Scrittore cinese (n. Ganzhou, Jiangxi, 1940), naturalizzato francese nel 1998. Narratore e drammaturgo, autore di Lingshan (1990) e dell'autobiografico Yigeren de Shengjing (1999). Nel 2000 ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura, il primo attribuito a uno scrittore cinese.
Appartenente a una famiglia del ceto intellettuale, si è diplomato in letteratura francese presso l'Istituto di lingue straniere di Pechino, cominciando a lavorare come traduttore (J. Prévert, S. Beckett, E. Ionesco). Dopo l'esperienza nelle brigate di lavoro durante la rivoluzione culturale, si è affermato come narratore e drammaturgo a partire dal 1979. È vissuto a Berlino (1985), dove si è dedicato anche alla pittura e alla calligrafia cinesi tradizionali e, dopo un nuovo soggiorno in patria, dal 1988 vive a Parigi, avendo scelto l'esilio per dissensi con le autorità del suo paese; da allora pubblica i suoi libri all'estero. Nel 2000 ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura. Il suo più noto lavoro teatrale, messo in scena nel 1983 dal prestigioso Beijing renmin yishu juyuan ("Teatro d'arte del popolo di Pechino"), è Chezhan (trad. it.su rivista, Fermata d'autobus, 1988), dramma in un atto che, attraverso un dialogo vivace e apparentemente naturale, ma denso di indicazioni allusive, presenta uno squarcio di vita quotidiana rivelatore delle frustrazioni e delle speranze della gente comune. Analoghe caratteristiche, ma con un più esplicito gusto della provocazione, hanno i testi nati dalla successiva collaborazione col medesimo teatro di Pechino, come Yeren ("L'uomo selvatico", 1984) e soprattutto Bi'an ("L'altra riva"), di cui fu impedita la rappresentazione. Pubblicati su importanti riviste come Shiyue ("Ottobre") e Zhongshan ("La campana"), i suoi lavori drammatici sono in gran parte raccolti nel volume Gao Xingjian xiju ji ("Testi teatrali di G. X.", 1985). Qualche affinità con i testi teatrali, per la giustapposizione di testimonianze "a mosaico", presenta il romanzo You zhin gezi jiao hong chunzi ("Una colomba chiamata labbra rosse", 1984). Ben altrimenti complesso, e frutto di una lunga gestazione, è il romanzo Lingshan (1990; trad. it. La montagna dell'anima, 2002), legato alle esperienze fatte da G. X. visitando le regioni sudoccidentali della Cina ancora impregnate di una cultura arcaica. Viaggio alla ricerca di un mitico luogo dello spirito, il romanzo è intessuto di apologhi filosofici, riflessioni autobiografiche, divagazioni letterarie e descrizioni di paesaggio, secondo la tradizione autenticamente cinese della narrativa di ispirazione taoista. G. X. è anche autore di saggi (Xiandai xiaoshuo jiqiao shutan "Primo studio sull'arte del romanzo moderno", 1981; Ling yi zhong mei xue, 2001, trad. it. dal francese Per un'altra estetica, 2001, introduzione al catalogo omonimo che riproduce un centinaio di lavori a inchiostro su carta di riso eseguiti da G. X.) e di numerosi racconti (in parte raccolti nell'antologia Ge wo laoye mai yugan, 1988; trad. it. parziale Una canna da pesca per mio nonno, 2001), percorsi da una vena di suggestivo lirismo autobiografico. Sostanzialmente autobiografico, e rivelatore di un aspro risentimento contro il sistema politico e la burocrazia cinesi, è anche il romanzo Yigeren de Shengjing (1999, trad. it. Il libro di un uomo solo, 2003). In Italia sono stati inoltre pubblicati la raccolta di poesie Parlerò di ricci. Poesie (1991-1995) (2006) e i testi teatrali Il sonnambulo, Il mendicante di morte e lallata notturna, proposti per la prima volta nel volume Teatro (2011). Nel 2012 G. X. ha pubblicato con C. Magris il saggio Letteratura e ideologia, in cui i due intellettuali riflettono sul ruolo della letteratura nel mondo contemporaneo.