GATTILUSIO
. Nobile famiglia genovese, della quale le notizie certe non risalgono oltre il principio del sec. XIII.
Un Vassallo G,. fu console nel 1212 e altri ebbero cariche e uffici; più importante Luchetto, vissuto fino al principio del sec. XIV, noto trovatore, che fu seguace di Carlo d'Angiò, ambasciatore al papa Clemente IV nel 1266, e, come podestà di Bologna, nel 1272, presente al testamento di re Enzo. Vera importanza assunse la famiglia nel secolo successivo. Francesco G., avendo aiutato Giovanni V Paleologo a riprendere Costantinopoli occupata da Giovanni Cantacuzeno, ebbe in premio la mano di Maria sorella dell'imperatore, con l'isola di Lesbo in dote. Cinque principi dal 1355 al 1462 governarono l'isola, assicurandole un'eccezionale prosperità. Francesco prese in affitto la vecchia Focea, proprietà della Maona di Scio, e i suoi discendenti conservarono questo privilegio finché durò il possesso della Maona. Jacopo, figlio di Francesco, prese parte alle imprese orientali del Boucicault, governatore di Genova; Dorino I (1427-1458) ebbe, a titolo feudale, le isole di Lemno e di Taso dall'impero bizantino. La fortuna della famiglia cessò con la caduta di Costantinopoli. Maometto II, accusando Domenico, figlio di Dorino, di aver dato ricetto a corsari catalani, mosse contro Lesbo, ma non poté prenderla; rinnovò il tentativo contro Nicolò, che frattanto aveva fatto assassinare il fratello; lo prese e lo condusse prigioniero a Costantinopoli, facendovelo strangolare (19 settembre 1462). Un altro ramo si stabilì sulle coste della Tracia per opera di Nicolò, fratello di Francesco. Impadronitosi, per volere degli stessi abitanti, di Eno, v'impiantò un ricco commercio, specialmente di sale: suo figlio Palamede (1409-1455) si fece cedere dall'impero le isole di Imbro e di Samotracia, ma Dorino II suo figlio nel 1450 fu spodestato di tutti i possessi. Così cessò il dominio di questi dinasti dell'Arcipelago e la famiglia si estinse.
Bibl.: A. Giscardi, Origine delle famiglie genovesi, ms. Bibl. Civ. Berio, III, 957 segg.; Annali di Caffaro e dei continuatori, IV, 88; Docum. riguard. alcuni dinasti dell'Arcipelago, in Giorn. Ligustico, I-III; G Heyd, St. del commercio del Levante nel Medioevo, trad. in Bibl. dell'Economista, X, Torino 1913; su Luchetto G., v. L.T. Belgrano, in Giorn. Ligustico, IX, 1882; V. Crescini, ibid., X; G. Bertoni, I trovatori d'Italia, Modena 1915, p. 110 segg.