenne la sede di pretura, la cui giurisdizione, dopo il 1815, corrispose alla delimitazione del mandamento, soppresso nel 1923. Ora è sezione di pretura di Clusone. L'importanza storica di Gandino e delle altre comunità della valle risiede soprattutto nella lavorazione e nel commercio dei panni, che vi ebbero uno sviluppo notevolissimo. Già all'inizio del sec. XIII è certa l'esistenza di attività in tal senso; nel 1477 Gandino utilizzò per l'industria tutte le forze idriche dei suoi torrenti; nei secoli XV e XVI, poi, i drappi di Gandino sono venduti ad Ancona, a Roma, nel Napoletano, nel Veneto, nel Trentino, in Ungheria e specialmente in Germania. Nel 1600 la produzione annua era di oltre 7000 pezze di pannilani. Alcuni dei mercanti gandinesi, stabilitisi all'estero, salgono a grande fortuna e notorietà: così quel Bartolomeo Castelli, che nella seconda metà del sec. XVI fa specialmente il banchiere, sovvenzionando l'imperatore e altri principi tedeschi; così i membri della famiglia Giovanelli, grandi mercanti in Italia e fuori.
Bibl.: A. Tiraboschi, Cenni intorno alla valle Gandino ed ai suoi statuti, in Arch. Stor. Lombardo, 1800 e 1882; E. Fornoni, Gandino, Bergamo 1914.