Chirurgo (Bologna 1545 - ivi 1599), lettore di chirurgia all'università di Bologna, poi aggregato come professore collegiato ai colleghi di arti e di medicina, infine (dal 1589) prof. di anatomia e di medicina teorica. Fu anche eletto più volte tribuno del popolo e sindaco della Gabella grossa. Ebbe fama soprattutto per la sua perizia nel campo della chirurgia plastica, che per primo applicò con criterî scientifici. Tra l'altro egli fu il primo ad effettuare la rinoplastica con criterî fondati su precise nozioni anatomiche. Il suo metodo (oggi conosciuto come metodo tagliacozziano o italiano, in contrapposizione a quello indiano che utilizzava un lembo di cute preso dalla regione frontale), descritto e illustrato nel suo De Curtorum chirurgia per insitionem (1597), è fondato sul trapianto autoplastico di un lembo cutaneo prelevato dall'avambraccio. Tale intervento, avversato dai chirurghi del tempo e proibito dalle autorità ecclesiastiche, fu ripreso e perfezionato da chirurghi inglesi e tedeschi solo al principio del sec. 19º.